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Covid. Cala l'indice di contagio in tutta Italia: in Toscana è 1.2. Ad Arezzo partono i test nelle scuole

Nell'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità i dati riportano significativi rallentamenti della diffusione del virus in tutte le regioni della nazione

Scende l’indice di contagio (Rt) in Italia. La conferma è quella arrivata dalla Cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità nella giornata di ieri, venerdì 27 novembre. Nel rapporto, dove gli esperti hanno analizzato i dati trasmessi dalle Regioni riguardanti il periodo tra il 16 e il 22 novembre, viene calcolato che l’indice di trasmissibilità medio italiano è pari a 1.08. Per quello che concerne invece le singole regioni vengono riscontrati valori medi di Rt tra 1 e 1,25 nella maggior parte. Soltanto in 4 è inferiore a 1. La Toscana conta un Rt di 1.2. cifra che non ha tardato a suscitare la reazione da parte del presidente della Regione Eugenio Giani il quale, durante un suo intervento pubblico, ha spiegato come “stando così l’indice di contagio, il 4 dicembre torneremo in zona arancione”. Ma nonostante l’assottigliamento dei numeri “rimane essenziale evitare gli eventi aggregativi (mass gatherings) che, se effettuati, porteranno a un rapido nuovo aumento nel numero di nuovi casi”, precisano nel report dall’Istituto Superiore di Sanità aggiungendo che, se è vero che "la velocità di trasmissione" del nuovo coronavirus "sta rallentando e ha raggiunto livelli di Rt prossimi a 1 in molte Regioni/Province autonome", e che "per la prima volta da molte settimane l'incidenza negli ultimi 14 giorni è diminuita a livello nazionale", è opportuno non abbassare la guardia. "Questi dati sono incoraggianti e segnalano l'impatto delle misure di mitigazione realizzate nelle ultime settimane. L'incidenza rimane tuttavia ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile - precisano ancora - pertanto sarà necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente inferiori di 1, consentendo una rapida diminuzione nel numero di nuovi casi di infezione e, conseguentemente, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali e ospedalieri”.

Attesa per il nuovo Dpcm di Natale

In considerazione degli indici che scendono e, soprattutto, valutata la concomitanza con le feste natalizie, il governo è da settimane al lavoro per la redazione del nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri attraverso il quale definire le linee guida da adottare nelle prossime settimane. Tra i nodi da sciogliere resta ancora quello relativo alla riapertura delle scuole che per il ministro Lucia Azzolina dovrebbe avvenire il 9 dicembre. Una data ritenuta non adeguata dalle Regioni che invece sostengono come sia opportuno rimandare tutto a gennaio. Gli altri punti sui quali il dibattito dell’esecutivi e degli enti locali si è particolarmente concentrato riguardano: gli orari di apertura delle attività commerciali per lo shopping dei regali e della ristorazione e gli spostamenti tra regioni per raggiungere i parenti. Su quest’ultimo l'orientamento prevalente del governo sarebbe rigoroso, con il divieto totale, a prescindere dalle colorazioni, al massimo con qualche deroga come quella per i nonni soli che potranno raggiungere figli e nipoti.

Cenoni, aperture e spostamenti al vaglio del governo

L’annuncio di Giani

Nella giornata di ieri, il governatore toscano ha spiegato quale potrebbe essere il cronoprogramma con cui la regione potrebbe uscire dalla zona rossa. "Siamo partiti in zona rossa il 15 novembre, e se rimarranno così i dati che abbiamo riscontrato, il 29 novembre passeremo alle zone arancioni. Farò a quel punto un provvedimento che porta fino alla prima riunione del Comitato tecnico scientifico, giovedì 3 dicembre. Venerdì 4 il ministro Speranza firmerà l'ordinanza per un allentamento della zona rossa, ovvero il ritorno in zona arancione. Avremo la possibilità di una ventina di giorni, fino a Natale, per minori restrizioni. Ora la Toscana è allineata a condizioni che oggi sono quelle di zona arancione, anzi io direi di zona gialla. Ne ho parlato con il ministro Speranza e dobbiamo rispettare le procedure di legge per rientrare quanto meno in zona arancione. Oggi la Toscana è zona rossa e lo deve essere per legge per 14 giorni. Per come è stato concepito il Dpcm per risalire bisogna garantire continuità di condizioni migliori per due settimane. Noi siamo partiti il 15 novembre e questo periodo finirà il 29 novembre, domenica prossima. Il ministro Speranza mi ha detto che non possiamo anticipare, dobbiamo rispettare le norme; quindi io farò un provvedimento che ci porta fino alla prima riunione del Comitato tecnico scientifico del 3 dicembre. Venerdì 4 dicembre Speranza potrà firmare l'ordianza che riporta la Toscana in zona arancione. Dobbiamo, quindi, avere la pazienza di aspettare questi pochi giorni”.

Screening nelle scuole per Arezzo

Nel frattempo la provincia di Arezzo continua a fare i conti con le proprie realtà locali. Nella giornata di ieri, secondo i dati della Asl Toscana sud est, il numero di nuovi positivi continua a rimanere sotto i 100. Settantuno per l’esattezza coloro che sono risultati positivi al Covid su oltre 1.200 tamponi eseguiti. Arezzo si conferma il capoluogo con il più alto tasso di pazienti anche se le cifre continuano a calare poco alla volta. Tra le misure adottate dall’amministrazione comunale per contrastare la diffusione del virus nel territorio di propria competenza, c’è quella riguardante la promozione dei test sierologici (pungidito) nelle scuole comunali. L’iniziativa è rivolta agli 8.500 iscritti che, previa autorizzazione dei genitori, potranno effettuare il test. Per questa ragione nelle scorse ore è stata attivata una piattaforma attraverso la quale chi lo desidera potrà prenotare il proprio figlio.

Cosa cambia da zona rossa a arancione

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