Fiera Antiquaria di giugno positiva. Comanducci: "A luglio atmosfera nuova, tanti eventi e città coinvolta"

Dopo svariate edizioni colpite dalla pioggia, quella di giugno si è salvata. La Fiera Antiquaria di Arezzo ha la sua più grande particolarità nel fatto che si distende all'aria aperta nelle piazze e nelle strade del centro storico, con tutta la sua bellezza e unicità, ma anche naturalmente soggetta alle intemperie, tanto che ormai è detto comune "quando c'è la Fiera piove".

Il cielo questa volta ha smentito tutti. Così che visitatori e espositori hanno potuto animare il grande mercato dell'antiquariato, seguito da vicino dall'assessore Marcello Comanducci che abbiamo intervistato.

Assessore c'è il sole

Finalmente un'edizione senza pioggia.

E' stato in Fiera come fa di solito, come l'ha vista?

Si ho visto una Fiera molto positiva e ce n'era davvero bisogno dopo le edizioni scorse quasi sempre danneggiate dagli eventi atmosferici. Positiva perché siamo tornati sui 300 espositori presenti e quindi il percorso è praticamente al completo. Ho visto tanti turisti, complice il ponte che ha riempito gli alberghi. Gli espositori hanno riportato le opere dell'ingegno nella zona della Badia.

E' la seconda edizione che mette a disposizione le sale del palazzo di Fraternita. Come sta andando?

Se a maggio, quando partì l'esperimento, abbiamo avuto solo un espositore, adesso le sale sono al completo con 7 antiquari di alto livello che hanno portato prodotti importanti che vanno proprio nella direzione che vogliamo percorrere, quella della riqualificazione. Si tratta di persone che arrivano tutte da fuori regione, da Roma e da Cuneo per esempio, che hanno negozi importanti e non vogliono esporre all'aperto.

Poi c'è l'esperimento ormai decollato di via Bicchieraia?

E' una strada particolare, di congiunzione tra le due parallele della Fiera, dove troviamo Giorgia Carpenito e i suoi artisti internazionali con Mosaicart che lavorano ai mosaici lungo la strada, l'esposizione del Cenacolo, la sede di Signa Aretii aperta, e il restauro dii tappeti dell'associazione la Staffetta.

Sono ormai due anni che si occupa di Fiera, come sta questa manifestazione?

E' un mondo complesso e lo abbiamo studiato tanto per capire i motivi del suo andamento. Innanzitutto c'è il problema del Durc che ci ha falcidiato 40 espositori anno scorso e 30 quest'anno, numeri impressionanti, sui quali però non possiamo farci niente anche se oltre al danno c'è la beffa che nelle altre manifestazioni pochi lo chiedono, quindi noi si mandano via e li altri se li prendono.

Poi c'è una mancanza di scambio generazionale, gli espositori storici vanno in pensione e raramente i giovani subentrano. Quando ho analizzato i numeri della Fiera mi sono reso conto che non c'è una grossa contrazione de mercato, di antiquariato ci sono 70 eventi sono a maggio in Toscana.

Cosa deve migliorare nella Fiera?

Dobbiamo crescere su due livelli, quello qualitativo con le aste e gli antiquari in Fraternita ad esempio e quello della diversificazione rispetto alle altre fiere.

Come?

Quello della Fiera deve diventare un fine settimana, non solo di mercato, ma che sprigioni cultura, passione, una vera atmosfera diversa. Questo si sperimenterà nell'edizione di luglio, grazie al lavoro fatto in collaborazione dagli uffici del Suap, del turismo e della cultura.

Cosa vedremo in città?

Una marea di attività, eventi culturali, teatro nei balconi, musica antica su vinile, cori e addirittura un barber shop sta organizzando il primo raduno dandy. Moltissime associazioni culturali hanno aderito, saranno fatte conferenze sul collezionismo, useremo le piazze, la Fortezza, il chiostro del Comune, con la partecipazione anche dei negozi. Se tutto si incastra sarà una fiera nuova, diversa da sempre, che potrà portare ad Arezzo e attirare intorno all'Antiquaria anche target di visitatori che finora non l'hanno considerata.