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Dal Lazio ad Arezzo per coltivare un sogno: ecco i vini dell'azienda San Luciano

“Per tutti eravamo ‘i romani’, quelli che avevano acquistato il 'podere della fame'; adesso siamo ‘quelli di San Luciano’; un appellativo che ci siamo conquistati e di cui andiamo davvero orgogliosi”. Stefano Ziantoni adora parlare della sua...

“Per tutti eravamo ‘i romani’, quelli che avevano acquistato il 'podere della fame'; adesso siamo ‘quelli di San Luciano’; un appellativo che ci siamo conquistati e di cui andiamo davvero orgogliosi”. Stefano Ziantoni adora parlare della sua cantina, dei suoi vigneti, della sua terra. Sì perché nonostante le origini laziali è ad Arezzo che coltiva e fa crescere i suoi sogni insieme al padre e al fratello. La sua famiglia si trasferì da Marino, in provincia di Roma, nel 1972 dopo aver acquistato un’azienda sulle dolci colline di Monte San Savino che godeva, però, di pessima fama; si erano succeduti 10 proprietari negli ultimi tre anni. Il grano non cresceva e i padroni la abbandonavano rassegnati. Quello che non avevano capito è che quel terreno, così povero e ciottoloso, era perfetto per la coltivazione della vite. Filari di sangiovese, merlot, cabernet, canaiolo, chardonnay, malvasia, grechetto e vermentino godono di una privilegiata esposizione a mezzogiorno; giaciture collinari di medio impasto splendidamente ventilate a una altitudine fra i 300 e i 330 metri sopra il livello del mare. In posizione dominante, contornato da boschi e da culture, San Luciano presenta il suo complesso. Al centro una chiesetta impreziosita da uno splendido quadro rappresentante una Madonna con bambino. Dall'alto del colle, segnato da cipressi, lo sguardo scende giù, lungo il pendio sino alla fonte garibaldina costruita nel 1866.

san luciano cantina“Quando mi traferii in Toscana con mio nonno Giulio e mio padre Ovidio, gli abitanti ci trattavano con diffidenza. A me, che avevo soltanto 4 anni, sembrava così strano che dessero del voi. La mia famiglia non era abituata alla mentalità della mezzadria e i contadini non capivano un padrone che si sporcava le mani nei campi. Forse ci credevano matti. Ma ad Arezzo sanno apprezzare l’umiltà ed il duro lavoro e presto le persone ci hanno aperto le porte e il cuore”. Nel corso degli anni e delle generazioni la cantina è cresciuta di dimensioni e importanza fino a varcare i confini nazionali. San Luciano vende i propri prodotti in tutta Europa, in America e perfino nel difficile mercato asiatico. Ma, per una rigorosa scelta aziendale, il vino rispecchia le caratteristiche del territorio di appartenenza e non di chi deve comprarlo, magari oltreoceano. “Amo i vitigni bordolesi ma, allo stesso modo amo i vitigni autoctoni toscani. Non capisco perché, avendo a disposizione una pepita d’oro, dobbiamo forgiarla per farla assomigliare ad una d’argento, solo perché il mercato lo richiede. Le potenzialità di questa terra sono incredibili”. Stefano mostra con orgoglio la barricaia spiegando, con parole semplici e chiare, concetti enologici e produttivi frutto di lunghi anni di studi settoriali. Non si limita a raccontare il vino ma accompagna il visitatore in un percorso sensoriale dove si sbriciola la terra con le mani e si annusano le differenti tipologie di botti.

guittoNon so se sia positivo rimanere una cantina di nicchia, ma questo ci permette di rispettare le tradizioni. Una cosa che mi infastidisce – conclude Stefano – sono i giganti, le grandi aziende, che si travestono da piccole realtà produttive. Fingono una dimensione più genuina e più vicina al cliente ma poi non scrivono in etichetta l’origine delle uve. Vorrei una maggiore chiarezza, per rendere il consumatore più informato e consapevole; solo così è possibile capire perché un vino costi dieci euro e un altro soltanto due. Ma, con questo ragionamento, non mi riferisco soltanto al mio settore”.

boschi salviatiPortabandiera aziendale è il D'Ovidio, grande vino composto per il 40% da sangiovese, dalla stessa quantità di Montepulciano e dal 20 % di vitigni internazionali, cabernet sauvignon e merlot. Quando nasce un figlio nella famiglia Ziantoni, si produce una salomon (bottiglia da 18 litri) di questo splendido nettare, destinata ad essere stappata il giorno del matrimonio del nuovo arrivato, o al compimento del suo 40esimo compleanno. Fra le altre etichette c’è il Guitto, un bianco molto particolare, ottenuto da malvasia di Candia in purezza – una mosca bianca da queste parti -, il Cavalpoggio, la Luna di Monte, il Colle Carpito e il Boschi Salviati, oltre a un omaggio alla tradizione: il vin santo.

Azienda agricola San Luciano

Indirizzo: Località San Luciano, 90 Monte San savino

E-mail: info@sanlucianovini.it

Web: www.sanlucianovini.it

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