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"Sono vicino a medici, infermieri, operatori sanitari. Impariamo da questa esperienza e potenziamo la sanità"

Lettera di chi in corsia c'è stato per decenni e adesso in pensione continua a seguire i suoi pazienti. Angiolo Agnolucci ha esternato il suo pensiero di medico e di cittadino in questo momento di emergenza coronavirus

Lettera accorata da chi in corsia c'è stato per decenni come medico dell'ospedale San Donato di Arezzo dove è stato direttore dell'endoscopia digestiva e diagnostica. Angiolo Agnolucci vede adesso l'ospedale aretino impegnato nell'emergenza coronavirus e per questo pensa a chi è al lavoro, a chi deve prendere decisioni politiche future, alla necessità di  dare a questa esperienza un significato che possa portare a rafforzare veramente la sanità pubblica.

Vorrei esprimere un pensiero di vicinanza a tutti i colleghi medici e agli operatori sanitari, in primis agli infermieri, colonna portante del nostro Sistema Sanitario Nazionale, che in questo momento stanno combattendo la grande sfida della salute, non solo nella nostra città ma nell ‘intero Stato Italiano. Siamo vicini a voi e alle vostre famiglie, ci stringiamo tutti nelle nostre poche certezze e nelle nostre paure in un momento di difficoltà lavorativa e personale ma sappiamo bene che il nostro insieme quando fa “ sistema” riesce a sollevarsi e vincere.

Questa grande pandemia ci insegna che nessuno deve essere lasciato solo: famiglie, persone fragili , le nostre solitudini e i nostri cari. Tutti abbiamo il compito di imparare da questo che sta accadendo, mi rivolgo alla nostra classe dirigente di ogni ordine e grado, di ogni colore, una parola sola, una lezione, per le sfide future. Ripensare e potenziare le nostre strutture con personale, mezzi e risorse è oggi quanto mai necessario, nessuno dovrà essere abbandonato ora e in futuro. Guardo alle nuove generazioni di professionisti come alla speranza di una sanità migliore per il nostro paese.

So che non esiste solo la salute, la sofferenza dei tanti professionisti, di ogni genere, partite iva, operai, commessi e dipendenti costretti alla forzata esclusione dal momento lavorativo genera in noi rabbia, paura per il futuro e grande preoccupazione economica. Vicinanza anche a tutto il mondo del volontariato che sta svolgendo come sempre un lavoro dignitoso e silenzioso ed a tutti coloro che per motivi di lavoro per servizi utili sono a disposizione per i nostri bisogni essenziali. Ricostruiremo insieme un tessuto produttivo degno e migliore di quello che abbiamo fino ad ora voluto e dovuto sopportare. Lo Stato dovrà garantire tutti e oggi più che mai dobbiamo avere fiducia nel sentirsi tutelati e non lasciati a se stessi. Questo è un grande auspicio e una speranza per un futuro migliore. Ora però ognuno di noi deve fare la sua parte.

Angiolo Agnolucci #celafaremo 

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