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Disabilità: 19mila aretini hanno limitazioni funzionali, oltre mille gli studenti inseriti nelle classi

Soltanto nella provincia di Arezzo sono oltre 19mila le persone con limitazioni funzionali di vario tipo. E' sul fronte della disabilità che tornano ad insistere i dati del secondo rapporto stilato dall'osservatorio sociale della Regione Toscana...

Soltanto nella provincia di Arezzo sono oltre 19mila le persone con limitazioni funzionali di vario tipo.

E' sul fronte della disabilità che tornano ad insistere i dati del secondo rapporto stilato dall'osservatorio sociale della Regione Toscana. Un lavoro approfondito che cerca di mettere in luce gli aspetti più rilevanti di questa condizione che affligge una fetta sempre più importante della popolazione. Ma prima della disamina delle cifre è bene tenere presente il principio primario da cui è partita l'analisi.

Come si legge nelle prime pagine della pubblicazione infatti, "la stima della numerosità dei soggetti con disabilità è una operazione più complessa di quanto possa apparentemente sembrare. Per farlo, infatti, non si può prescindere dall'affrontare due questioni di cruciale importanza: il problema della definizione del soggetto disabile, e gli strumenti che utilizziamo per accertarne e determinarne le condizioni. Seguire un approccio anziché un altro conduce, come vedremo tra breve, a variazioni significative nelle stime. A tal fine è utile ricordare che nel maggio 2001, in occasione della 54ª riunione, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha redatto l’International classification of functioning, disability and health (ICF). Tale documento ha rivoluzionato il concetto di disabilità, centrandolo non più sulla malattia o sulla menomazione come causa di riduzione delle capacità funzionali, bensì sulla persona stessa intesa nella sua globalità e sull’interazione tra le sue condizioni di salute e i contesti ambientale e sociale nei quali è inserita".

Il secondo rapporto sulla disabilità della Regione Toscana - Qui il testo completo

Per quanto riguarda il numero di soggetti che hanno limitazioni funzionali, ecco che la provincia di Arezzo è la terza a livello regionale per quantità totale. I dati riportati (vedi tabella 1.1) riguardano esclusivamente i soggetti con 6 anni e più non ricoverati in residenza. In linea con quello che è il trend nazionale e regionale, anche ad Arezzo la maggioranza è composta da donne.

Utile al censimento e alla ricostruzione di una mappa regionale sono i dati Inail sulla numerosità di soggetti titolari di rendite dirette a seguito di infortunio sul lavoro o di malattia professionale.

"Nello specifico comprendono: per gli eventi anteriori al 25 luglio 2000 le persone indennizzate in rendita con grado di “inabilità permanente" maggiore o uguale all’11%; mentre per quelli posteriori a tale data i soggetti indennizzati in rendita con grado di "menomazione 19 permanente dell'integrità psicofisica" maggiore o uguale al 16%6 . Nonostante vengano esclusi solo i casi di inabilità o menomazione inferiore all’11% o al 16%, è presumibile che tale stima sia una sottovalutazione del fenomeno, in quanto comprendente solo fattispecie legate all'ambito lavorativo. I dati mostrano che in Toscana sono oltre 64mila i soggetti titolari di rendite dirette Inail (quasi 650mila in Italia), pari ad una incidenza sulla popolazione complessiva di 1,72 punti percentuali (1,06 in Italia)". Il quadro aretino mostra come il totale di questa fascia di popolazione al 1° gennaio 2016 sia pari a 7.677 (2,2% della popolazione totale) e la disabilità maggiormente frequente è quella di carattere motorio.

Cifre che comparate con le altre realtà toscane portano Arezzo al secondo posto per numero di persone titolari di rendita Inail.

Per quanto concerne i titolari di invalidità civile Arezzo ne conta 10.496 mentre in tutta la regione sono 115.148. Altro dato significativo è quello riguardante gli ultra 65enni non autosufficienti e residenti in Rsa. I primi sono 6.972 (tra lievi, medi e gravi) mentre i residenti in maniera permanente in Rsa sono 986.

Una cifra destinata a crescere come mostrato dalle proiezioni effettuate dallo studio vista l'abbassamento nella natalità e l'innalzamento dell'età media della popolazione.

"Per avere un'idea della situazione anche da un punto di vista economico-finanziario - si legge nell'indagine - si può osservare che Irpet (2014) stima che già nel 2010 le risorse pubbliche destinate alla non autosufficienza sfioravano il miliardo e 200 milioni di euro. Per quanto riguarda l’Italia, Network Non Autosufficienza (2015) stima per il 2014 una spesa complessiva per prestazioni legate alla Long Term Care (LTC) di circa 20 miliardi e 500 milioni di euro, equivalenti all’1,27% del PIL. Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze (2015) l’incidenza della spesa aggregata per LTC salirà fino al 2,7% del PIL nel 206010. Nel complesso, dunque, anche nei prossimi anni pare sia destinato a proseguire il trend osservato nell’ultimo decennio, caratterizzato da un netto aumento della domanda assistenziale, da un settore pubblico che – a causa degli stringenti vincoli di bilancio – trova difficoltà ad adeguare l’offerta e, infine, da un fiorire del mercato assistenziale privato soprattutto mediante il fenomeno delle badanti”.

Sulla disabilità nelle fasce più giovani della popolazione ecco che l'attenzione si concentra sull'inclusione scolastica.

I dati riportati nel documento della Regione evidenziano come nell'anno scolastico 2015/2016 gli studenti con disabilità certificate siano in tutto 1.135: 102 scuola per l'infanzia, 360 primaria, 277 secondaria di primo grado, 396 secondaria di secondo grado.

"In Italia - viene evidenziano nel report - vige un sistema di inclusione degli alunni con disabilità centrato sull’inserimento nelle classi comuni. Il modello italiano presenta certamente delle criticità e necessita di correttivi per migliorarne l’efficacia e l’appropriatezza, tanto che sembrano ormai maturi i tempi di una riforma di alcune parti del sistema. Ciò premesso, pare tuttavia importante sottolineare come l’approccio del sistema di inclusione italiano non raramente sia individuato come un fattore qualitativamente di rilievo".

L'avviamento al lavoro della fascia con disabilità ha visto nel 2016 un totale di 3.131 inserimenti tra uomini (1.622) e donne (1.509) residenti nella provincia di Arezzo. Settanta invece sono i progetti di vita indipendente che sono stati attivati presso le varie strutture delle provincia.

In virtù di queste cifre sono numerose le domande, alle quali in parte la ricerca redatta dall'osservatorio regionale tenta di dare una risposta esaustiva elencando i progetti messi in piedi per l'assistenza socio sanitaria, educativa e abitativa.

Una delle grandi questioni che, ciclicamente tornano a tenere banco è quella riguardante l'abbattimento delle barriere architettoniche. La Toscana più che altre regioni italiane ha cercato di investire al meglio per gli interventi nei luoghi pubblici e, in aggiunta sono previsti anche contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle civili abitazioni. Certo è, che ancora oggi, la strada sotto questo punto di vista è decisamente in salita.

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