La festa di San Donato e "la 'chiesa bella' che guarda ai giovani"
Tanti aretini oggi hanno partecipato alle celebrazioni per il patrono della città. Il vescovo Migliavacca e l'omelia che parte dalla tradizione per parlare ai giovani
Centinaia di aretini in preghiera nel giorno della festa del santo patrono. Sono stati tanti i fedeli che in questo lunedì hanno partecipato alle cerimonie religiose che si sono tenute ora dopo ora sia in cattedrale sia alla Pieve. Di ritorno da Lisbona, dove ha preso parte alla Giornata mondiale della Gioventù, il vescovo Andrea Migliavacca ha preso parte, per la prima volta da quando è arrivato ad Arezzo, alle celebrazioni. E proprio l'esperienza della Gmg è diventata un "ponte" che ha unito la tradizione di questa festa secolare alle giovani generazioni e alle problematiche che le giovani generazioni, con grande semplicità, cercano di affrontare: la guerra e la crisi climatica in primis.
"San Donato, se vedesse con lo sguardo dei giovani - ha detto il vescovo - ci esorterebbe a crescere nell'amicizia". Nello sguardo dei giovani incontrati a Lisbona Migliavacca ha visto "lo sguardo di chi cerca fraternità". Un sentimento che ha notato in quei ragazzi che hanno conosciuto coetanei di ogni parte del mondo e con i quali hanno scambiato "gadget, piccoli oggetti, come un braccialetto, per avere qualcosa di loro. E lo hanno fatto con una semplicità di chi nello scambio dei propri piccoli doni vive la gioia di uno sguardo, di una stretta di mano. In altre parole di quella fraternità che è la strada della pace". Da qui un messaggio contro la guerra e la consapevolezza che "i giovani sono icona della pace". E con la stessa semplicità i ragazzi vivono il loro ambiente, rispettandolo.
"Lo sguardo di San Donato oggi rivolto alla nostra chiesa - ha concluso Migliavacca - ci direbbe di fare spazio ai giovani: perché posso brillare. I quasi 400 giovani che torneranno da Lisbona nelle nostre comunità potranno tutti brillare".