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Grazzini: “La soppressione del tribunale fallimentare un grave danno. La politica si muova"

In riferimento alla legge n. 155  approvata  il 19 ottobre 2017 in base alla quale, stando all’articolo 2 comma 1 lettera n) Arezzo rischia di perdere il suo tribunale fallimentare accorpato a Firenze con quello di Siena, il presidente dell’Ordine...

In riferimento alla legge n. 155 approvata il 19 ottobre 2017 in base alla quale, stando all’articolo 2 comma 1 lettera n) Arezzo rischia di perdere il suo tribunale fallimentare accorpato a Firenze con quello di Siena, il presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili della provincia di Arezzo Giovanni Grazzini esprime tutta la sua preoccupazione:

Pezzo dopo pezzo, Arezzo perde le trame del suo storico tessuto economico ed industriale. Entro breve, con gli accorpamenti delle sezioni fallimentari dei Tribunali, previste nella legge delega di riforma, Arezzo rischia di perdere anche il luogo dove si affrontano le crisi di impresa. Non possiamo permetterci di impoverire e marginalizzare ulteriormente questo territorio. Il paradosso – prosegue Grazzini - è che nel polo tirrenico (Livorno, Pisa, Lucca) avremmo tre sedi nel giro di poche decine di km, mentre in una città come Arezzo, tra le maggiori della toscana per numero di aziende, fatturato, esportazione, con un tessuto economico di tutto rispetto, la sede verrebbe soppressa e dirottata a oltre 70 km di distanza, ben di più se si considera la distanza dalle città di Valtiberina e Valdichiana. Se la legge entrasse in vigore secondo Grazzini si creerebbe un danno enorme per il territorio aretino: “Oltre ad un disagio per gli operatori, si avrebbe un enorme disagio per le aziende, per i lavoratori, un sicuro scadimento dei tempi e della celerità delle pratiche, la perdita della prossimità al territorio e della sua conoscenza, una dispersione delle professionalità che operano in questo ramo del diritto: si pensi al pendolarismo di chi (imprenditori, commercialisti, legali) dovrà affrontare un'istruttoria pre-fallimentare o per un concordato preventivo, o ai tempi per definire le pratiche per i dipendenti in una procedura, e così via.”

L’Ordine dei Dottori commercialisti ha già avviato un confronto con la Camera di Commercio e l’Ordine degli avvocati di Arezzo per creare un fronte comune e scongiurare tale ipotesi. “Faccio un appello alle forze politiche – conclude Grazzini - ai candidati alle elezioni, alle associazioni di categoria, ai sindacati dei lavoratori, agli altri ordini professionali affinché non permettano questo ulteriore scippo a danno della collettività: doversi riferire a Firenze porterà intasamento, costi, lungaggini burocratiche, dilatazione dei tempi.”

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