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Coronavirus e virologi alla ribalta, Magnolfi: "Ma chi sono?"

Chi sono i virologi? In cosa consiste il loro lavoro? Una riflessione sui "super specialisti" che studiano il coronavirus

Riceviamo e pubblichiamo un contributo del dottor Fabrizio Magnolfi. Magnolfi è stato primario della Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, direttore del Dipartimento di Medicina Specialistica della Usl 8 di Arezzo e poi direttore dell’area funzionale di Medicina Specialistica della Azienda Usl Toscana Sud Est. 

L’epidemia di coronavirus ha fatto salire alla ribalta i virologi, finora sconosciuti ai più. Onesti professionisti abituati a rimanere nell’ombra, si sono visti catapultati improvvisamente sotto i riflettori della notorietà e della considerazione sociale.
Sono usciti dai laboratori dove sono soliti lavorare chini sui  microscopi, ed hanno cominciato a  passare una gran parte del loro tempo di fronte alle telecamere per rispondere alle domande per lo più ripetitive dei giornalisti. E non c’è giorno che una qualche loro affermazione non faccia scalpore ed abbia un’eco infinita nel tam tam mediatico. Sono diventati delle star e sono considerati essi stessi degli eroi, al pari dei medici e degli infermieri impegnati in prima linea.  Ormai sono vissuti dall’opinione pubblica come gli scienziati  che ci possono guidare, indicandoci la via per la salvezza.  Sono diventati dei personaggi pubblici  alla cui fonte ci abbeveriamo tutti i giorni, pronti a cogliere nelle loro parole le sfumature di un moderato ottimismo o viceversa qualche nota negativa e dolorosa che ci avvilisce.
Ce li ritroviamo tutti i giorni in televisione e li riconosciamo come si riconoscono i politici di lungo corso o gli attori. Ciascuno di noi ha i suoi preferiti e quelli meno simpatici.  E assistiamo un po’ divertiti e un po’ increduli alle diatribe fra di loro, anche perché pensiamo in buona fede che la scienza sia una sola e che non ammetta opinioni diverse fra cultori così autorevoli della stessa materia.    
                 
Purtroppo questi signori stanno dilagando e non si limitano più a parlarci del virus e dirci se sta perdendo forza o mantiene intatta la sua virulenza. Forti della loro autorità indiscussa, arrivano a filosofeggiare, a comportarsi come dei guru, ci vogliono spiegare che il virus tutto sommato è servito a farci meditare, a recuperare dei valori che si erano persi, a ritrovare la genuinità di certi affetti., a ripristinare l’armonia con la natura. E da virologi diventano addirittura ambientalisti, denunciando le alterazioni dell’ecosistema che l‘uomo ha provocato negli ultimi anni. Ormai salgono in cattedra tutti i santi giorni e pontificano. E sono molto rigorosi nel ripetere come un mantra la necessità di rispettare le regole di distanziamento sociale senza alcuno sconto, ma anzi, semmai introducendo norme igieniche sempre più stringenti.

L’epidemia di coronavirus non va assolutamente minimizzata o banalizzata, ma non si può neanche  premere continuamente  l’acceleratore sulla drammatizzazione sociale e giocare sulla paura della gente, che già vive terrorizzata e  sta diventando addirittura  ossessionata e maniacale  nei confronti del rischio contaminazione, spesso prendendo precauzioni in eccesso già spontaneamente. C’è chi è divenuto francamente fobico nel suo vivere quotidiano. Quando ci si incontra ci si guarda con diffidenza reciproca e si vede nell’altro un possibile “untore”. Allora forse è arrivato il momento in cui si deve più tranquillizzare che impaurire le persone, iniettando una giusta e sacrosanta dose di ottimismo.

Ma chi sono veramente i virologi di cui finora non avevamo mai sentito parlare?  In che cosa consiste il loro lavoro ? Li potremmo definire dei superspecialisti, medici o biologi,  che si occupano della diagnosi virologica in laboratorio,  avulsi dal contesto clinico  e senza alcun rapporto coi pazienti. Non lavorano in reparti di degenza per pazienti affetti da malattie virali. Questo lo fanno gli infettivologi. 
I virologi si occupano dei virus, non delle malattie virali! E pure sono divenuti famosi come profondi conoscitori di queste malattie. 
Rimane un mistero perché non siano diventati altrettanto famosi gli infettivologi, gli pneumologi e i rianimatori che hanno dovuto sopportare sulla propria pelle lo tsunami che si è abbattuto sugli ospedali nei giorni terribili dell’esplosione dell’epidemia. La stragrande maggioranza di questi operatori è rimasta nell’anonimato e la scena è stata quasi completamente occupata solo dai virologi.
L’attività principale dei virologi è lo studio diretto del virus e delle sue mutazioni genetiche in vitro, cioè in laboratorio. In pratica “maneggiano” il virus e così facendo possono testare la sua sensibilità ad alcuni farmaci e possono contribuire alla produzione del vaccino, cooperando con altri specialisti come gli immunologi. Purtroppo finora non è stato trovato alcun farmaco sicuramente efficace su questo coronavirus e ancora siamo lontani dalla formulazione di un vaccino. Ma non disperiamo! E affrontiamo fiduciosi il futuro perché le cose non potranno che andare meglio!

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