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Chirurgia vascolare: "Così al San Donato mi hanno salvato la vita". Tecniche innovative e dialogo con paziente

La storia di un paziente operato per aneurisma all'aorta addominale

"Negli ultimi sei mesi il mio problema si era fatto pesante. L'aorta addominale era aumentata notevolmente e si sommava ad altre patologie: diabete, pregresso infarto e stenosi della carotide. L'intervento chirurgico era diventato indispensabile e la paura non era quella di finire in sala operatoria ma di non uscirne vivo".

Luigi, 72 anni, racconta così la sua storia in chirurgia vascolare al San Donato. Una sitauzione delicata, che in lui destava non poca preoccupazione. Ma nell'ospedale aretino ha trovato non solo un luogo di cura, ma anche un punto dal quale ripartire verso una nuova vita.  

"Qui ho avuto la conferma che la professionalità dei medici non è solo quella di fare diagnosi e interventi ma anche quella di parlare con il paziente - racconta Luigi -. Non tanto per tranquillizzarlo ma per renderlo consapevole di quale sia la situazione, di quali possano essere le soluzioni e i conseguenti rischi. Nella chirurgia vascolare del San Donato mi hanno spiegato con parole semplici l'intervento ed hanno saputo creare anche un rapporto personale. È stata importante anche la fase post operatoria. Quando l'intervento è finito, mi hanno spiegato cosa mi avevano fatto e che sarei potuto tornare a fare una vita normale perché il pericolo è stato neutralizzato".

ercolini leonardo_vascolare 3-2"Su questo paziente siamo intervenuti in maniera endovascolare e cioè con due piccoli tagli chirurgici agli inguini - ricorda il Direttore dell'Unità operativa, Leonardo Ercolini, da 4 anni a capo di una struttura di alta professionalità e che ha fatto della diagnosi e cura della patologia aortica, carotidea e delle malattie degli arti inferiori la propria mission. Da qui abbiamo inserito un endoprotesi che serve ad escludere l'aneurisma dal flusso del sangue riducendo quindi il rischio di rottura. Questo è un intervento che si esegue in anestesia locale o periferica e che consente tempi di recupero rapidi per il paziente. E' una tecnica alternativa a quella tradizionale che richiede l'anestesia generale e che prevede un taglio sull'addome, l'isolamento dell'aorta e la sostituzione del tratto malato con una protesi ovviamente compatibile con il corpo umano".

Ercolini chiarisce come la chirurgia vascolare sia la branca della chirurgia e della medicina che tratta la diagnosi e la cura delle malattie delle arterie e delle vene  Le arterie sono quei condotti che portano il sangue “buono e pulito con molto ossigeno” ai tessuti e agli organi.  Le vene sono quei condotti che riportano il sangue “con meno ossigeno” dopo che questo è stato utilizzato per le funzioni vitali.

Il medico ricorda che l'aneurisma è una dilatazione permanente ed evolutiva di un vaso, nel caso specifico dell'aorta addominale molto spesso nel suo tratto al di sotto dei reni. Il diametro normale è di circa 20 millimetri. Si parla di ectasia quando si arriva  ad un diametro tra i 30 e i 40 millimetri e di aneurisma, cioè di una dilatazione patologica, quando le dimensioni sono superiori a 40 mm e l'indicazione chirurgica scatta a 50 mm nella donna e 55 nell'uomo. Anche la forma dell'aneurisma è un elemento importante per indicare la correzione chirurgica, tanto che aneurismi piccoli ma "spanciati" sono altrettanto pericolosi". Questo è piuttosto comune nella popolazione anziana (2%) e l'incidenza è aumentata di circa 3 volte negli ultimi 30 anni. Per dare un'idea della dimensione del problema, l'aneurisma rappresenta la tredicesima causa di morte negli Usa e in  Italia si stimano quasi 100.000 persone con aneurisma e quasi 30.000 le nuove diagnosi ogni anno.

La diagnosi è quasi sempre occasionale e il riscontro casuale durante esami diagnostici eseguiti per cause diverse dalla ricerca dell'aneurisma stesso. Ecografie e TC eseguite per i motivi più vari possono mettere in evidenza un aneurisma dell'aorta addominale, malattia che se non trattata può diventare estremamente grave.

La causa principale dell'insorgenza della malattia aneurismatica è l'aterosclerosi e pertanto i fattori di rischio determinanti sono fumo, diabete, ipertensione, insufficienza renale, sindrome metabolica, iperomocisteinemia, familiarità e fattori genetici. Più frequente negli uomini sopra i 65 anni per i quali si consiglia, se mai fatta prima, una visita di chirurgia vascolare.

"Occorre attenzione e prevenzione - conclude Ercolini. Noi siamo la tappa finale di un percorso. Luigi è uno dei molti pazienti che arrivano da noi con l'unica opzione dell'intervento chirurgico.  A quel punto scatta la paura perché c'è la consapevolezza dei rischi. Il dialogo con il paziente fa parte integrante del nostro lavoro. Non si tratta solo di informare in modo burocratico il paziente, ma di dare informazioni alla persona, per metterla nella condizione di conoscere la sua situazione e di fare la scelta giusta, per il presente e per il futuro".

I risultati per il paziente? "Da quando mi sono operato, mi sento più forte - racconta Luigi. Prima mi era stato consigliato di non  fare sforzi e ogni  dolore all'addome faceva salire la paura che avevo esagerato in qualcosa. Adesso sono tornato ad occuparmi dell' orto, giardinaggio e piccoli lavori di manutenzione e cosa ancora più importante sono libero di giocare con i miei nipoti e prenderli in braccio come voglio".

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