Comitato “Emergenza lupo – Arezzo”. Oltre 3.690 firme per chiedere l'intervento del governo
Il gruppo ha raccolto adesioni in quasi tutti i comuni della provincia aretina
3.691 firme per chiedere interventi volti a contenere la presenza di lupi nell’Aretino. A raccoglierle è stato il comitato “Emergenza lupo – Arezzo” che, proprio in questi giorni, ha portato a compimento la petizione che sarà consegnata a Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura e Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’ambiente. L’obiettivo è quello di chiedere l’attivazione di misure idonee ed efficaci riguardanti la gestione della popolazione della specie “canis lupus” nel territorio nazionale.
“In un solo mese - spiegano dal comitato - abbiamo raccolto oltre 3.600 firme. Una cifra importante. Il nostro gruppo ha fatto un grande lavoro e siamo riconoscenti a coloro che si sono adoperati per raggiungere questo risultato visto che, la tematica, molto divisiva, ha creato non poche polemiche. Molti esercenti commerciali non hanno accettato di tenere i moduli per la raccolta delle firme per evitare il boicottaggio degli animalisti. Determinante per il successo della petizione è stato l’aiuto dell’associazione Enalcaccia che ha creduto nel progetto e lo ha sostenuto attivamente. Il presidente provinciale, Iacopo Piantini, ha inviato i moduli in ogni sezione aretina promuovendo la raccolta firme. È stata l’unica associazione venatoria che ci ha dato supporto. Abbiamo suddiviso le firme per comuni e per vallate, nella voce “Altri comuni” sono ricomprese le firme dei residenti al di fuori della provincia di Arezzo. Abbiamo inviato una richiesta ai ministri nella speranza di ottenere a breve un incontro con una nostra delegazione. Ciascuna delle firme raccolte rappresenta una chiara manifestazione di dissenso verso questa gestione scellerata nei confronti di un predatore infestante, dannoso e pericoloso”.
Il testo della petizione
Dalla promulgazione delle norme che hanno istituito la difesa dei lupi, inserendoli tra le specie particolarmente protette, questi sono stati lasciati procreare indiscriminatamente fino al raggiungimento di oltre 3.500 esemplari (cifra che appare comunque sottostimata), all'atto pratico le popolazioni di questi canidi non sono mai state realmente gestite, solo censite, con grande impiego di fondi e risorse pubbliche. La tradizionale diffidenza del lupo nei confronti dell'uomo ha mantenuto questo animale confinato nelle aree boschive, purtroppo a seguito della riproduzione incontrollata molti soggetti si sono spostati dalle aree a loro vocate, verso le aree antropizzate e finanche urbane. Nella provincia di Arezzo, siamo passati negli ultimi anni dai frequenti avvistamenti ad una continua predazione nei confronti degli animali, non più solo selvatici ma anche di quelli domestici e da reddito. I lupi, sempre più confidenti e spinti dalla fame stazionano intorno alle abitazioni, anche nei centri abitati, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Questo sfacciato comportamento e la fisiologica diminuzione delle prede disponibili, lasciano presagire al ritorno della predazione nei confronti anche dell'uomo, come avveniva costantemente in epoche remote. La popolazione percepisce la minaccia costituita da questi animali, rinunciando all'abitudinaria frequentazione delle periferie e delle campagne, soprattutto se in compagnia dei cani. Ogni giorno vengono diffuse le notizie di uccisioni di animali domestici e la popolazione incontra, letteralmente, i lupi davanti alla porta di casa. Di contro, nel resto dell'Europa, sono in atto delle iniziative concrete per il controllo e non per il mero conteggio dei lupi, che ormai sono troppi, sono ovunque, fanno danni enormi e costituiscono un pericolo per le persone, come si apprende dalle vicende di cronaca nazionale. Importante è anche il danno economico diretto e indotto, soprattutto a carico degli allevatori; l'ISPRA nel 2022 ha diffuso una stima dei danni da predazione da lupo nel periodo 2015 - 2019, riportando 17.989 casi di predazione, a fronte dei quali sono stati somministrati oltre 9 milioni di euro di risarcimenti. Le Istituzioni preposte alla gestione della fauna selvatica sono i Ministeri che presiedete, vi chiediamo di intervenire, presto e con decisione, a tutela dei cittadini, dei loro animali e delle proprietà. Non è più tempo di seguire dogmaticamente la protezione irrazionale, antiscientifica e incontrollata di una specie che non è assolutamente a rischio di estinzione da molti anni, se non dal punto di vista genetico, dato che il contatto con l'uomo lo espone all'ibridazione con i canidi domestici.