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Dalla terra delle principesse un vino estremo e un amore che dura da una vita: la Tenuta Sette Ponti

“C’erano una volta due principesse che vivevano in un’incantevole tenuta nella terra del sangiovese e del Chianti a metà strada fra l’elegante Firenze e la preziosa Arezzo. Quella strada, dai boschi incantati e dai ricordi etruschi, si chiamava...

“C’erano una volta due principesse che vivevano in un’incantevole tenuta nella terra del sangiovese e del Chianti a metà strada fra l’elegante Firenze e la preziosa Arezzo. Quella strada, dai boschi incantati e dai ricordi etruschi, si chiamava Sette Ponti poiché sette erano i passaggi sul fiume Arno. Un giorno le due principesse, Margherita e Maria Cristina di Savoia decisero di abbandonare la terra e i loro possedimenti furono acquistati da una famiglia che, con passione e dedizione, si era guadagnata il rispetto degli abitanti del posto: i Moretti Cuseri”. Potrebbe sembrare l’inizio di una favola, una di quelle che, nelle freddi notti invernali, la nonna racconta al nipotino con lo sguardo perso fra le legna che ardono nel focolare: alla ricerca dell’atmosfera di un sogno che profuma di realtà. Non ci sono mostri o cavalieri. Ma ci sono divine pozioni. E ci sono amori che durano tutta la vita.

vignecantine_01A quei primi 60 ettari acquistati dall’architetto Alberto Moretti - più per la ricca selvaggina e per la rinomata riserva di caccia, che per i vigneti - si aggiungono presto altri appezzamenti che il figlio Antonio decide di valorizzare ed esaltare. Dopo la laurea in economia, il ragazzo inizia infatti a guardare con sempre più interesse a quel frutto straordinario che è l’uva e al suo nettare, capace di esprimere in un bicchiere tutti i valori dell’uomo che l'ha estratto e della natura che l'ha cullato. “Fin dall’inizio il mio intento è stato quello di fare un vino di ‘qualità estrema’. Senza compromessi, senza scorciatoie. Avevo già a disposizione le armi migliori: un terreno vocato, un clima adatto, il sapere di esperti e l’attenzione, la cura e la tenacia di chi crede fermamente in un progetto”. Nacque così la Tenuta Sette Ponti a Castiglion Fibocchi. I terreni coprono oggi 330 ettari, di cui oltre 50 dimorati a vigneto. Al miglior sangiovese sono affiancati alcuni grandi internazionali quali merlot, cabernet sauvignon, petit verdot, insieme a una piccola selezione di altre varietà. Il terreno ha una struttura eterogenea, ma ben combinata, di argilla, sabbia, calcare e il galestro tipico del Chianti. Le vigne sono situate ad un’altitudine di circa 300 metri sul livello del mare e i metodi di vinificazione sono scrupolosi ed elaborati. Si predilige la fermentazione a tini scoperti e una spremitura meticolosa per ottenere il massimo aroma dall'uva. I vini, prodotti con la consulenza di tecnici interni all’azienda e supportati da un’equipe di consulenti esterni, sono affinati in fusti di pregiato rovere francese, che donano colori intensi, sapori armoniosi, rotondità e note speziate.

oreno giustoL'exploit per l'azienda arriva nel 2001 con l’Oreno, elevato da Wine Spectator tra i 10 migliori vini al mondo. Premi e riconoscimenti si rincorrono e si accumulano. Di recente anche il re dei sommelier Luca Gardini ha inserito l’Oreno nel suo ultimo libro (Codice Gardini) fra “gli imperdibili”, i dieci vini che l'esperto porterebbe con sé su un’isola deserta.

Dalla cantina escono anche il Chianti docg Vigna di Pallino (dal nome del cantiniere che se ne occupava), il Crognolo, sangiovese affinato in barrique, il bianco Anni e il passito Grisaglia. Moretti possiede anche un’altra cantina a Bolgheri (Orma) e un presidio in Sicilia (Feudo Maccari). Oltre il 90% della produzione della Sette Ponte varca i confini nazionali conquistando i 5 continenti.

crognolo“Non si vive di solo vino – commenta Antonio Moretti – Ma esso accompagna una buona cena fra amici, ondeggia nel calice mentre si preparano grandi progetti, fa la differenza in una cena romantica. Da sempre questo nettare esalta i sapori, i profumi ed i piaceri della vita”.

Ma c’è un’altra storia che vale la pena raccontare: quella delle vigna più antica e del vino più recente. Siamo nel 1935. L’Italia conquista l’Abissinia. Amedeo d’Aosta, nominato vice re d’Etiopia, chiede al cugino Emanuele Filiberto di Savoia di piantare una vigna nei suoi possedimenti toscani, per festeggiare la vittoria e la nascita dell’impero coloniale: tre ettari in un terreno scosceso. Un piccolo capolavoro. Poi la fine della seconda guerra mondiale e la scomparsa dell’Africa Orientale d’Italia. Ma la “Vigna dell’Impero” resta lì, al centro di quei terreni acquistati dalla famiglia Moretti Cuseri. E ottant’anni dopo Antonio ne ricava un progetto unico: un vino in edizione limitata, sangiovese in purezza non filtrato, un omaggio alla storia e alle tradizioni. Caldo, sapido, odora di tabacco e di frutti maturi. Viene venduto a 60 euro a bottiglia ma un terzo dell’incasso viene devoluto a una fondazione che aiuta i bambini orfani. Un po' per emendare la terra di Sette Ponti dalle scelte bellicose fatte da altri, in altre epoche. Foto Vigna dell'ImperoTenuta Sette Ponti Indirizzo: Località Vigna di Pallino, 52029 Castiglion Fibocchi (AR)

E-mail: tenutasetteponti@tenutasetteponti.it

Web: www.tenutasetteponti.it
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