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Le scale mobili, la Giostra e suor Rosalba assessora. Arezzo saluta il suo primo sindaco ingegnere

Dalle 9.30 di questa mattina camera ardente all'interno della sala del consiglio comunale a palazzo Cavallo. Alle 15, in duomo, verranno officiati i funerali

Forse quello per Arezzo è stato uno dei suoi più grandi amori. Un affetto fortunato, condiviso e ricambiato, per il quale non sono mancate vette elevatissime e i bassi cronici. Luigi Lucherini ha lasciato la sua città a 92 anni durante una notte d’estate. Se ne è andato senza grande clamore, senza lasciar intuire niente né alla famiglia né agli amici. Un’uscita di scena silenziosa ma non per questo rimasta inosservata. Dalle 9.30 di quest’oggi, 10 agosto, e fino alle 14, la salma di Lucherini sarà esposta all’interno della sala del consiglio comunale di Arezzo mentre, alle 15 in punto, la città potrà digli addio all’interno del duomo dove saranno officiate le esequie funebri.

1999: Arezzo incorona Lucherini

Continua il cordoglio per la scomparsa del primo sindaco ingegnere della storia aretina. Lui, professionista stimato e conosciuto per i suoi lavori in giro per il mondo, nel 1999 decise di lanciarsi in un’avventura senza precedenti proponendosi come sindaco. Il 27 giugno di quello stesso anno la sua Arezzo lo premiò affidandogli le chiavi di palazzo Cavallo. Una vittoria epica, inattesa, straordinaria. Per la prima volta nella storia post bellica Arezzo scelse di essere governata da una coalizione di centrodestra il cui capitano era un ingegnere. “Prima di quel giorno - ha raccontato il sindaco Alessandro Ghinelli - ‘il Gigi’ mi chiamò per chiedermi se fossi disponibile a seguirlo in quella avventura. Ci misi mezzo secondo prima di rispondergli sì”. A suor Rosalba Lucherini offrì un assessorato.

“Sono orgoglioso di Ghinelli, è il mio delfino”

A Ghinelli, successivamente, Lucherini affidò l’incarico di aiutarlo a pensare ad una nuova Arezzo. “Lo scelsi come assessore all’urbanistica - raccontò qualche anno fa Lucherini - mi candidai perché volevo dare tutta la mia professionalità alla città e Alessandro era l’uomo giusto per aiutarmi in questo percorso e, se nessuno si fosse messo il coltello tra i denti per pugnalarmi, sarebbe stato il mio successore diretto. Lui è il mio ‘delfino’ e per vederlo governare ho dovuto attendere oltre 10 anni”. Insieme a Ghinelli, nel suo primo governo, Luigi Lucherini scelse come suo vice Alberto Merelli mentre a Rossella Angiolini Soldini, Armando Cherici, Paolo Berti, Giulio Arrigucci, Francesco Macrì e Gianni Cantaloni affidò i vari assessorati. “Io - racconta Pier Luigi Rossi, attuale primo rettore della Fraternita dei laici - venni eletto come consigliere. Ma la mia amicizia con Luigi è iniziata prima di quell’anno. Era il 1995 quando ci conoscemmo. Io mi proposi come candidato sindaco e lui si avvicinò a me per dimostrarmi stima e sostegno. Fu un incontro, come quello che ho avuto con Piero Comanducci, che diede inizio ad una importante amicizia durata fino alla sua morte”.

Di Luigi Lucherini sono le progettazioni e le realizzazioni delle prime rotatorie in città, delle scale mobili, l’attuale tangenziale, la piscina comunale di viale Gramsci, il parcheggio sotterraneo di piazza del Popolo, La Vela, sede del nuovo tribunale cittadino. “Arezzo deve molto a lui - aggiunge ancora Rossi - ha dato il via ad una importante e profonda stagione di rinnovamento per la città”.

Giostra: tra migliorie, cambiamenti e Alberto Sordi in tribuna d’onore

“Il Saracino sa fare su Arezzo un miracolo unico: le fa riscoprire le sue radici e le esalta”. A ricordare le parole dell’ingegnere Luigi Lucherini è stato l’ufficio stampa della Giostra che, per rendere omaggio a colui che presiedette l’Istituzione fino al 2005, ha voluto condividere sui social alcuni dei momenti più salienti della sua attività in ambito giostresco. “All’ingegnere si deve l’illuminotecnica di piazza Grande usata ancora oggi, la decisione, insieme ai rettori dell’epoca, di correre l’edizione di giugno in notturna, la revisione dei procedimenti di misurazione, il tentativo di portare lo svolgimento della Giostra del Saracino nella Grand Place di Bruxelles, suo cruccio non esserci riuscito ma che fa capire quanto per lui niente fosse impossibile da realizzare”.

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Nelle foto: Alberto Sordi in tribuna d'onore alla Giostra straordinaria del 9 settembre 2000.

Il bis, Variantopoli e il ritorno in consiglio

Nel 2004 Lucherini scelse di affrontare una nuova campagna elettorale sfidando l’avversaria di centrosinistra, Monica Bettoni. Anche in quel caso, come avvenuto nella consigliatura precedente, vinse al ballottaggio. La giunta bis contava su: Paolo Enrico Ammirati (vicesindaco), Rossella Angiolini Soldini, Marco Badiali, Alessandro Ghinelli, Gianni Cantaloni, Francesco Chianini, Giovanni Chianucci, Abramo Guerra, Guglielmo Borri e Francesco Macrì. Ma in questo caso l’avventura amministrativa terminò anzitempo. Nel 2006 con lo scoppio dello scandalo Variantopoli, inchiesta che travolse palazzo Cavallo, la città dovette tornare al voto. Lucherini, per quella vicenda, venne condannato in primo grado e secondo grado a 2 anni 4 mesi per abuso d’ufficio, reato poi prescritto in cassazione. Nel 2011, l’ex sindaco tornò a fare politica scegliendo di correre l’anno successivo con la sua lista Progetto per Arezzo con la quale riuscì a conquistare un posto all’interno dell’assise cittadina. “Per quello che ho subito io - raccontò Luigi Lucherini (vedi intervista video) - ricordo di aver messo in guardia anche Matteo Bracciali. Quando si candidò a sindaco, sebbene sfidasse Alessandro, venne da me e mi chiese che cosa ne pensavo della sua scelta. Gli dissi solo di guardarsi le spalle anche da coloro che si professano amici”.

Un libro sulla sua vita

Nell’ultimo periodo Luigi Lucherini ha abbandonato ogni velleità politica lasciando alla figlia, Francesca, il compito di vestire i panni di assessora nella giunta bis di Ghinelli. Ma nonostante un’apparente distanza, non ha mancato di seguire ogni singolo evento ed evoluzione con discrezione e attenzione senza scomporsi o irrompere sulla scena.

“Con Luigi abbiamo condiviso molto - prosegue Pier Luigi Rossi - gli sono rimasto vicino fino alla fine e l’ho incoraggiato a scrivere un libro di memorie così da consentirgli di raccontare la sua storia personale e amministrativa. Di politica? No, non parlavamo mai. Parlavamo di Arezzo, della Fraternita, di quanto la città avesse bisogno di riappropriarsi di un’identità forte. Lui l’aveva capito e nelle pagine del suo libro intendeva mettere proprio questo. Lo ha terminato di scrivere qualche settimana fa. Avevamo pensato di presentarlo a settembre. Mi aveva chiesto di essere al suo fianco durante la presentazione. Purtroppo però il destino ha voluto che fosse lui a mancare l’appuntamento”.

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