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Gelo ad Arezzo: dormitorio in apertura il 3 dicembre. Partito il "reclutamento" volontari e sacchi a pelo

Già partita la macchina della solidarietà. In queste ore si sono mobilitati alcuni privati cittadini che hanno creato una rete per dare supporto agli operatori e consentire il reperimento di materiale utile al conforto di chi vive ai margini della società.

Il primo gelo dell'anno è arrivato.
Questa notte le temperature sono calate drasticamente tanto che hanno toccato lo zero.
Una condizione che non è passata inosserva e che, come facilmente comprensibile, crea particolari disagi alle persone che non hanno una casa e che dormono per strada.

Già partita da tempo la campagna della Fraternità Federico Bindi per reperire generi di prima necessità e sacchi a pelo oltre che volontari per gestire al meglio (e al più presto) il dormitorio di San Domenico e alla quale hanno risposto in diverse persone.

"La riapertura del dormitorio - fanno sapere dalla Onlus - è un servizio di base di dignità umana, essenziale per evitare, a chi non ha casa, di dormire in situazioni di fortuna e di pericolo per se stessi (case abbandonate, vagoni ferroviari, portici...)".

Quello che invece resta ancora con le porte chiuse è il dormitorio di San Domenico gestito dalla Caritas diocesana.

La sua riapertura, così come stabilito dal Comune di Arezzo, è prevista per il prossimo 3 dicembre.
Qui potranno trovare rifugio tutte quelle persone che non sanno dove ripararsi durante la notte. 24 i posti letto messi a disposizione. Un luogo sicuro, caldo, dove trascorrere la notte.
Lo scorso anno sono stati 2.800 gli accessi registrati da dicembre al 2 aprile per un totale di 80 persone che hanno goduto del servizio.
Per lo più sono italiani, senza fissa dimora, uomini.

Negli scorsi giorni, la questione riguardante l'accessibilità al dormitorio è tornata all'attenzione del consiglio comunale dove, i consiglieri Meri Stella Cornacchini e Angelo Rossi si sono fatti avanti presentando un'interrogazione dove hanno proposto l'allungamento dei giorni di apertura del ricovero.
Una richiesta arrivata all'indomani del decesso di uno senzatetto che, lo scorso ottobre, ha perso la vita sul marciapiede del palazzo ex Standa di Campo di Marte e per la quale la risposta dell'assessore Tanti è stata: "il punto fermo è che il dormitorio non sarà aperto tutto l'anno e questo per le motivazioni che ho sempre ribadito: il dormitorio di Arezzo deve essere una risposta di civiltà e non una risposta caotica, diretta a reali bisognosi che intendono stare dentro le regole. Non un nascondiglio”.

Nel frattempo però, a margine del dibattito politico, è partita la macchina della solidarietà. Oltre al lavoro svolto dalle varie associazioni, in queste ore si sono mobilitati alcuni privati cittadini che hanno creato una rete per dare supporto all'azione degli operatori e consentire il reperimento di materiale utile al conforto di chi vive ai margini della società.

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