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Discoteche slitta la riapertura, i gestori dei locali: "Situazione drammatica, pronti alla mobilitazione"

Tito Ghezzi e Fabrizio Biagioni parlano del grave momento vissuto da tutti i gestori di locali

Ormai da qualche settimana tutta l'Italia è passata in zona bianca e, da qualche giorno, è caduto parzialmente anche l'obbligo di indossare sempre mascherine. Inoltre, sono riaperti praticamente tutti i settori merceologici e produttivi. Tutti eccetto l'industria del divertimento: le discoteche che ancora oggi non possono riprendere la normale attività. Non vi è alcuna decisione ufficiale, infatti, da parte del governo sulla riapertura dei locali da ballo: il nodo non si scoglie e il pronunciamento è slittato nuovamente di una settimana. Nel resto di Europa le discoteche hanno già ripreso la loro attività da tempo e nei prossimi giorni toccherà anche alla vicina Francia. 

Il Cts nei giorni scorsi aveva dato il via libera fissando una serie di paletti: "le discoteche potranno riaprire solo in zona bianca, si potrà entrare solo con il green pass e andranno mantenuti i contatti dei clienti per 14 giorni, in modo da consentire il tracciamento in caso di necessità. Gli ingressi inoltre dovranno essere contingentati". Ma per il momento resta tutto congelato: la variante Delta detta la massima precauzione.

Tito Ghezzi, organizzatore di eventi e gestore di alcuni locali è amareggiato per questo ennesimo rinvio: "Ieri doveva essere l'argomento all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, invece di decidere la riapertura delle discoteche hanno parlato di eventuali ristori per il settore. Ad oggi siamo lontani da una data e la decisione è slittata nuovamente a venerdì. Sono due settimane che sentiamo dire queste cose, sembrava ormai vicina la data della riapertura, invece ancora niente. L'intera associazione di categoria è in subbuglio, siamo pronti a lanciare un presidio davanti a Palazzo Chigi a Roma. Ci sentiamo presi in giro perchè ad oggi succede tutto e di più da qualsiasi parte a partire dalle piazze alle ville che organizzano feste private. L'intrattenimento è sdoganato, ma gli unici che non lavorano sono le discoteche".

"E' una situazione che fa rabbia - continua Ghezzi - perchè in discoteca c'è uno spazio controllato e dove si può accendere magari con determinati requisiti e creare un ambiente Covid free, cosa che è incontrollabile in quella che viene chiamata movida. Per questi motivi non ci capacitiamo del fatto che questa decisione che continui ad essere rimandata. Al momento non sarebbe nemmeno accettabile riaprire con un controllo super rigido considerando che ciò ormai non avviene per il resto delle attività, penalizzerebbe comunque l'intero settore delle discoteche e dell'intrattenimento generale. Non c'è una logica in una scelta del genere, facendo così si avvantaggiano altri spazi dove per natura non c'è nessun obbligo come può essere in uno stabilimento balneare o in un bar".

Ghezzi conclude facendo i conti di quante persone non stiano lavorando e sottolinea il problema dei ristori: "Quando lavoriamo a pieno regime dal pre al post serata coinvolgiamo dalle 45 alle 50 persone, tra addetti al pubblico e quelli addetti alla serata. Io ho due società, una che opera di inverno e una d'estate. Per quella estiva, il Dolceverde di Castiglion Fibocchi,  non ha avuto alcun risarcimento perchè i primi fondi sarebbero partiti basandosi sul mancato incasso di aprile e il mio locale, come sempre, non apre prima di fine maggio. L'altra società invece, ha riscosso il 50 per cento perchè non rientrava nel codice Ateco delle discoteche, occupandosi di organizzazione di eventi. Denari che non sono stati sufficienti, ecco per io ho sempre spinto per poter tornare a lavorare".

Sulla stessa lunghezza d'onda Fabrizio Biagioni, socio di alcuni locali in città come il Principe e il Class 125: "E' una situazione dove c'è davvero poca chiarezza, sembra che l'intero settore sia stato preso come capro espiatorio di questo momento che stiamo vivendo. E' veramente drammatico, considerando quante persone lavorano nel mondo delle discoteche e la chiusura che si protrae da un anno e mezzo. Le spese correnti non si sono fermate come gli affitti, le bollette e i ristori sono serviti a coprire solo il 10 per cento di spese in un anno. E' veramente difficile sia per chi ci lavora sia per chi deve sostenere queste aziende. Io mi auguro che questa estate possano riaprire i locali seppur con le giuste precauzioni, ma purtroppo guardardo al futuro mi immagino che cambierà il modo di fare discoteca, sarà per una cerchia più ristretta rispetto al passato". 

La possibile riapertura delle discoteche in breve

  • Discoteche aperte solo in zona bianca
  • Si potrà ballare solo all'aperto
  • Ingresso solo con green pass
  • Ingressi contigentati e registrati per 14 giorni
  • Riaperture decisione rimandata a venerdì 9 luglio

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