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San Giovanni, Vadi: "Chi deve emettere diffida per la potenziale contaminazione di Podere Rota segnalata da Arpat?"

“La Regione e la Provincia sciolgano rapidamente la questione relativa all’attribuzione di competenza e stabiliscano chi delle due amministrazioni è titolata ad emettere ordinanza nei confronti del gestore della discarica per ‘potenziale contaminazione delle acque sotterranee’. Il Valdarno non può aspettare oltre”

Sono passati dieci giorni da quando Arpat, il 22 marzo scorso, invitava le Amministrazioni competenti, Regione e Provincia, ad emettere diffida con ordinanza nei riguardi del responsabile della potenziale contaminazione del sito della discarica di Podere Rota, perché il gestore dell’impianto provvedesse alla bonifica, ai sensi del Titolo V del Testo Unico sull’ambiente (Dlgs 152/2006). Da allora niente è stato fatto.

Già nel contributo tecnico istruttorio per la Conferenza dei servizi sul progetto di ampliamento della discarica di Casa Rota, in data 18 marzo, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale di Arezzo aveva confermato ed approfondito tutte le criticità emerse nel Rapporto di ispezione ambientale del 24 Settembre 2020 nel quale, a seguito di un ulteriore innalzamento delle concentrazioni dei solfati e del superamento di ulteriori parametri nella acque sotterranee, sottolineava la necessità per Csai di procedere alla “notifica di potenziale contaminazione”. Il gestore non aveva provveduto e Arpat si era vista costretta, nel dicembre 2020, con comunicazione da parte di soggetto pubblico di fronte all’inerzia del privato, ad attivare una procedura aperta nel Sisbon, il sistema informativo siti interessati da procedimento di bonifica.

Sempre nel documento di marzo, Arpat aveva anche smentito quanto affermato da Csai sulla naturalità delle condizioni del sottosuolo della discarica o sull’uso dei fertilizzanti in agricoltura quali cause a cui addebitare i superamenti dei livelli consentiti nelle acque sotterranee.

Per questo, con una relazione indirizzata a Regione, Provincia, Prefettura di Arezzo, Azienda Usl Toscana Sud Est, il 22 marzo ha richiesto espressamente un intervento della Regione e della Provincia affinché chi delle due abbia competenza in materia proceda con una ordinanza nei riguardi del gestore della discarica (articolo 244, comma 2, D.Lgs 15/06) e questo provveda alla bonifica del sito.

“L’ordinanza – spiega adesso il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi – è un passaggio non soltanto richiesto in maniera evidente dalla legge, ma fondamentale perché si riconosca la pericolosità potenziale del sito e la Regione proceda a sospendere il Provvedimento autorizzatorio unico (Paur). Non è pensabile infatti che si vada avanti con l’ampliamento di un sito che, come dichiara Arpat, presenta una contaminazione potenziale delle acque sotterranee che deve essere indagata ed approfondita”.

Il 19 febbraio il primo cittadino di San Giovanni ha inviato due istanze, una alla Regione Toscana perché sospendesse il Paur fino a quando la situazione della potenziale contaminazione non fosse stata chiarita, e una alla Provincia richiedendo di “diffidare, con ordinanza motivata, il responsabile della potenziale contaminazione a provvedere ai sensi dell’articolo 242 e seguenti del D.Lgs 152/06”. Nel testo unico ambientale, infatti, all’articolo 244, comma 2, è assegnata alle Province la competenza ad emettere ordinanze: “La provincia, ricevuta la comunicazione di cui al comma 1, dopo aver svolto le opportune indagini volte ad identificare il responsabile dell’evento di superamento e sentito il Comune, diffida con ordinanza motivata il responsabile della potenziale contaminazione a provvedere ai sensi del presente articolo”.

Nessuna risposta da parte delle Regione mentre la Provincia, qualche giorno fa, ha inviato una “richiesta di chiarimenti” indirizzata alla Regione Toscana e ad altri enti, nella quale, si legge: “Ciò premesso, non volendo questo Ente rimanere in nessun modo inerte rispetto ai provvedimenti che Arpat richiede di intraprendere al soggetto competente, si prega di far conoscere con estrema chiarezza, e auspicabilmente in tempi brevi, se il succitato potere di ordinanza richiesto risulti in atto come prerogativa di codesta Regione, ovvero risulti ancora radicato nelle prerogative della Provincia, risultando altresì necessario anche per procedere con l’interruzione del Paur”.

“La Provincia – commenta quindi Vadi – ha fatto un passo avanti importante, per cui di nuovo, come vado facendo ormai da diversi mesi, mi appello alla Regione Toscana perché risponda, in tempi brevi, all’istanza presentata dal Comune di San Giovanni Valdarno in data 19 febbraio, sospenda e archivi il Paur, e dia risposte immediate alla richiesta di chiarimenti della Provincia. Il Valdarno non può attendere oltre, non può attendere che venga dipanato un conflitto di attribuzioni di competenze tra Regione e Provincia che potrebbe trascinarsi per mesi e mesi: c’è una potenziale contaminazione delle acque sotterrane nel sito in cui sorge la discarica di Podere Rota, una potenziale contaminazione delle acque sotterranee dichiarata nei documenti ufficiali di Arpat da almeno 7 mesi, una potenziale contaminazione che potrebbe mettere a serio rischio la salute dei cittadini. Prioritaria rispetto a tutto, in questa circostanza, diventa l’attivazione della procedura di bonifica con indagini, saggi, campionature e rilievi del terreno che sono fondamentali per definire la situazione. E questo è possibile, per legge, soltanto a seguito di un’ordinanza. Mi rivolgo alle due amministrazioni competenti, Regione e Provincia, perché risposte così importanti per il nostro territorio arrivino celermente e perché l’ordinanza che obbliga il gestore ad intraprendere il percorso della bonifica del sito possa giunga al più presto, insieme, come conseguenza diretta ed immediata, alla sospensione e all’archiviazione del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) per l’ampliamento della discarica di Podere Rota, che non avrebbe più ragione di tenersi in piedi”.

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