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Caremani: "Dico no al lockdown totale. Ma occhio alle varianti, quella inglese è molto contagiosa"

Il professor Marcello Caremani è contrario all'ipotesi di un nuovo lockdown totale lanciato da Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza

"No al lockdown generale, bisogna continuare con le zone a colori: gialla, arancione e rossa", così il professor Marcello Caremani, medico senior ed ex direttore di Malattie Infettive all'ospedale San Donato di Arezzo. Negli ultimi giorni ha ripreso quota l'ipotesi di un nuovo lockdown totale per tornare a far scendere la curva dei contagi, il primo a rilanciare questa possibilità è stato Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza. Una ipotesi che sembra trovare numerosi pareri discordanti.
Secondo Ricciardi è "urgente cambiare subito la strategia di contrasto al virus SarsCov2: è necessario un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata".

Secondo il professor Caremani la strada giusta da seguire è quella con le zone a colori. "Bisogna continuare con le fasce per indice di contagio secondo i colori che ormai sono noti. L'importante è monitorizzare in maniera adeguata e attenta senza ricorrere nuovamente ad una chiusura totale del Paese, anche perché la situazione della curva pandemica è sotto controllo e l'indice di mortalità nelle ultime settimane è calato. Sono d'accordo invece a zone rosse localizzate, come per esempio la situazione della vicina Umbria con Perugia e sei comuni nel Ternano in lockdown".

Il pericolo delle nuove varianti. "Le varianti del Covid, soprattutto quella inglese, devono destare preoccupazione. Bisogna stare molto attenti. Nelle prossime settimane il 50 per cento dei nuovi casi sarà riconducibile non più al ceppo classico del Covid, ma alle varianti inglesi e brasiliane. In particolar modo quella inglese, che risulta essere più contagiosa, ma meno mortale rispetto alla prima mutuazione del virus".

Il comportamento degli aretini. "Le persone devono prestare maggiore attenzione rispetto ai classici sistemi di prevenzione come l'uso della mascherina, doppia se non si indossa una FFP2, un igiene delle mani frequentissimo e il distanziamento sociale. Queste sono le regole più basilari da seguire per non rischiare un nuovo aumento dei casi considerevole".

Gli studenti e la didattica a distanza. "Il principale problema dei giovani è la mancanza di socialità, quindi ben venga la possibilità di lezioni in presenza alle scuole superiori al 50 per cento, al momento un ritorno totale nelle classi è sconsigliato in maniera netta. Siamo ancora lontani da una situazione in cui sarà possibile rientrare il classe al 100 per cento, nonostante capisca bene quanto sia importante per i ragazzi incontrarsi e socializzare".


 

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