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Quelli che lavorano alla centrale di tracciamento covid. Storie e volti della lotta al virus

Francesca, 24 anni, con decine di telefonate da gestire: "Ognuno ha una reazione diversa alla positività ma oggi c'è più consapevolezza. Il mio consiglio? Vaccinatevi". Il direttore D'Urso: "Qui giovani qualificati che svolgono un'attività fondamentale"

In prima fila nella lotta al covid ci sono medici e infermieri ma anche tante persone, spesso giovani, che lavorano dietro le quinte, svolgendo un ruolo fondamentale per far funzionare la macchina organizzativa. Gli operatori della centrale di tracciamento della USL Toscana sud est, per esempio, nell'ultimo periodo sono stati messi sotto pressione, tra centinaia di telefonate e complessità dei sistemi informatici. Tra loro c'è Francesca Giovannini, 24 anni, studentessa di scienze infermieristiche di Cortona. Tutte le mattine si presenta ad Arezzo per un turno di 8 ore. 

“Sento molto questa responsabilità perché il tracciamento dei casi è fondamentale per bloccare la pandemia e tutelare i cittadini, soprattutto le persone più fragili. Io, poi, ho avuto l'opportunità di vivere questa esperienza sia nella prima fase che adesso e le differenze sono molte. È sicuramente cambiata la strategia di tracciamento, anche per l’elevatissimo numero di casi giornalieri di quest’ultimo periodo, inoltre ho percepito molta differenza nelle reazioni dei casi positivi, che nella prima fase ci comunicavano preoccupazione e timore per la loro salute, mentre adesso traspare più tranquillità e consapevolezza su quello che sarà il percorso suo e dei suoi contatti”.

Centrale Tracciamento covid d'urso-2

Dall'altro capo del telefono ci sono uomini e donne di tutte le età, con stati d'animo che variano a seconda del momento e del contesto generale.

“Ognuno ha reazioni differenti: c’è chi accetta serenamente la positività, chi fa mille domande dettate dall’ansia per la notizia appena ricevuta, persino chi si sfoga parlandoti dei suoi problemi e delle sue sensazioni sulla malattia. Mi ricordo di un signore che non prese bene il fatto di dover rimanere 10 giorni in quarantena e paventò la fuga con disattivazione del telefono per non farsi trovare. Ancora oggi, nonostante tutto, sono ottimista e vorrei dare un unico consiglio a tutti: vaccinatevi e rispettate sempre le disposizioni, fate tutto quello che è in vostro potere per cercare di contrastare la pandemia e non sottovalutate il virus, pensate a coloro che sono più fragili e che non possono curarsi e non hanno la fortuna che abbiamo noi di avere un vaccino”.

Il direttore della Ausl Toscana sud est, Antonio D'Urso, ha sottolineato l'importanza del lavoro di staff in questi mesi così complicati.

“Si tratta di persone che nonostante la giovane età o la provenienza da settori diversi, stanno dimostrando sul campo di essere una delle nostre armi migliori nel contrasto e contenimento della pandemia. Da quando abbiamo attivato, tra i primi in Italia, le centrali di tracciamento nell'ottobre 2020, il loro impegno, che inizialmente sembrava destinato a pochi esperti sanitari, è diventato altamente qualificato e qualificante e ha coinvolto decine di giovani. I nostri operatori, che alle volte vengono anche minacciati, sono persone motivate e alle quali va il nostro più sentito ringraziamento e sostegno. Dietro a queste complesse procedure di presa in carico ci sono donne e uomini che stanno permettendo alla nostra società di andare avanti e non ritornare in lockdown”.

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