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Duro botta e risposta tra "Vittime del salva banche" e l'Abi

Duro botta e risposta tra il comitato delle "vittime del salva-banche" e l'Abi, l'associazione delle banche italiane. In una missiva inviata all'associazione, il comitato ha scritto: Dopo sette anni di dura crisi, è scoraggiante verificare come...

Duro botta e risposta tra il comitato delle "vittime del salva-banche" e l'Abi, l'associazione delle banche italiane. In una missiva inviata all'associazione, il comitato ha scritto:

Dopo sette anni di dura crisi, è scoraggiante verificare come Abi viva in una realtà diversa, dove la crisi si va risolvendo ed esiste persino una ripresa da alimentare. Deve essere un bel posto, peccato non somigli all’Italia che conosciamo e viviamo ogni giorno. Negli altri paesi europei sono state salvate integralmente, con aiuti di stato, numerosissime banche. Persino per Banca Tercas, salvata dopo il 23 novembre, si è scelta una strada diversa, ossia quella indicata dagli stessi commissari UE per il salvataggio delle 4 Banche oggetto del famigerato decreto e per le quali invece si è deciso di agire in modo diverso, addossando il costo dell’ operazione non al sistema Bancario, che pure aveva evidentemente omesso ogni forma di vigilanza, ma ai risparmiatori. Le banche sono imprese che pagano in primo luogo l’aver tradito la fiducia dei risparmiatori, piazzando titoli tossici a pensionati e casalinghe, procedendo, per quanto sta emergendo, ad una sistematica violazione delle regole sulla raccolta del profilo di rischio, dichiarando come sicuri prodotti che sicuri non erano e garantendosi coperture politiche con l’elargizione di crediti facili ad amici di amici, quanto non a parenti degli stessi amministratori. Dove era ABI quando le irregolarità che stanno emergendo come sistematiche si verificavano? Dove erano Abi, Banca d’Italia e Consob quando i bilanci di queste banche venivano alterati, quando venivano fornite ai mercati informazioni false o parziali per tranquillizzare gli investitori impedendo loro l’accesso alle informazioni necessarie ad agire a tutela dei loro legittimi interessi? L’esproprio violento che ha riguardato le 4 banche “salvate” dal governo ha messo in ginocchio migliaia di famiglie, pensionati, piccoli risparmiatori. Un atto di guerra agli italiani che non resterà senza risposta. Il nostro impegno continua, in ogni sede”.

L'Abi in serata ha replicato, attraverso il suo direttore generale Giovanni Sabatini:

L'Associazione Bancaria Italiana (ABI) “non svolge alcuna funzione di indirizzo o controllo sull'operato dei propri associati, che agiscono in completa autonomia e in concorrenza fra loro”. L'Associazione Bancaria Italiana è un'associazione privata di banche e società che svolgono attività finanziaria, che ha per statuto il compito di rappresentare e tutelare i legittimi interessi degli associati in un'ottica concorrenziale coerente con le normative nazionali, dell'Unione Europea e internazionali. L'Abi, dunque, “non riceve alcuna informazione in merito dalle autorità preposte alla vigilanza né dai medesimi associati sulle loro attività in analogia a quanto succede per le altre associazioni di categoria non finanziarie”.

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