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Tamponi a bimbi e insegnanti, attività per l'estate. Le richieste a Conte per la scuola partono da Arezzo

Il movimento, intorno al documento che ha come prime firmatarie Erica Rampini e Martina Leonardi, si è allargato anche ad altre regioni e sono arrivate adesioni anche dalla Sardegna e dal sud Italia

La scuola chiusa dal 6 marzo scorso, sport, allenamenti, attività sospese dallo stesso periodo. Didattica a distanza attivata a singhiozzo e in base agli strumenti a disposizione del corpo insegnante e delle famiglie. Di fronte ancora mesi di studio da casa, esami di maturità, l'estate e l'attesa del settembre e del rientro in classe.

Questo è il tempo sospeso dei bambini, dei ragazzi e di conseguenza è il tempo di pensieri difficili, profondi, ma con poche risposte per le famiglie che vedono per i loro figli il rischio di un vuoto cognitivo, di perdità delle abilità acquisite, la mancanza di una routine stimolante. Una condizione che ha cominciato ad agitare le menti, le tastiere e le penne di qualcuno che ha voluto cominciare a fare qualcosa, per portare all'attenzione del governo questo tema, finora escluso praticamente del tutto dalle priorità, non menzionato nei decreti, nelle conferenze stampa, nelle risposte alle domande frequenti del ministero.

E così parte da Arezzo un documento rivolto al governo, al premier Conte, al ministro per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti e a quello per l'istruzione Lucia Azzolina. E' stato scritto a più mani con prime firmatarie Erica Rampini, assessore al sociale, scuola e pari opportunità del comune di Monte San Savino e da Martina Leonardi, aretina d'origine trapiantata per amore a Terni.

"Io e Martina ci conosciamo da quando lei abitava a Monte San Savino, abbiamo due storie diverse, lei addetta in un supermercato, mamma di due bambini, io amministratrice di un piccolo comune, insieme abbiamo sentito il bisogno di mettere per iscritto le priorità di una fascia di popolazione finora non rappresentata. Non si tratta di attacchi politici, ma la stesura di proposte condivisibili, non stiamo urlando di riaprime immediatamente le scuole, ma di pensare a soluzioni ponte da mettere a disposizione delle famiglie che possano volontariamente aderire."

Così è stato composto un documento, intorno al quale si sono riconosciuti tantissimi genitori, ma anche spicologici, educatori, docenti. Un movimento composto soprattutto da donne che in un giorno ha superato quota 500 adesioni. Per chiedere informazioni e dare la propria adesione è aperta una email dedicata: cittadinidimenticati@gmail.com.

"Gentilissimo e Gentilissime,

siamo un gruppo di mamme papà, insegnanti, educatrici ed educatori, psicologhe e psicologi, sociologi e sociologhe, associazioni, e enti locali che vi scrivono con un unico scopo: dare voce alle bambine, bambini ed alle loro famiglie. In questa situazione di emergenza sanitaria è stato detto più volte che nessuno sarà lasciato indietro, che nessuno sarà dimenticato. Non vorremmo però che ad essere dimenticati e calpestati fossero però proprio i diritti dei bambini.

Il documento, ringraziando a chiare lettere le insegnanti che hanno reinventato l'istruzione seppur con mezzi limitati, pone l'accento sulla didattica a distanza e le sue problematiche: "La didattica a distanza, pur preziosa e utile, non può essere sostitutiva della vita scolastica. Il rischio è che si creino muri insormontabili e barriere non facilmente superabili. Uno schermo non potrà mai sostituirsi all’insegnante, i genitori non possono essere esperti di didattica (...) I genitori non devono essere costretti a scegliere tra famiglia e lavoro - si legge ancora nel documento per il Governo - i genitori devono essere messi in condizione di gestire i tempi e gli spazi come meglio credono. Quali sono le proposte formulate dal Governo? Quelle pervenute ad oggi non sono sufficienti, non bastano più".

Le proposte

Nel corpo delle sei pagine di documento vengono elencate una serie di proposte con gli obiettivi di "preparare i bambini e le bambine alla convivenza con il virus; donare loro, gli spazi di socialità, colmare il buco emotivo scaturito da questi 60 giorni di isolamento; aiutare i genitori, in questo percorso nuovo, alleggerendo il carico e aiutandoli nella gestione quotidiana della fase 2." Come? Dando risposte di welfare a sostegno delle famiglie, dei bambini e della scuola. "E' necessario che qualora, le proposte educative siano limitate ad orari ed ingressi ridotti, e che la scuola rimanga chiusa, trovare delle soluzioni che sostengano i genitori lavoratori e non, e tutte le famiglie che necessitano bisogno. Per quanto riguarda il sostegno individuale, pensiamo, che il Governo potrebbe così agire coinvolgendo tutto il settore sociale, chiamato a prendersi cura del suo bene più importante, i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze, in parole povere, il suo futuro."

Secondo il documento redatto da Rampini e Leonardi l'idea è quella di coinvolgere l'associazionismo, il volontariato, il terzo settore ma anche le aziende. "Incentivando una riduzione oraria per chi ha figli minori" premiando le aziende che adotteranno part time con sgravi fiscali. "Poter usare gli spazi inutilizzati delle aziende per la creazione di spazi educativi con personale qualificato." Come una sorta di asilo aziendale. "Creando sinergie con le cooperative sociali del territorio impegnando le educatrici e gli educatori in un lavoro a domicilio in tutte le realtà familiari svantaggiate, pensiamo concretamente alle famiglie con bambini/e diversamente abili o con bisogni educativi speciali; estendendo i congedi parentali almeno a tutto il periodo estivo con un'indennità del 70% che permetta alle famiglie di mantenere una vivibilità economica sufficiente."

La didattica a distanza usata nella parte emergenziale, secondo le evidenze, non può essere protratta a lungo per non creare danni allo sviluppo cognitivo di bambini e bambine.

"Chiediamo a gran voce la certezza di una riapertura delle scuole di ogni ordine e grado a settembre, ma anche della fascia 0-6 anni. Chiediamo altresì che in questo periodo che va da maggio a giugno siano trovate soluzioni che non escludano i bambini/e e i ragazzi/e dalla socialità, e in maniera più ampia dalla società e dalla ripresa di una vita per quanto possibile normale."

Le attività estive

Il documento diretto al Governo propone che dopo le sanificazioni possano essere usate le scuole per attività estive che facciano da ponte tra la chiusura delle scuole e la riapertura a settembre, "che vengano usati tutti quei luoghi quali parchi pubblici, palestre, anfiteatri come spazie delle abmbine e dei bambini, ove impegnare gli educatori ed educatrici ad accogliere i bisogni dei bambini, che siano attivati dei percorsi terapeutici gratuiti a tutti i soggetti che lo richiedano, l’istituzione di un centro d’ascolto dei bisogni dei piccoli in ogni comune."

Tamponi per la popolazione scolastica

Per facilitare la riapertura delle scuole a settembre, il documento propone di sottoporre a test e tamponi tutti coloro che fanno parte della comunità scolastica ed educativa siano essi bambini e ragazzi che gli insegnanti "così da avere una mappatura del Covid-19 sulla loro fascia d'età."

Misure in vista di settembre

I cittadini che hanno aderito al documento intendono chiedere a gran voce il rafforzamento della scuola in vista di settembre, perché i bambini possano riprendere la loro routine e per questo servono soluzioni alternative alle strutture vigenti e nuovi finanziamenti da destinare alla scuola: "un implemento del personale scolastico sia docente che Ata; di pensare ad una suddivisione delle classi più numerose in altri spazi scolastici e/o comunali; di fornire dispositivi di protezione individuale a tutto il personale e a tutti i bambini; di guardare all’Europa, ci siamo sentiti dire in fase emergenziale che il nostro paese fosse un modello, adesso chiediamo ai nostri governanti che comunichino con quei paesi che hanno ripreso l’attività scolastica e ne colgano gli atteggiamenti e le buone pratiche da seguire. un coinvolgimento immediato dei Comuni nelle scelte future."

Serve il lavoro serio di tutti, una progettazione immediata per colmare un vuoto già fin troppo ampio, perché questo tempo sospeso dei bambini non sia del tutto vano.

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