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Diga di Montedoglio, sicurezza e sviluppo idrico secondo l'Ente Acque Umbre Toscane

Una giornata di studi ha permesso di documentare il ripristino dello sbarramento e il contributo ai territori. Le reti di adduzione serviranno più di 20.000 ettari nella Valdichiana, raggiungendo oltre 400.000 persone

Una giornata di studi per certificare la sicurezza della diga di Montedoglio e condividere il percorso di sviluppo dell’utilizzo della risorsa idrica. L’iniziativa è stata fortemente voluta da EAUT - Ente Acque Umbre-Toscane al termine degli interventi di ripristino dello sfioratore della stessa diga e ha rappresentato un’occasione di confronto, approfondimento e dibattito tra tecnici, ingegneri, docenti universitari e istituzioni locali, regionali e statali.

«Con questa giornata - ha spiegato Simone Viti, presidente di EAUT - abbiamo voluto evidenziare e portare all’attenzione dell’opinione pubblica le attività effettuate per il ripristino dell’invaso di Montedoglio, andando a spiegare gli aspetti tecnici, le modalità di sicurezza anche sismica dello sbarramento e il contributo alla difesa idraulica dei territori a valle. Si è trattato di un momento importante nell’anno in cui l’attività di questa diga è pienamente ripartita a pieno regime dopo i lavori di ripristino».

L’attenzione verso il tema è stata confermata dagli oltre centotrenta ospiti registrati, provenienti dall’Umbria e dalla Toscana. La presenza dei rappresentanti del MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) e del MIT (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) ha permesso di ribadire i tre macro-ambiti verso cui sono indirizzati gli investimenti in campo idrico: il miglioramento della sicurezza di opere esistenti, il completamento di opere incompiute e la riduzione delle perdite nelle opere di adduzione e nelle reti acquedottistiche.

Una particolare attenzione è stata rivolta alla presentazione dei lavori per l’adduzione della risorsa di Montedoglio con un anello idraulico che abbraccia due regioni, con i lavori attualmente in corso di esecuzione in Valdichiana per circa 100 milioni di euro che permetteranno di rendere potenzialmente irrigabili più di 20.000 ettari in questa vallata che vanno ad aggiungersi agli oltre 5.500 ettari nella Valtiberina Umbra e Toscana. Gli abitanti fruitori della risorsa idrica idropotabile, inoltre, potranno essere a regime oltre 400.000 tra Arezzo, Siena, Valdichiana e aree contermini al lago Trasimeno.

La giornata di studi è stata ospitata da un luogo espressivo dell’attività idrica al servizio del territorio quale la tenuta di Bonifiche Ferraresi a Cortona, punto di riferimento nazionale nel settore agroalimentare. La diga di Montedoglio svolge infatti un fondamentale compito a garanzia del patrimonio idrico e della sicurezza idraulica dei territori, oltre che a beneficio del consumo civile, per la produzione agricola e la salvaguardia ambientale, assicurando così un’opportunità di sviluppo produttivo.

«La giornata ha documentato il grande impegno in fase di progettazione, realizzazione, controllo e collaudo finalizzati alla sicurezza dell’opera - ha commentato Andrea Canali, direttore di EAUT. Particolari soddisfazioni sono arrivate dal fatto che la direzione generale dello sviluppo rurale del MASAF ha parlato di EAUT come di un fiore all’occhiello di livello nazionale».

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