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Guerra in Ucraina: minori non accompagnati e madri ad Arezzo. Ecco come saranno accolti

Per chi volesse fare donazioni è fortemente consigliato fare riferimento ai conti correnti istituzionali o delle grandi associazioni di volontariato, terzo settore e di categoria

C’è chi ha messo a disposizione una porzione della propria casa, chi si è dichiarato disponibile ad accogliere famiglie intere e chi non si è tirato indietro nemmeno per un istante ed ha bussato alla porta di ogni associazione o istituzione dicendosi pronto a fare la propria parte. Sono centinaia gli aretini che hanno offerto la propria disponibilità per dare supporto ai profughi di guerra provenienti dall’Ucraina. Un’enorme, spontanea manifestazione di vicinanza che però, come ogni azione dal grande impatto, necessita di un coordinamento. Per questo le prefetture di tutta Italia, in queste ultime ore, stanno incontrando le amministrazioni locali così da pianificare la logistica e definire le linee guida utili.

Vero è che attualmente gli arrivi contano per lo più donne, bambini e anziani diretti presso amici o familiari già in Italia da tempo. Ne è esempio Pieve Santo Stefano dove la comunità ha già incontrati i primi cittadini ucraini che si sono ricongiunti a loro parenti. Poi c’è la questione riguardante i minori non accompagnati che, dall’Ucraina, giungono in Italia. Anche in questo caso non sono mancati coloro che si sono detti pronti a fare spazio nella propria famiglia e quotidianità ai piccoli ospiti. È in questo contesto che si inserisce l’ultimo incontro coordinato dalla prefetta Maddalena De Luca dove i sindaci del territorio e la Caritas diocesana si sono potuti confrontare sugli aspetti inerenti l’emergenza umanitaria e l’accoglienza. Tra i partecipanti presente anche la vicesindaca di Arezzo, Lucia Tanti.

“Ho preso parte all'incontro - spiega in una nota l’amministratrice - sia in veste istituzionale che di presidente della Fondazione Arezzo Comunità con il direttore Alfredo Provenza. La Fondazione è stata considerata piattaforma utilissima in questa fase dove il raccordo e l'organizzazione rappresentano l’elemento fondamentale per una risposta efficace ed efficiente in un momento di così grande difficoltà internazionale. Con la prefetta abbiamo condiviso i passaggi necessari di coordinamento e di azione”.

Come potranno gli aretini mettersi a disposizione?

Chi intende dare la propria disponibilità all’accoglienza potrà compilare online il modulo utile al censimento delle strutture e dei cittadini (https://www.comune.arezzo.it/notizie/emergenza-ucraina) dove si dichiarerà disponibile ad accogliere profughi ad eccezione dei minori non accompagnati i quali invece, saranno affidati a soggetti accreditati attivi nel territorio. “Non c'è ancora un'emergenza vera e propria in termini di presenze - prosegue Tanti - Anche se nella nostra provincia sono già arrivate e stanno arrivando persone che fuggono dalle città ucraine più colpite dal conflitto non vi sono al momento criticità impellenti”.

Poche ma definite, le regole da seguire

Al momento è prevista l’accoglienza privata solo in caso di diretta conoscenza di chi viene accolto, la presenza di cittadini ucraini privi di ospitalità è gestita dai centri di accoglienza straordinaria gestiti dalla prefettura, l’accoglienza privata non è attivabile e lo sarà solo laddove ci dovesse essere necessità. “Come detto a nessun cittadino - aggiunge Lucia Tanti - sarà consentita l’accoglienza di minori non accompagnati e per tanto si sconsiglia di non dare seguito a messaggi o sollecitazioni in questo senso”. Inoltre tutti gli ucraini presenti ad Arezzo dovranno dichiarare la propria presenza alla questura.

Per chi volesse fare donazioni è fortemente consigliato fare riferimento ai conti correnti istituzionali o delle grandi associazioni di volontariato, terzo settore e di categoria, qualora invece si dovesse decidere di donare alimenti di prima necessità e medicinali è necessario contattare la protezione civile regionale.

Come dare disponibilità ad ospitare cittadini ucraini

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