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Gabriele Veneri (Orafi CNA): "Da Gold Italy mi aspetto business e conferme"

“E’ un momento importante per la città, la fiera è un potenziale volano strategico per il territorio, ci aspettiamo che porti business”. Così Gabriele Veneri portavoce degli orafi di CNA Arezzo guarda a Gold Italy che apre i battenti ad Arezzo...

“E’ un momento importante per la città, la fiera è un potenziale volano strategico per il territorio, ci aspettiamo che porti business”.

Così Gabriele Veneri portavoce degli orafi di CNA Arezzo guarda a Gold Italy che apre i battenti ad Arezzo Fiere. Un appuntamento che arriva in un momento particolare per il settore orafo. “Arezzo è cresciuta in termini di export e di produzione nei primi mesi di quest’anno, con un valore pari a circa 2 miliardi di euro; di poco, ma ha conquistato un segno positivo, a differenza dei distretti di Valenza e Vicenza che hanno registrato un calo. Anche grazie a questi segnali, vedo e ascolto un leggero ottimismo tra i colleghi orafi”.

“Cosa mi aspetto? Che questa fiera dia concretezza a queste sensazioni, i numeri ci sono, la presenza di 300 espositori la rende di caratura internazionale, le collezioni proposte sono all’altezza delle richieste“.

Un lavoro ancora più mirato forse va fatto in due direzioni secondo Veneri: “La prima nei confronti dei buyer: la fiera deve essere attrattiva verso quelli giusti e veramente interessati che potrebbero essere ancora più responsabilizzati e coinvolti. Sono sentinelle dei mercati e allo stesso tempo possono avere un occhio critico rispetto all’offerta che trovano in fiera”.

Ma un’azione importante andrebbe fatta anche nei confronti dei costi: “Per le aziende - dice Veneri - è molto oneroso essere presente alle manifestazioni fieristiche ed alcune imprese alla fine non riescono nemmeno a fare affari utili per ripagare gli stand. Servirebbero condizioni più favorevoli, vista la complessa fase economica che stiamo vivendo, per agevolare le aziende che hanno meno forza e possibilità di altre per partecipare ad eventi simili. Occorrono interventi di contenimento dei costi, magari anche attraverso politiche di sostegno da parte di chi ci governa a livello locale e nazionale, affinchè si investano più risorse per l’internazionalizzazione delle imprese”.

Anche per questo c’è un lavoro congiunto delle associazioni di categoria e di tutto il comparto orafo: “Siamo più uniti e abbiamo le idee chiare: la consulta orafa ha iniziato a incontrarsi con tutti gli attori per trovare delle soluzioni strategiche ma anche operative, il dialogo trasversale è in corso”.

Alla fine c’è positività e consapevolezza del valore del made in Arezzo: “Certo, dico viva Arezzo, che nonostante tutto ha sempre le aziende più belle dal punto di vista dello stile, del design, delle tecnologie, dell’artigianalità, delle maestranze; ci osservano da tutto il mondo, siamo i primi in Europa con 1208 imprese, 7745 addetti e se operassimo in un altro stato, saremmo i primi del mondo.”

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