Torna la festa al Sasso di Simone
La “troncata” Croce è stata ricomposta e ricollocata nel sito storico
L’annuale festa del Sasso di Simone, che si celebra la seconda domenica di agosto, quest’anno è arricchita di molteplici significati e opere. Il sindaco Franco Dori, ha messo in moto un “parterre” di autorità, di iniziative, che partendo dal comune di Sestino – nel cui territorio ricade lo storico Sasso – è riuscito a coinvolgere numerosi Enti e personalità.
Il dato centrale è la ricollocazione e la riconsacrazione della storica Croce, innalzata nel 1913, “anno costantiniano”, ma stroncata da una burrasca di pioggia e venti nel 2019. La Croce non è solo un “monumento” è un capitolo di storia locale che coinvolge la Toscana sestinate e tutto il Montefeltro e non fu – e non è – quell’agosto 1913- un fatto di religiosità locale: era la partecipazione ad un evento nazionale, una data storica nella quale si festeggiava -principalmente – la libertà religiosa riconosciuta al nascente cristianesimo dall’imperatore Costantino.
La “troncata” Croce è stata ricomposta e ricollocata nel sito storico, grazie all’apporto soprattutto dell’esercito italiano, che è il proprietario del luogo e di un ampio territorio circostante, che coinvolge - oggi- Toscana-Marche-Emilia Romagna. Importante il ruolo della Regione Toscana e dell’Unione dei Comuni della Valtiberina ma anche del Parco interregionale con sede in Carpegna.
Come nel 1913, anche in questa occasione gli aspetti religiosi coinvolgono sia la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, sia la diocesi S.Marino-Montefeltro. La festa inizia di prima mattina, perché, al di là dei fuoristrada che aiuteranno a traslocare gli avventori prenotatisi, alle ore 11,30 sarà celebrata la Messa, e, appunto, la riconsacrazione della Croce e il “racconto” di questi anni di attesa e di fervoroso lavorio per arrivare a vedere svettare il monumento nel mezzo della pianura sommitale, nel luogo dove sorgeva la medioevale abbazia benedettina di S.Michele Arcangelo. Interverranno il sindaco Franco Dori, il vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Andrea Turazzi, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il generale di Corpo d’Armata Carlo Lamanna, il Comm. Silvano Simone Bettini, il presidente del Parco interregionale di Carpegna Lino Gobbi. Saranno lassù, a 1200 mslm , anche storici, come Enrico Coppi, il primo studioso della fase fiorentina del Sasso di Simone, la già Soprintendente Paola Refice, che si portò, con il sindaco di allora, a controllare la situazione della croce atterrata, impostando il progetto ricostruttivo.
La festa - che da sempre convoglia numerosi fedeli ed escursionisti - sottolinea le qualità del Sasso di Simone e quest’anno – nonostante un ritardo dovuto alla pandemia- si colloca nel cinquecentenario del passaggio di Sestino alla Repubblica di Firenze. Un passaggio storico importante, per Sestino, ancora oggi “toscano” in un groviglio di confini interregionali, per Arezzo e la Toscana - perchè, tramontati i progetti politico-militari dei Medici - Provincia e Regione si trovano a valicare l’Appennino, per guardare il mare Adriatico.
L’area è uno straordinario esempio di morfologia e geologia, con visioni multicolori straordinari, presenze di flora, vegetazione, fauna di particolari interessi botanici e naturalistici. Non a caso - quindi – da una parte è Riserva Naturale toscana, dall’altra Parco interregionale.
Oggi è - in tal modo – uno dei principali attrattori per il turismo di questi straordinari ambienti appenninici. Dove la natura si sposa a cultura, tradizioni, storia, archeologia: Simone fu la sede della divinità pagana del dio Semo Sanco. E non a caso, quindi, il cristianesimo vi si instaurò, facendone un centro religioso per tutta l’area feretrana.