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Coronavirus: chat e smartphone ancora "contagiati" da fake news. Ecco quali sono

Chi crea o condivide materiale falso può essere denunciato per procurato allarme o diffusione di false notizie

Contagi a macchia d’olio, pazienti in fin di vita, centri commerciali chiusi e, addirittura, messaggi del Ministero con disposizioni di chiusura di scuole e attività. Sono decine e decine le fake news che nelle ultime settimane hanno invaso social, chat private, siti internet, televideo e caselle di posta elettronica. Un diluvio utile solo a contribuire a creare disinformazione ed allarme. Oltre al crescente black humor e ad episodi di goliardia, l’avvento del coronavirus ha scatenato un’ondata di allarme che nella storia recente non trova pari.

Come destreggiarsi nella giungla dell’isteria collettivo, bufale e legittimi timori? La risposta è semplice: sangue freddo e logica. Si badi bene, questo non vuole essere un invito a prendere poco seriamente le disposizioni in materia di contenimento del virus, ma piuttosto un consiglio su come reperire informazioni utili a smascherare qualche falsità. Anzitutto è bene ritenere come attendibili solo le fonti ufficiali. Diffidare di screenshot o immagini che ritraggono documenti, tweet o annunci che non trovano riscontri istituzionali. In casi come quello attuale, dove la suscettibilità dei cittadini e lo stato di allerta sono alle stelle, il rischio per chi produce o diffonde notizie false è quello di essere denunciato per procurato allarme e/o diffusione di false notizie.

Ma veniamo alla cronaca di questi giorni. Sono fake news quelle riguardanti le scuole chiuse. Al momento in Toscana non è prevista alcuna ordinanza di questo tipo. Qualora dovesse essere disposta una misura di questa natura le amministrazioni locali e gli istituti scolastici avranno cura di renderla nota. La chiusura delle scuole di ogni genere e grado è stata disposta soltanto nelle “zone rosse” (Veneto e Lombardia).

Fake news sulle scuole chiuse: la smentita di palazzo Chigi

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Sono fake anche i post riguardanti i presunti casi di contagio da Coronavirus nel territorio aretino. Al momento l’azienda sanitaria è al lavoro per fare attività di controllo e prevenzione su tutti coloro che lamentano sintomi simili a quelli di una normale influenza. I pazienti definiti a rischio sono stati già presi in carico e saranno attentamente valutati dai medici dell’equipe di malattie infettive.

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A Bibbiena primo caso di Coronavirus in Toscana: è un falso

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Assolutamente falsa anche l'indicazione che invitava ad "evitare i negozi cinesi" indicando come fonte il Ministero. In questo caso si è trattato di una "catena" senza alcuna paternità rivendicata, "spammata" da tanti "untori" che hanno diffuso in maniera virale un messaggio fake. E' allarmismo ingiustificato, che crea solo ostilità nei confronti di chi è di origine orientale.

"Evitate i negozi cinesi": la bufala

Altra falsità è quella riguardante la chiusura di centri commerciali. Ne è esempio quello riguardante il territorio di Bibbiena: nei giorni passati, sono state diffuse informazioni completamente infondate. Come risposta, sindaco e comandante della compagnia dei carabinieri hanno realizzato un video per smentire la bufala e per spiegare in quali gravi sanzioni sta incorrendo chi continua a condividere il video.

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