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Gioco d'azzardo. Ad Arezzo la spesa pro capite per le slot è di 731 euro, i conti. Simona Neri: "Parola d'ordine formazione"

"Arezzo, Montevarchi, Sansepolcro e San Giovanni Valdarno sono solo alcuni dei Comuni che nel 2016 hanno addirittura superato la spesa media provinciale sul comparto delle slot, ovvero 731 € pro-capite. Ho infatti elaborato un dato della nostra...

"Arezzo, Montevarchi, Sansepolcro e San Giovanni Valdarno sono solo alcuni dei Comuni che nel 2016 hanno addirittura superato la spesa media provinciale sul comparto delle slot, ovvero 731 € pro-capite. Ho infatti elaborato un dato della nostra Provincia di Arezzo rispetto alla sola spesa sulle cosiddette “macchinette”, ovvero AWP (che si trovano prevalentemente dentro ai bar o tabacchi) e VLT (che invece si trovano nelle sale slot dedicate)".

A sostenerlo è il sindaco di Pergine Valdarno Simona Neri, Responsabile Progetto Ludopatie Anci Toscana. E' il primo cittadino valdarnese a tornare sull'argomento e, dati alla mano, realizzare un'indagine accurata su quello che è il panorama locale.

"Nel 2016 - prosegue il sindaco - sono stati complessivamente 478 i milioni che nella provincia si sono riversati nel comparto del gioco ed oggi evidenzio che di questa impressionante cifra, 252 milioni (ovvero più della metà, coerentemente con il dato nazionale) afferiscono al solo settore delle slot.

Il giocatore d’azzardo quindi gioca prevalentemente su AWP e VLT, che sul nostro territorio sono circa 2350 (di cui 705 solo nel capoluogo aretino). A seguito dell’accordo raggiunto in Conferenza Unificata tra Stato, Regioni ed Enti Locali il numero di AWP verrà sensibilmente ridotto nei prossimi mesi. Il controllo del fenomeno della dipendenza patologica da gioco passa anche da questa misura, insieme agli interventi che tutti gli attori del contrasto alla ludopatia metteranno in campo: i regolamenti dei Comuni con distanziometro e mappatura dei luoghi sensibili, le ordinanze dei Sindaci per la regolazione delle fasce orarie di apertura, maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine e soprattutto le iniziative sanitarie degli operatori sanitari dei SerD che, specialmente sul nostro territorio, hanno costruito una rete di sostegno forte ed in continuo aggiornamento che in accordo con il terzo settore e le Istituzioni sta creando moltissime occasioni di sensibilizzazione.

La dipendenza da gioco è un fenomeno in netta crescita che riguarda gli amministratori e gli uffici delle Politiche Sociali molto da vicino: distrugge le famiglie ed i rapporti e forse si tratta dell’unica dipendenza che coinvolge massicciamente anche gli anziani. Intervenire si può, intanto, attraverso le iniziative sopra citate che, ad esempio, nel caso di Pavia (ribattezzata nel 2013 dal New York Times come la “Capitale mondiale dell’azzardo”) hanno portato a ridurre la spesa procapite cittadina da 2500 a 1300 € in tre anni.

Nell’attesa dei decreti attuativi del MEF sull’accordo in C.U., che ridurranno il numero di AWP da 24.000 a 16.000 in Toscana e che autorizzeranno, senza più fraintendimenti, i Sindaci a regolamentare le fasce orarie sensibili di interruzione del gioco, il mio appello è quello di portare in approvazione i Regolamenti Comunali per mappare i luoghi sensibili di ognuno dei nostri territori. La parola d’ordine rimane però “formazione”: i bambini devono conoscere già dalla tenera età i rischi connessi alla compulsività del gioco ma soprattutto del gioco on-line. Ancora troppa pubblicità insiste sulle fasce orarie non protette ed ancora troppi riferimenti culturali o mediatici si prestano come testimonial del mondo dell’azzardo. Il gioco è bello quando è sociale."

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