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E' Pasqua, la festa nella Diocesi di Arezzo e domenica si apre il Sinodo

Dopo il giorno di silenzio della Chiesa nel sabato della settimana santa, oggi ci sono numerose celebrazioni per il Cristo Risorto. E' Pasqua e nella Diocesi di Arezzo Cortona e Sansepolcro è festa. La prima messa in cattedrale ad Arezzo si svolge...

Dopo il giorno di silenzio della Chiesa nel sabato della settimana santa, oggi ci sono numerose celebrazioni per il Cristo Risorto. E' Pasqua e nella Diocesi di Arezzo Cortona e Sansepolcro è festa. La prima messa in cattedrale ad Arezzo si svolge alle 10:30 celebrata dall'Arcivescovo Riccardo Fontana che poi nel pomeriggio si sposterà nella Concattedrale di San Giovanni Evangelista a Sansepolcro per la messa delle 18:00.

Le celebrazioni si chiudono il Martedì di Pasqua alla Concattedrale di Santa Maria Assunta in Cortona quando alle 17.30 verrà celebrata una messa e si svolgerà la tradizionale processione del Cristo Risorto.

Ma gli appuntamenti importanti per la Diocesi di Fontana proseguono perché tra una settimana, domenica 8 aprile si apre il Sinodo. Lo ha ricordato la stesso Arcivescovo anche nell'omelia della messa Crismale del Giovedì Santo di fronte ai parroci e ai laici presenti in cattedrale:

"Il Sinodo, che avvieremo tra una settimana, vuole essere la chiamata di tutti alla corresponsabilità e all’impegno. Non solo perché lo hanno detto i Papi e i Concili, ma perché Gesù ci chiede di essere suoi amici, pronti ad aiutarlo, ciascuno secondo la propria vocazione. È una grazia avere una Chiesa pluralista e multietnica, attenta alle necessità degli altri, sollecita nella carità: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. È l’amore vicendevole, la carità, che in Arezzo come in Antiochia antica, ci fa riconoscere come cristiani."

Annuncio preceduto da un racconto personale di Fontana, al quale si rifà per dare il significato del Sinodo stesso e il richiamo alla ministerialità diffusa:

"Il mio vecchio parroco, quando litigavamo da chierichetti per chi facesse le ampolline e chi il piattino, amabilmente diceva che il servizio più importante all’altare è pregare. Ci liberi Dio dai “fattoroni”, che nel fare intendono essere religiosi e monopolizzano la presenza dei laici in parrocchia, ma anche da chi percepisce essere cristiani come uno stare a guardare, e al più commentare, spesso acidamente. Quando il Papa dice di liberare la Chiesa dal clericalismo, intende proprio questo. A noi, cui è affidato il compito dell’educazione, è chiesto di aiutare il prossimo ad essere responsabile e partecipe della vita della Chiesa."
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