rotate-mobile
Attualità

Dal rapimento nelle Filippine, al malore in Africa: la storia di Eugenio che porta la cultura asiatica in Valdarno

Sono passati più di 6 anni dall’11 luglio 2009 quando Eugenio Vagni, operatore della Croce Rossa Internazionale, dopo 178 giorni di prigionia nelle Filippine in mano ai fondamentalisti islamici, fece ritorno nella sua Montevarchi accolto e...

Sono passati più di 6 anni dall’11 luglio 2009 quando Eugenio Vagni, operatore della Croce Rossa Internazionale, dopo 178 giorni di prigionia nelle Filippine in mano ai fondamentalisti islamici, fece ritorno nella sua Montevarchi accolto e festeggiato da tutti i suoi concittadini.

Da allora ancora tante cose sono successe nella sua vita e nella sua famiglia con nuove partenze e ritorni, fino alla sua definitiva sosta nella sua città. Eugenio dopo la liberazione ha passato quasi un anno a Montevarchi per effettuare un percorso di recupero fisico e psicologico insieme alla moglie thailandese Phanangket Khwanrnean e ai suoi figli.

Un recupero non semplice per lui che si è trovato a vivere un’esperienza terribile come è quella di un rapimento. Ma dopo questo percorso di recupero ha deciso di riprendere la sua attività di operatore umanitario ed è ripartito, questa volta con la famiglia, nel 2010, verso il Kenia nella zona di Zanzibar per realizzare una serie di progetti di cooperazione internazionale, sempre curati dalla Croce Rossa Internazionale, per portare l’acqua in villaggi sperduti del Kenia, dove è rimasto fino al 2011.

Da lì ha poi proseguito la sua attività verso l’Uganda dove dopo 3 mesi è stato colpito da un malore al cuore. Trasferito d’urgenza verso l’ospedale di Johannesburg in Sud Africa, ha subito una serie di operazioni con l’introduzione di 4 bypass e di un valvola meccanica che hanno reso il suo cuore come nuovo. Ma era comunque impensabile poter continuare la sua attività di cooperatore internazionale ed è stato messo a riposo dalla Croce Rossa Italiana.

Una volta in pensione Eugenio Vagni e sua moglie hanno deciso di tornare definitivamente a Montevarchi, mettendo a frutto quelle che erano le conoscenze specialistiche di lei e decidendo di aprire un centro di trattamenti thailandesi per la cura del corpo. Così sua moglie si è iscritta a una scuola specialistica italiana a Firenze per i trattamenti di bellezza della durata di 3 anni e contemporaneamente, grazie a un fondo che Eugenio possedeva in via Marzia 188, hanno deciso di investire i loro risparmi nell’allestimento di un centro che è stato aperto lo scorso mese di giugno.

Hanno dunque portato quella che è la cultura asiatica della cura del corpo nel cuore dell’ovale della città. E’ nato così il “Thai Orchid”, un centro dove si può passare dal tipico massaggio thailandese, alla sauna, alla riflesso terapia plantare, ai massaggi sportivi fino ai massaggi linfatici. Un modo anche questo per Eugenio Vagni per restare ancora a contatto con la cultura asiatica che tanto lo ha affascinato e coinvolto nella sua vita e un modo per far conoscere a chi lo vorrà, modalità di cura del corpo e della persona attraverso principalmente l’utilizzo delle mani e di creme e prodotti che provengono da quei paesi. In questo loro progetto Eugenio e sua moglie sono aiutati anche dalla sorella di lei e da altri due thainlandesi. Intanto il figlio di 21 anni continua i suoi studi in giro per il mondo e dopo essere stato in America ora sta studiando all’Università di Bangkok comunicazione e finanza, mentre la figlia più piccola di 8 anni frequenta le elementari alla scuola Don Milani a Montevarchi. La sua vita di italiano e toscano continua ad essere influenzata dalla cultura di altre terre e popoli che ha avuto la possibilità, grazie al suo lavoro di conoscere, aprendo così i suoi spazi mentali ed esistenziali, partendo dal presupposto che nella diversità sta una ricchezza e non un limite. E oggi, come si legge nell’opuscolo del centro aperto in via Marzia “un tocco di cultura thailandese batte nel cuore di Montevarchi”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dal rapimento nelle Filippine, al malore in Africa: la storia di Eugenio che porta la cultura asiatica in Valdarno

ArezzoNotizie è in caricamento