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Comodi e pericolosi. Cosa cambia per i monopattini con il nuovo codice della strada

Nel 2020, secondo i dati Asaps, gli incidenti gravi sono stati 123. Uno, mortale, anche ad Arezzo. Adesso per questi mezzi la velocità massima è stata ridotta da 25 a 20 chilometri orari ma non c'è obbligo di casco, targa e assicurazione. Unsic: "Ancora troppe incongruenze"

Ridotta da 25 a 20 km orari la velocità massima sulle strade urbane dove il limite di velocità è di 50 km/h. Invariato il limite di velocità sulle aree pedonali, che è sempre di 6 km orari. Rimane espressamente vietato circolare sopra i marciapiedi e andare contromano sulle strade. Queste le novità, e le conferme, riguardanti i monopattini dopo l'entrata in vigore del nuovo codice della strada.

Unsic, sindacato datoriale con oltre tremila uffici in Italia e numerosi dipendenti che si spostano in monopattino, li ha intervistati per comprendere meglio aspetti positivi e negativi delle nuove norme.

In linea generale, il sindacato concorda su alcune regole di buon senso ritenute necessarie, come il divieto di transitare o di parcheggiare sui marciapiedi, il sequestro per chi trucca il motore dei monopattini o ne modifica il telaio, l’obbligo di indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti o di attivare dispositivi luminosi come frecce e stop, ma ritiene inconcepibili i due anni di tempo per adeguare quelli in circolazione (entro il 1° gennaio 2024).

Inoltre, è considerato inspiegabile non aver reso obbligatori i caschi per i maggiorenni, oltre a targhe e assicurazioni, anche a garanzia dei proprietari di monopattini. C’è innanzitutto la questione della sicurezza stradale coperta dal casco: nel 2020, secondo i dati Asaps (portale sicurezza stradale), gli incidenti gravi sono stati 123 (con 58 feriti, di cui 11 in prognosi riservata). In testa c'è la Lombardia con 54 sinistri, poi il Piemonte con 14, quindi il Lazio con 13, Emilia Romagna e Abruzzo con 6. 11 le vittime nel 2020 e 2021: tre a Roma, una a Budrio (Bologna), Milano (anziana investita da un gruppo di monopattinisti), Genova, Arezzo, Ravenna, Firenze, Sesto San Giovanni (Milano) e Cesena. Sempre riguardo la targa che non c'è, diventerà impossibile identificare il mezzo nel caso di furto o sequestro.

L’aspetto che i guidatori di monopattini disapprovano maggiormente è la riduzione del limite di velocità da 25 a 20 chilometri all’ora: pur attenuando le conseguenze di cadute e scontri, fa aumentare il rischio di essere investiti dagli altri veicoli che tentano il sorpasso nella stessa carreggiata, in genere insofferenti verso monopattini e biciclette. C’è poi una non secondaria questione economica: nei mezzi condivisi, il costo è a tempo e non a chilometraggio, per cui la riduzione della velocità corrisponde ad un aumento immediato dei prezzi dal 25 al 50 per cento. Un salasso soprattutto per studenti e giovani lavoratori – molti i precari – le categorie che maggiormente utilizzano questo mezzo ecologico. Sarebbe quindi opportuno, secondo l’Unsic, passare a tariffe a percorrenza, come già avviene in alcuni Paesi europei.

Infine è discutibile l’uso del mezzo su strade extraurbane senza piste ciclabili, comprese quindi le tangenziali, ed è paradossale l’applicazione delle sanzioni pecuniarie previste (da 41 e 100 euro). Come fa un vigile a multare un veicolo senza targa: tirando a indovinare l’identità del guidatore per quelli in sosta oppure rincorrendo a piedi quelli in movimento?

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