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Il Comune avvia la costituzione della Fondazione per il sociale con Aliotti, Thevenin, Fraternita e Casa Pia

L'amministrazione prosegue nel progetto delle fondazioni: oltre a quella per il terzo settore, ce ne sarà un'altra per l'istruzione. Si aggiungerebbero a quelle già esistenti per turismo e cultura. Ma c'è anche chi contesta le iniziative

Un primo passo verso la nuova fondazione dedicata al sociale del Comune di Arezzo è stato compiuto oggi, con l'adesione delle prime istituzioni che daranno vita, oltre al municipio, al nuovo ente. Una creazione che arriverebbe assieme a quella pensata per la scuola, dopo che la prima giunta Ghinelli aveva già dato vita a fondazioni per il turismo (Intour) e per la cultura (Guido d'Arezzo). Un passo che però non tutti vedono di buon occhio, ad esempio la funzione pubblica della Cgil di Arezzo, per via del fatto che l'ambito sociale uscirebbe così dall'alveo pubblico, per entrare in quello privato. Una intenzione, quella dell'amministrazione, che ha anche generato reazioni politiche contrarie.

L'annuncio dell'amministrazione

“Quello che presentiamo stamani è un passo storico per Arezzo, indipendentemente dalla Fondazione. Tutto il ‘blocco municipale’ si stringe attorno all’idea lanciata da questa amministrazione, ovvero fare squadra nei servizi alla persona in ambito educativo e di coesione sociale. Comune, Fraternita dei Laici, Casa Pia, Fondazione Aliotti e Istituto Thevenin, pur mantenendo le loro forti identità, si mettono in filiera per dare e costruire risposte destinate agli aretini da a 100 anni. Questo è il nucleo originario da cui partire per aprire la strada che porti alla costituzione della Fondazione Arezzo Comunità, un’esperienza unica a livello nazionale”, ha detto il vicesindaco e assessore alle politiche sociali Lucia Tanti. Aderiscono all'iniziativa, oltre al Comune, anche Fraternita dei Laici, Fondazione Aliotti, Istituto Thevenin, Casa di riposo Fossombroni. “Le istituzioni più antiche e significative di Arezzo - prosegue il vicesindaco - tracciano insieme la strada. Non potevamo che realizzare questo progetto se non iniziando a dare il buon esempio. E non potevamo proporre una rivoluzione copernicana ad altre realtà pubbliche, al privato sociale, al terzo settore, al volontariato, al settore privato se non mettendo in prima persona le fondamenta. Allo stesso tempo il ‘blocco municipale’ da solo non può e non vuole bastare. Ecco perché quello di oggi lo definiamo, oltre che ‘storico’, un passo propedeutico per dare alla città un nuovo orizzonte all’insegna del protagonismo comunitario. Colgo l’occasione per ringraziare il primo rettore della Fraternita dei Laici Pier Luigi Rossi e i presidenti Manuela Loreni, Sandro Sarri, Debora Testi, rispettivamente di Fondazione Aliotti, Istituto Thevenin, Casa di riposo Fossombroni per avere colto subito la portata di questa occasione. Ringrazio il professor Stefano Pagliantini, direttore del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Siena, coadiuvato dalla professoressa Annalisa Gualdani, per avere dato la disponibilità ad accompagnarci nel percorso costitutivo, tecnico-giuridico, della Fondazione offendo alla città la loro competenza e professionalità, definendo uno schema di solida base dottrinaria aperto al confronto con tutti i protagonisti. Il percorso è avviato e ringrazio le tante realtà che ho incontrato e che sto incontrando che si sono dette disponibili a dare il loro contributo facendo parte integrante di questo strumento utile alla città del post-Covid. I tempi: il 15 maggio, a 100 anni dall’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII e dalla definizione solenne della dottrina sociale della Chiesa, il progetto sarà delineato affinché entro il 2021 trovi compimento”.

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