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Possibile riapertura prima di Natale per salvare lo shopping, ma niente cenoni. Le ipotesi del Governo

Sta prendendo forma il piano del Governo per far scendere i numeri dell'epidemia di coronavirus prima e poi salvare l'economia che gira intorno al Natale che vale, in Italia, oltre 5 miliardi di euro

Un altro Dpcm che il 3 dicembre prolunghi per una decina di giorni le restrizioni in vigore, poi una piccola libertà pre natalizia per salvare lo shopping. Sta prendendo forma il piano del Governo, come raccontato nei dettagli da Today, per far scendere i numeri dell'epidemia da coronavirus prima e poi salvare l'economia che gira intorno al Natale che vale, in Italia, oltre 5 miliardi di euro.

Una finestra di dieci-quindici giorni che, a ridosso del Natale, "libererà" lo shopping delle feste per poi tornare a chiudere tutto prima del 24 dicembre, consentendo feste solo con i congiunti, ovvero i parenti stretti.

"Il piano dell'esecutivo quindi prevede - dice Alessandro D'Amato su Today - che il Dpcm in scadenza il 3 dicembre possa essere prolungato per qualche tempo prima dell'arrivo di un nuovo decreto ad hoc a ridosso del Natale. Tra le ipotesi c'è quella di tenere aperti i negozi per lo shopping anche di sera tardi per spalmare le entrate dei clienti - possibilmente contingentati per fasce d'età allo scopo di evitare assembramenti, un obiettivo che si potrebbe ottenere anche prevedendo limiti ferrei agli ingressi - mentre tra le iniziative delle Regioni c'è l'accelerazione dei tempi sulla revisione dell'assegnazione delle zone, in particolare per la promozione verso quelle meno restrittive, e l'allentamento delle misure in quelle province dei territori in zona rossa che hanno dati confortanti".

Il piano dovrebbe essere più o meno questo: 

  • mantenere la stretta con l’attuale modello delle zone rosse fino al 3 dicembre, data di scadenza del Dpcm in vigore;
  • dal 4 dicembre, con il nuovo Dpcm, un’altra settimana caratterizzata da misure rigorose, per cercare di portare entro il 10 tutte le Regioni sotto l’indice Rt di 1;
  • a quel punto, con una curva “raffreddata” sull’intero territorio, si potrà consentire almeno l’apertura dei negozi;
  • quindi si potranno rialzare le serrande anche bar e ristoranti, e non solo per l’asporto, ma soltanto fino alle 18;

Non si è ancora parlato di spostamenti da e verso una regione proclamata zona rossa (come è attualmente la Toscana, che però sta lavorando per declassarsi entro i primi di dicembre), una eventualità da ponderare per gli alti pericoli di contagio intrafamiliare durante le feste. Tra le ipotesi sul tavolo - a parte il Dpcm ponte per il periodo natalizio che sospenderà l'automatismo delle fasce, allenterà il coprifuoco nazionale, cconsentirà l'apertura serale di bar e ristoranti - tuttavia ci sarebbe anche lo spostamento tra le regioni rosse e arancioni per raggiungere i parenti più stretti, oltre all'allungamento dell'orario dei negozi, a un nuovo protocollo per le messe e le cerimonie religiose, ai divieti per la notte di capodanno, compreso lo stop a qualsiasi assembramento nelle piazze.  

Poche le possibilità che si cambino i 21 indicatori mentre è possibile che qualche regione virtuosa cambi colore, in positivo. Oltre a quelle che rischiano di cambiarlo, scivolando verso il rosso.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciati che la situazione è in miglioramento ma anche che a Natale e a Capodanno non ci saranno né cenoni né veglioni."Veglioni, cenoni, baci e abbracci per questo fine 2020 dovranno essere rimandati perché", come ha spiegato il premier, "al di là delle valutazioni scientifiche, occorre buonsenso". "Una settimana di socialità scatenata, come è quella che di solito ci accompagna nelle festività natalizie, significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva in termine di decessi, stress delle terapie intensive e dell'area medica. Non ce lo possiamo permettere, sarebbe folle". 

Dal premier ai ministri fino agli scienziati, tutti continuano a ripetere che non sarà un Natale come gli altri e che, seppur con qualche inevitabile concessione, non sarà certo un liberi tutti. "Il cenone classico, con 20 persone, quest'anno non ce lo possiamo permettere" conferma il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo che lancia però un altro allarme: va evitato in tutti i modi l'assalto a negozi e grandi magazzini per lo shopping natalizio. Qualche apertura però ci sarà, come conferma lo stesso premier, per consentire alle famiglie di stare insieme e soprattutto per non affossare ulteriormente l'intero commercio e il turismo. La linea da seguire verrà decisa nei prossimi giorni, anche confidando sul fatto che le misure prese a partire dal 24 ottobre frenino la diffusione del virus. La Stampa racconta quali sono i cambiamenti sul tavolo del governo per il prossimo Dpcm: 

  • il coprifuoco passerà dalle 22-23 alle 24;
  • ristoranti e bar aperti fino alle 20;
  • divieto di fare tavoli con più di 4-6 persone;
  • vietate feste in piazza a capodanno;
  • i centri commerciali saranno aperti nel week end con ingressi contigentati: forse le prime due ore di apertura saranno dedicate agli over 65 anni.

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