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Don Luigi Ciotti ad Arezzo: “Nella lotta alle mafie è il “noi” che vince”

“La legalità non è un valore, ma uno strumento. È la saldatura fra la responsabilità, che è dell’io, e la giustizia, che appartiene al “noi”. E prima della responsabilità sta la dignità”. Lo ha sottolineato don Luigi Ciotti ieri ad Arezzo...

“La legalità non è un valore, ma uno strumento. È la saldatura fra la responsabilità, che è dell’io, e la giustizia, che appartiene al “noi”. E prima della responsabilità sta la dignità”.

Lo ha sottolineato don Luigi Ciotti ieri ad Arezzo, ospite del convegno “Mi piace pensare ad un mondo ideale. Economia e legalità per la costruzione della giustizia” organizzato da Confcommercio Toscana e dal gruppo regionale dei Giovani Imprenditori.

“Sono preoccupato per l’enfasi con cui si parla di legalità nel nostro Paese. Dopo Tangentopoli, questa parola ci è stata rubata, è stata svuotata di senso. Tutti ne parlano, anche chi la calpesta. Dobbiamo respingere questi “prestigiatori” della parola, che credono solo alla legalità malleabile e sostenibile, che si adatta alle loro necessità”, ha chiarito don Ciotti, presidente di Libera, sul palco insieme alla presidente della Commissione parlamentare Anti Mafia Rosy Bindi, al presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli, alla presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini e al Prefetto di Arezzo Alessandra Guidi, seduti a fianco di giovani imprenditori arrivati da tutta la Toscana.

Ad ascoltarli in platea c’erano i principali rappresentanti delle forze dell’ordine e istituzioni locali, dal Questore ai Sindaci di tutta la provincia, poi molti esponenti del mondo politico, economico e sociale aretino, oltre che tantissimi imprenditori. La serata, che ha avuto il sostegno di Banca Etruria, era presentata dal direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni e dalla presidente regionale dei Giovani Imprenditori toscani di Confcommercio Simona Petrozzi.

Obiettivo del dibattito voluto dall’associazione di categoria era fare il punto sui fenomeni criminali che minacciano l’economia nel nostro Paese, a partire dalle mafie, “male antico e mutevole”, come lo ha definito Rosy Bindi, “con una capacità molto liquida di infiltrarsi nelle pieghe e anticipare i cambiamenti”, ha detto Ciotti, che ha ribadito: “non c’è regione del nostro Paese che possa dirsi immune”, e ha messo in guardia sui nuovi risvolti: “stanno investendo molto nella filiera agroalimentare. Nel mirino ci sono anche ristoranti, bar, pizzerie. Rischiamo di trovarci a cena con i boss”.

A confermarlo anche il Prefetto di Arezzo Alessandra Guidi, alle spalle un curriculum di tutto rispetto proprio nei settori della sicurezza pubblica e della prevenzione antimafia: “Arezzo, ma la Toscana in generale, è un territorio a forte rischio di infiltrazioni mafiose e ci sono tutte le condizioni economiche perché l’infiltrazione si trasformi in radicamento, come accaduto in Lombardia e in Emilia Romagna”

“Se stasera siamo qui, riuniti in nome della legalità in un convegno organizzato da un’associazione di imprenditori, è per sottolineare il valore di questa parola”, ha detto Rosy Bindi, “voi dovete poter contare su politici irreprensibili che praticano la legalità prima di tutto e prima di tutti. Ma dovete allora prendere le distanze dalla politica che serve a risolvere i vostri problemi particolari: basta con la logica del clientelismo, che trasformando i diritti in favori mantiene debole il cittadino e apre la porta al mafioso”.

Così, sebbene sia “la politica a dover dare lo stimolo e l’esempio”, secondo la Bindi “la lotta alla mafia va fatta insieme tutti i giorni”. E la legge non basta, anche se, ha riconosciuto, “nella lotta alle mafie l’Italia ha raggiunto negli ultimi anni risultati straordinari grazie ad una legislazione che altri Paesi europei non hanno e non perché non abbiano il fenomeno ma perché si ostinano a non riconoscerlo”. Serve però la collaborazione di tutti i cittadini, affinché dalla fase repressiva si passi ad accentuare quella preventiva. “La sicurezza è un sistema complesso che va costruito con l’aiuto di tutti. È necessaria ad esempio una sinergia tra forze dell’ordine e le forze produttive orientata a costruire un sistema di sicurezza che vada al di là degli strumenti normativi perché la mafia ha grande capacità di essere sempre un passo avanti alle soluzioni di contrasto”, ha aggiunto il Prefetto Guidi, auspicando poi che la legislazione antimafia, ora puntata molto sul circuito delle risorse pubbliche, venga applicata anche nelle transazioni fra privati. “Può sembrare di voler mettere le braghe al sistema, ma non è così”, ha detto la Bindi, “è dalla legge che parte il vero sviluppo, non dall’illegalità”.

Per don Ciotti, puntare sui giovani e sulla cultura della legalità è la chiave di volta: “è la cultura che dà la sveglia alle coscienze. Gli adulti devono ascoltare di più i giovani, intercettare il loro grido di ribellione e offrire esempi credibili e autentici per combattere il conformismo del “così fan tutti” e la sfiducia di chi pensa che essere onesti sia giusto ma non paghi. Una società che non investe sui giovani è una società che non crede in se stessa”.

“Non c’è speranza senza speranza di giustizia”, ha detto nel suo intervento il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, “fino a ieri politica è stata sottrazione di risorse, per via dell’imposizione fiscale eccessiva, ora deve essere sottrazione di pericoli. E i fenomeni criminali sono pericoli anche per le imprese perché ne minano la competitività: abusivismo, contraffazione, estorsioni, usura, taccheggio, furti, rapine e altri fenomeni criminosi sottraggono, portano via al settore del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi oltre 26 miliardi di euro all’anno, mettendo a rischio 260 mila posti di lavoro regolari. Legalità e sicurezza sono condizioni necessarie per un’economia sana e un mercato che funziona, che fa crescere il Paese. Per questo noi diciamo ai nostri imprenditori che denunciare si deve, si può e conviene, perché sottrarsi alla morsa della criminalità significa costruire sviluppo per la propria azienda e per la collettività. Voi avete il dovere di denunciare e il diritto di non essere lasciati soli a gestire i problemi che ne derivano. L’associazione serve anche a questo”.

La presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini, che per la confederazione nazionale ha l’incarico alla legalità e alla sicurezza, ha poi ricordato l’impegno e l’attività di Confcommercio contro tutte le mafie, contro la criminalità, il racket, l’usura, la corruzione. “Dai premi in memoria di Libero Grassi e Giorgio Ambrosoli al festival letterario Trame all’organizzazione della giornata Legalità Mi Piace, che quest’anno cade il 25 novembre, l’attenzione di Confcommercio resta alta, in un contesto in cui il senso di insicurezza dei territori sembra addirittura crescere anche per effetto di alcuni eclatanti episodi che si sono verificati di recente e che testimoniano il livello di esasperazione di cittadini e imprenditori”.

Tutti sono dunque chiamati a reagire insieme: politica, forze dell’ordine, economia, società civile. Perché, come ha sintetizzato detto don Ciotti, “è il “noi” che diventa importante. Diffidate dai navigatori solitari. È insieme che dobbiamo dare un graffio ai giochi criminali”.

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