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Green pass, debutto senza difficoltà. Alvisi: "Tanti tavoli all'aperto per chi ne è sprovvisto e pochi ostacoli nell'utilizzo"

Ecco quanto raccontato dai ristoratori che si sono trovati a far fronte al nuovo adempimento: il controllo della certificazione verde che chi si siede a un tavolo, al chiuso, deve mostrare

Nessun caos, nessun problema eclatante. Il primo fine settimana in cui è entrato in vigore in green pass è scorso via senza particolari difficoltà. E' quanto raccontano i ristoratori che si sono trovati a far fronte al nuovo adempimento: il controllo della certificazione verde che chi si siede a un tavolo, al chiuso, deve mostrare. 

Complici il caldo e il bel tempo, infatti, i locali hanno continuato a concentrare i tavoli e gli ospiti all'aperto, dove l'impasse per la mancanza del certificato può essere superata senza problemi. 

"I riscontri che abbiamo avuto - spiega Valeria Alvisi, direttrice di Confesercenti Arezzo - sono state tutto sommato non negative. Certo i ristoratori si sono trovati di fronte a clienti senza il green pass, ma si trattava soprattutto di giovani in attesa del vaccino che sono stati fatti accomodare all'esterno. Senza clamori e senza polemiche i locali hanno continuato a lavorare". 

Dal punto di vista tecnico non ci sarebbero state particolari difficoltà. I controlli sarebbero scorsi abbastanza rapidamente. Alcune difficoltà si sarebbero verificate quando gli avventori, in particolare quelli provenienti dagli Stati Uniti, hanno mostrato un pass internazionale. La certificazione infatti non viene "letta" dal sistema di controllo europeo. Ma in poco tempo i problemi sono stati risolti; la certificazione infatti mostrava chiaramente l'avvenuta vaccinazione. 

L'entrata in vigore del green pass nell'Aretino non avrebbe frenato la voglia di uscire e di incontrarsi con amici e parenti. 
"Ci sono dati elaborati da Sgv - spiega Alvisi - che mostrano come ci sia anche tra gli italiani una percentuale di persone che proprio grazie al green pass hanno dichiarato che torneranno nei locali. Ma se il loro numero sarà importante lo vedremo solo nelle prossime settimane". 

Il problema vero, dunque, pare essere rimandato all'autunno: a quando sarà freddo per far accomodare all'aperto i clienti. Anche se la speranza è che prima di quel periodo la pandemia fermi la sua corsa. 

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