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Clara Vaccaro, da subcommissario di Roma Capitale a prefetto di Arezzo: "I migranti? Accoglienza con impegno e fantasia"

"Città bellissima, la prima impressione è stata ottima. Ci sono molti parchi". Dettaglio importante per il nuovo prefetto di Arezzo Clara Vaccaro, appassionata di trail. E' nata a Messina, in Sicilia, nel '62, ma arriva in Toscana, da Roma, con...

"Città bellissima, la prima impressione è stata ottima. Ci sono molti parchi". Dettaglio importante per il nuovo prefetto di Arezzo Clara Vaccaro, appassionata di trail. E' nata a Messina, in Sicilia, nel '62, ma arriva in Toscana, da Roma, con alle spalle una lunga esperienza al ministero dell'Interno.

Prima volta al comando di un distaccamento territoriale del Governo, l'ultimo incarico romano è stato quello di Capo di Gabinetto. Clara Vaccaro raccoglie il testimone di un'altra donna, Alessandra Guidi rimasta per poco più di un anno.

Tra i recenti, delicati, incarichi ricoperti va segnalato quello di sub commissario del Comune di Roma, al fianco di Francesco Paolo Tronca. L'attuale prefetto di Arezzo ha aiutato il commissario straordinario a reggere il governo capitolino nei delicati mesi della transizione dall'amministrazione del dimissionario sindaco Pd Ignazio Marino a quella della pentastellata Virginia Raggi. Prima ancora era stata subcommissario straordinario (assieme ad altre tre persone, ma lei era il vicario) alla Provincia di Roma, quando Nicola Zingaretti aveva lasciato la presidenza alla fine del 2012, per correre (e vincere) la partita delle elezioni regionali, diventando poi governatore del Lazio.

Amante dei viaggi, Clara Vaccaro ha raccontato di aver girato molto. E sulla scorta delle esperienze personali, ha accennato alla questione migranti.

C'è un mondo in fuga dalla disperazione: in Mali, in Niger. Intere popolazioni si spostano, cercando condizioni di vita accettabili, o comunque migliori. In Europa continueranno ad esserci flussi migratori come ci sono ora. L'accoglienza va fatta, però, con intelligenza. E sono contraria a forme meramente assistenziali, anche perché quando si lasciano dei vuoti, in qualche modo questi devono essere colmati. Mi riferisco ad esempio alle giornate dei migranti accolti in Italia: sono dell'idea che una partecipazione attiva alla società da parte di chi si trova ospite sia la via da battere. Mi pare che i migranti chiamati a dare una mano nelle zone terremotate non si siano tirati indietro. Certo, bisogna fare degli sforzi e metterci anche fantasia, trovando di volta in volta una formula adeguata.

@MattiaCialini

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