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Federica: la pittrice che sogna di fare la cuoca. È lei il nuovo alfiere della Repubblica secondo il presidente Mattarella

È l’unica aretina tra i 30 ragazzi nominati Alfiere della Repubblica direttamente da Sergio Mattarella. Un riconoscimento che ha sorpreso, e non poco, l’intera famiglia della giovane artista

Federica in realtà vorrebbe fare la cuoca ma questa volta ad aver impressionato la più alta carica delle Stato è stato il suo talento di pittrice. Una passione, quella per la realizzazione tempere e pennelli, cresciuta pian piano, grazie anche al supporto di sua mamma che con lei si siede davanti alle tele bianche supportandola e spronandola ad esprimersi attraverso questa forma d'arte. Un interesse ulteriormente coltivato durante i mesi di lockdown e che oggi, come detto, è stato notato anche dal Presidente della Repubblica. Sì perché Federica Mauro, 18 anni e affetta da una malattia genetica rara, è l’unica aretina tra i 30 ragazzi nominati Alfiere della Repubblica direttamente da Sergio Mattarella. Un riconoscimento che ha sorpreso, e non poco, l’intera famiglia della giovane artista. “Ho ricevuto una telefonata da parte di una persona che si è presentata come un componente dello staff del Presidente Mattarella - spiega babbo Salvatore - sono rimasto in silenzio per qualche secondo perché pensavo si trattasse di uno scherzo. Poi, dall’altro capo del telefono, mi è stato detto che era tutto vero e che Federica era stata riconosciuta meritevole dell’importante onorificenza. Mi sono emozionato moltissimo”. E così un giorno come tanti altri si è trasformato in uno di quei momenti indimenticabili che segnano per sempre la vita. “In casa non si parla d’altro - prosegue Salvatore - abbiamo dato conto di quanto successo anche alla scuola di Federica, l’Itis di Arezzo, che ha svolto un ruolo fondamentale nel supportare nostra figlia. Credo che la sua storia possa essere presa ad esempio di come anche le persone diversamente abili, se supportate e stimolate, possano concretizzare i propri sogni e aspirazioni. Mission che abbiamo fatto nostra nell’associazione che abbiamo creato: ToscanAbile Onlus”.

L’obiettivo dell’associazione, come si legge nel loro sito internet, è quello di usare come tramite l’arte e la cultura proprie della Toscana, unite al concetto di bellezza per migliorare la convivenza sociale e civile del territorio e non solo. Intenti che vengono perseguiti grazie ad una rete sul territorio che offre l’opportunità di avviare percorsi individuali e calzati sulle necessità di ogni singolo individuo come, appunto, nel caso di Federica. “E pensare che lei da grande vorrebbe diventare cuoca - continua il padre - non vorrebbe fare la pittrice anche se questo mezzo espressivo le piace molto. Vedremo il futuro che cosa ha in serbo. Con una delle curatrici del volume “Dante l’Italiano”, che è anche una grande conoscitrice dell’Artusi, abbiamo in cantiere qualche progetto e vedremo se, insieme riusciremo a coniugare l’arte della cucina con quella pittorica”.

Nel frattempo l’incontro con il Presidente Mattarella è in calendario per il 14 dicembre.

La mostra di Federica Mauro. Disabilità, bellezza, divertimento

Le motivazioni del riconoscimento

Federica è stata nominata alfiere: "Per aver scoperto che la pittura può essere più forte della sua condizione di difficoltà. Così i settecento anni dalla morte di Dante sono diventati occasione per manifestare una potenzialità espressiva, altrimenti nascosta. Il lavoro di Federica è stato scelto dalla Dante Society di Londra come locandina del concorso artistico internazionale “Dante 700”, volto a celebrare il settecentenario dalla morte del sommo poeta. L’Accademia della Crusca ha voluto proporre l’opera di Federica come immagine di copertina del volume «Dante l’Italiano», che è stato presentato in occasione della ventunesima settimana della lingua italiana nel mondo e che sarà inviato a tutte le ambasciate, consolati e centri studi italiani nel mondo. Federica è una ragazza affetta da una malattia genetica rara, ma la pittura le ha consentito di esprimere una sensibilità, e di manifestare una potenzialità, che la sua forma di disabilità tendeva a celare. Si può dire che la pittura è stata una leva per oltrepassare i limiti posti dalle sue difficoltà. Il suo disegno è molto originale, ha ben poco di accademico o di tradizionale, ma anche per questo ha destato interesse e apprezzamento”.

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