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Fondazioni. Tanti: "Processo partecipativo poco credibile", il Pd: "Solo attacchi scomposti". L'affondo di Romizi

Il botta e risposta tra amministrazione comunale e Partito Democratico sul percorso partecipativo aperto da UdA sul futuro delle fondazioni scuola e sociale e la posizione di Arezzo In Comune

“Va da sé che ad un Comitato che si chiama ‘Arezzo non ha bisogno di Fondazioni’ non possiamo prestare il fianco". Sono queste le parole che la vicesindaca del Comune di Arezzo, Lucia Tanti, sceglie per intervenire in seguito alla presentazione del percorso partecipativo promosso dall'Unione donne per Arezzo e dal Comitato ‘Arezzo non ha bisogno di Fondazioni’ sul tema delle fondazioni.

"Non possiamo aderire ad una proposta formulata da chi, già nel nome, esplicita una avversione, e ciò anche in contraddizione con un processo partecipativo che, se vero, trae le conclusioni alla fine di un procedimento, e non all'inizio - spiega la vicesindaca - Insomma: un semplice punto interrogativo sarebbe bastato a non tradire la vera natura di questa iniziativa che tiene insieme, a ben vedere, l'opposizione in tutte le sue forme. Percorso legittimo, ci mancherebbe, ma è altrettanto legittimo che chi governa debba realizzare il proprio programma elettorale. E lo faremo così come è normale a partire dalla Fondazione Arezzo Comunità che appunto era nel programma e che, anche grazie alla partecipazione delle quasi 20 realtà di terzo settore che si sono rese disponibili a supportarne l'idea, ha meglio definito se stessa, così come emergerà dai lavori consiliari già in fase di calendarizzazione per l'approvazione della Fondazione entro l'anno. Detto questo, ho letto il progetto del Comitato e, dico la verità, personalmente lo trovo apprezzabile nelle intenzioni ancorchè un pò datato nell'approccio culturale che tradisce una afferenza politica forse superata dalla realtà. Tuttavia credo che alcuni di quegli stimoli possano trovare spazio e ascolto proprio nella operatività della nuova Fondazione, che nasce apposta per garantire una partecipazione costante e non "spot" o utile a rallentare le scelte di una maggioranza. Resto convinta che ci sia bisogno di tutti per disegnare il welfare di domani, ma resto altrettanto convinta della bontà dello strumento e del diritto/dovere che abbiamo di realizzarlo, non fosse altro nel rispetto di chi, esattamente un anno fa, ha deciso di rinnovare la fiducia al Sindaco Ghinelli. Se poi esiste una compagine politica che ritiene che Arezzo non abbia bisogno delle Fondazioni, avrà modo e tempo di realizzare questo progetto quando sarà alla guida della Città, quindi non adesso”.

Al dibattito politico si è aggiunto anche il Pd: "La vicesindaca Tanti attacca in modo scomposto l'opposizione sul tema Fondazioni. E lo fa con arroganza, rifuggendo dal confronto trasparente su una scelta di cui non ha mai spiegato in modo chiaro contenuti ed obbiettivi. Perché ha paura del confronto? Perché teme che i cittadini siano informati? Di certo c'è che con la Fondazione avverrà la privatizzazione di nidi, scuole materne e politiche sociali. Uno stravolgimento profondo nella vita di tutti gli aretini, di cui la grande maggioranza non conosce il rischio, proprio perché l'assessore Tanti si è ben guardata dall'informazione in modo trasparente tutta la cittadinanza così come i consiglieri comunali. Se si ha paura di informare correttamente e con trasparenza, di solito è perché si ha o poco rispetto dei propri cittadini la coscienza poco tranquilla. Dica l'assessore Tanti perché ad esempio, visto che dice che il Terzo settore è d'accordo, perché non lo ha consultato come prevede la normativa e cioè in modo collegiale, preferendo incontrarli uno ad uno, separatamente, quasi come in un una trattativa privata di dubbia legittimità e che inoltre potrebbe aver costretto alcuni a dire di sì anche per non perdere la gestione di servizi ed attività e quindi mettere a rischio i propri dipendenti?

Inoltre, diciamo con chiarezza che Tanti racconta balle quando dice che la sinistra quando tornerà a governare la città potrà sciogliere la Fondazione. Sa infatti benissimo che ciò è difficilissimo e che tutte le casistiche dimostrano che mai, il patrimonio attribuito dal Comune alla Fondazione torna indietro se non in minima parte. Dica l'assessora quanto ammonta il valore immobiliare che ospita nidi, scuole materne, attività e servizi sociali. Così come il patrimonio dell’Istituto Fossombroni, Fraternita dei Laici, Aliotti e Thevenin che vengono indicati come partner d progetto Fondazioni.

La città deve sapere il rischio che corre anche in tal senso. Il patrimonio del Comune e delle sue partecipate è frutto del lavoro di decenni, ed è patrimonio di tutta la collettività e non di chi temporaneamente governa e li espone a rischio.
La Fondazione non è ancora concretezza, ma ciò che è evidenza è il fallimento dell'operato dei 6 anni di amministrazione della Tanti: nessuna lettura dei bisogni delle persone su cui fondare una seria e verificabile programmazione ed azione: dagli anziani, ai minori, adolescenti famiglie mononucleari e monoreddito. Di quali attività, sostegni e servizi hanno bisogno? Come sono mutati i bisogni delle famiglie rispetto alle politiche e servizi educativi? Tutto fermo ed immutato nonostante normative e finanziamenti regionali e nazionali. Tutto fermo, ingessato, con uffici ridotti al l'osso in termini di personale amministrativo, ma anche di figure dedicate alla progettazione che negli anni precedenti all'arrivo della giunta Ghinelli elaboravano progetti ed azioni all'altezza dei vecchi e nuovi bisogni.

Un fallimento totale che con la Fondazione non potrà che peggiorare: sarà la Fondazione a stabilire regole di accesso, costi dei servizi. Ed i cittadini? Non avranno nessuna voce in capitolo. Così come non avranno voce e ruolo il consiglio comunale ed i consiglieri".

L'intervento di Francesco Romizi (Arezzo in Comune)

“La dichiarazione della vicesindaca Lucia Tanti sulle fondazioni è scritta, come di consueto, intingendo il pennino nella boccetta dell’acredine e della faziosità. Francamente non ho memoria di avere dibattuto di fondazioni durante la campagna elettorale quindi che la sinistra, come lei sostiene, abbia dichiarato guerra a tale progetto fin da allora è un’affermazione non vera. Anche perché, siccome mi ritengo di sinistra, avrei dovuto essere io a scagliarmi contro. 

A questo punto noi crediamo una cosa: la campagna elettorale è finita e il dibattito deve trascendere i partiti e diventare confronto reale con la città e i protagonisti del sociale e dell’educazione, attraverso un percorso partecipativo. Proprio quello che Tanti considera uno spreco. Uno ‘spreco’, aggiungo, da 10mila euro, che la Regione metterebbe peraltro a disposizione, contro i 400mils del famoso Raro Festival, il flop che perfino la Giunta ha pensato bene di non replicare. 

Con chi alimentare tale percorso? Partendo dai 1.800 cittadini che hanno già firmato un appello con cui chiedono di dire la loro in merito al futuro dei servizi alla persona. Nel momento in cui l’amministrazione comunale intende mutare drasticamente natura e funzioni del Comune e trasformare ambiti importantissimi con scelte irreversibili, abbia almeno lo scrupolo di procedere con prudenza e dialetticamente. Altrimenti dimostra una concezione ‘quinquennale’ della democrazia: dopo il voto il diluvio. Con il tempo tra un’urna e l’altra derubricato a fastidioso interludio”.

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