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Coronavirus, il vescovo benedice ospedale e malati: "Vi mando una carezza, coraggio". D'Urso: "Ricoveri sotto controllo"

Nel giorno di San Giuseppe - custode della famiglia - monsignor Fontana si è recato al San Donato e dall'esterno ha impartito la benedizione all'intera comunità ospedaliera. Al suo fianco il vicario generale

"Vorrei mandare una carezza a ciascuno dei malati e dirgli: coraggio, la Madonna non ci ha mai abbandonati fino ad ora e continuerà a proteggerci", con queste parole monsignor Riccardo Fontana, al termine di una benedizione impartita dall'esterno dell'ospedale San Donato, si è rivolto ai degenti che stanno lottando contro il Coronavirus. 

Un gesto di attenzione che l'arcivescovo ha voluto rivolgere anche alla comunità dei sanitari in occasione della festività di San Giuseppe. 

"Dopo il venerdì Santo viene sempre Pasqua - ha detto Fontana - e finito questo incubo potremo ringraziare insieme il Signore". Poi ha ribadito l'invito di Papa Francesco ai fedeli italiani: "Stasera alle 21, ognuno dalle proprie case, si unisca alla recita del Rosario. Sarà una preghiera che avvicinerà tutti gli italiani. Anche noi aretini".

Alla benedizione era presente il direttore generale Antonio D'Urso, che ha ringraziato monsignor Fontana e ha illustrato quanto sta accadendo all'interno dell'ospedale San Donato. 

"La situazione dei ricoverati è sotto ampio controllo. Fortunatamente al momento non ci sono picchi di affluenza di ammalati da accogliere nei reparti.  Ma da una punto di vista clinico, vediamo un peggioramento della situazione. La comunità dei sanitari in questo momento sta affrontando una dura prova ma si sente molto unita: certo medici e infermieri lavorano tante ore lontani dalle loro  famiglie, ma nonostante questo il senso di vicinanza con chi è a casa resta forte". 

A fianco di Monsignor Fontana c'era il vicario generale, don Fabrizio Vantini. Insieme hanno rivolto un pensiero ai cappellani dell'ospedale e a tutti i sacerdoti della Diocesi: "Non possono essere con noi fisicamente - ha spiegato - ma lo sono spiritualmente".

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