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Comitato sagre contro il nuovo Regolamento, Bracciali: "E' il funerale delle nostre frazioni"

Un documento firmato da quattro capigruppo dei partiti di maggioranza in consiglio comunale ad Arezzo e scoppia la polemica. Perché il contenuto tocca un tasto dolente, quello delle sagre paesane, le vuole regolare in maniera più stringente...

Un documento firmato da quattro capigruppo dei partiti di maggioranza in consiglio comunale ad Arezzo e scoppia la polemica. Perché il contenuto tocca un tasto dolente, quello delle sagre paesane, le vuole regolare in maniera più stringente, limitandole.

Il documento è una proposta dovrà passare dalla commissione numero due sulle attività produttive, composta da Luca Stella come presidente, e dai consiglieri Cesare Bircolotti, Angiolino Piomboni, Jacopo Apa, Egiziano Andreani, Alessandro Casi, Matteo Bracciali, Claudia Maurizi, Elisa Bertoli e Paolo Lepri che si terrà domani alle 12:00, per poi passare alla presentazione ed all'approvazione in consiglio comunale.

La notizia è arrivata alle orecchie dei diretti interessati, gli organizzatori delle sagre paesane che rientrano all'interno del territorio del Comune di Arezzo, riuniti in un Comitato e che hanno preso una dura posizione:

Il documento che i quattro capigruppo di maggioranza porteranno al voto del Consiglio comunale, è un atto gravissimo che compromette il futuro non solo di eventi ormai radicati nel territorio ma anche di un modello di aggregazione, di valorizzazione delle tradizioni e delle comunità locali. Nel corso della riunione che abbiamo tenuto ieri sera, abbiamo concordato sul fatto che il Regolamento proposto è la pietra tombale delle straordinarie esperienze di aggregazione che da molti anni caratterizzano le nostre frazioni. I paletti che vengono collocati attorno a questa esperienza sono palesemente finalizzati a farla terminare: limitazione a 5 giorni consecutivi, esasperazione della tipicità della festa nonché dei prodotti a chilometri zero e loro tracciabilità, limitazione dei menù, rischio di chiusura di attività sportive e di strutture pagate con fondi ricavate dall’indotto delle sagre. Diversità di trattamento tra le nostre attività e quelle esercitate dai Quartieri della Giostra del Saracino. Le criticità di questo Regolamento sono moltissime ma la finalità è una soltanto: chiudere per sempre l’esperienza delle sagre e delle feste nelle frazioni. Queste esperienze cementano i rapporti personali e di amicizia tra le persone all’interno della località, creano occasioni di festa e di stare insieme, movimentano persone e famiglie. Noi siamo sempre stati disponibili a discutere con l’Amministrazione comunale le richieste che negli anni ci sono state fatte e le nostre risposte sono state positive. Stavolta non c’è nemmeno l’apertura di un confronto ma un Regolamento mai discusso con noi e che rappresenta sostanzialmente un’ordinanza di chiusura. Facciamo appello al Consiglio Comunale e al Sindaco affinché venga attentamente valutata la gravità delle decisioni che si apprestano ad assumere e che colpiranno non una sagra ma migliaia di persone che nel segno della solidarietà e dell’amicizia mettono ogni anno il loro tempo e le loro energie a disposizione di eventi che si confermano, sempre di più, di qualità.

Il documento è firmato dai rappresentanti della Sagra del Maccherone, Sagra della Pappardella alla Lepre, Sagra della Polenta, Sagra della Bistecca, Festa della Dea (Loc. Venere), Sagra paesana di Ruscello, Rievocazione storica della battitura e mietitura di Ruscello, Sagra della Fragola, Sagra del Tegame, Ferragosto Poggiolino.

matteo-bracciali2Sullo stesso argomento si è espresso il consigliere comunale del Partito Democratico Matteo Bracciali che fa parte della commissione attività produttive:

La destra di governo sta preparando il funerale delle nostre frazioni. Limitare l'oggetto delle manifestazioni alla sola promozione di un prodotto tipico del territorio, dimezzare i giorni di apertura degli stand con evidenti ripercussioni economiche per gli organizzatori e arrogarsi il diritto di scegliere discrezionalmente quali sono le sagre "buone" e quelle "cattive" da chiudere, significa chiudere una modalità di aggregazione e autofinanziamento delle nostre periferie che, attraverso queste manifestazioni, finanziano servizi, manutenzioni al territorio e portano avanti le attività sociali di paesi interi.

Altre sarebbero le contromisure da prendere contro il proliferare di eventi solo gastronomici nel centro città che danneggiano i nostri ristoratori e che non hanno nessuna reale ricaduta economica sul territorio ma, al contrario, si portano via, lontano da Arezzo, risorse.

Se c'è la necessità di rivedere alcune questioni, lo si faccia insieme ai comitati che organizzano queste iniziative senza colpi di mano dannosi per tutta la città. Sono convinto che la priorità per rilanciare l'immagine ed i consumi della città non sia questo regolamento ma una programmazione seria di cui non se ne vede neppure l'ombra.

Quindi abbasso i canederli e viva i maccheroni".

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