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Case popolari: cade definitivamente il vincolo dei 5 anni di residenza

La ha stabilito la Regione Toscana per non contrastare con la Corte Costituzionale. Cosa accadrà al bando del Comune di Arezzo? Intanto esultano Cgil e Sunia, ma anche FdI per via del nuovo criterio di premialità degli anni di residenza

E' stato approvato l'adeguamento della legge sulle case popolari in Toscana, ovvero quella che regola l’edilizia residenziale pubblica che è alla base dei bandi formulati dai singoli Comuni per le graduatorie di accesso. La novità più rilevante riguarda il decadicamento del vincolo di 5 anni di residenza (anagrafica o lavorativa) sul territorio regionale toscano per aver diritto ad essere ammesso in graduatoria. Il vincolo era stato pensato, dalla vecchia giunta Rossi (quindi dal centrosinistra), per favorire chi da più tempo risiede sul territorio. E che la nuova maggioranza, sempre di centrosinistra, ha pensato di abolire, anche per via di alcuni effetti perversi generati, come la penalizzazione di toscani che tornavano nella terra d'origine dopo una parentesi di vita fuori regione. Ma soprattutto per non contrastare con la sentenza della Corte Costituzionale che si è pronunciata contro la Regione Lombardia, che aveva introdotto un vincolo analogo giudicato discriminante. E così è arrivato il dietrofront, ieri c'è stato anche l'annuncio da parte di Vincenzo Ceccarelli, ex assessore regionale alle politiche abitative e attuale capogruppo Pd in Consiglio.

La nuova premialità

Si è voluto però mantenere l'impostazione delle legge passata, concedendo una premialità a chi risiede da più tempo sul territorio. Già con la precedente legge esisteva tale criterio: posto che si poteva accedere al bando solo con 5 anni di residenza, venivano poi concessi punti di merito in base al numero degli anni di ulteriore residenza: 2 per 10 anni, 3 per 15, 4 per 20. Adesso il criterio è stato mantenuto, anche se il vincolo dei 5 anni è stato abbatutto. Con un paletto: non andare oltre i 4 punti di premialità per non incorrere in un'altra sentenza avversa della Corte Costituzionale, quella contro la Regione Abruzzo che avrebbe concesso un numero di punti giudicati eccessivi (quindi discriminanti) ai residenti da maggior tempo. La proposta originaria era di iniziare a dare 1 punto in più a chi risieda da 5 anni (fino a un massimo di 4 per 20 anni), ma Fratelli d'Italia ha chiesto che si scendesse a 3 anni per il primo punto. Proposta condivisa: e così sarà dato 1 punto a chi è residente da 3 anni, 2 punti per 5 anni, 3 punti per 10 anni, 3,5 punti per 15 anni e 4 punti a chi risiede da 20 anni.

Il bando del Comune di Arezzo a rischio

A questo punto il bando del Comune di Arezzo dovrebbe saltare. L'amministrazione si era affrettata ad annunciarlo (tramite l'assessore leghista Monica Manneschi) con la conferma del vincolo dei 5 anni, ma con una legge regionale che non lo contempla e soprattutto con le sentenze avverse della Corte Costituzionale, il rischio per l'amministrazione Ghinelli è quello che ci siano ricorsi difficili da battere. Si vedrà se il bando, a questo punto, verrà riformulato per evitare ulteriori fatiche di Sisifo.

Le reazioni alla nuova legge

Ovviamente l'adeguamento della legge ha suscitato le reazioni più disparate. Anche perché il vincolo che il centrosinistra aveva introdotto era diventato negli ultimi tempi un vessillo del centrodestra, come in più circostanze ribadito. E così l'adeguamanto viene salutato positivamente da Cgil e Sunia. Ma c'è pure Fratelli d'Italia che esulta per il criterio di premialità, intestandosene i meriti. Un criterio che già esisteva, come detto, anche se con scaglioni differenti. Nota anche da parte dalla Lega regionale come Marco Casucci.

Cgil e Sunia

Dichiarazione di Laura Grandi del Sunia Toscana; Simone Porzio e Maurizio Brotini della Cgil Regionale Toscana.

“Tre sentenze della Corte Costituzionale per sanzionare altrettante leggi regionali di Lombardia, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia in materia di case popolari avevano stabilito come 'illegittimo e incostituzionale' il requisito temporale della residenza ultra quinquennale come condizione di accesso per la partecipazione ai bandi di assegnazione di una abitazione di edilizia pubblica.
Anche in Toscana, la normativa regionale prevedeva il requisito di almeno cinque anni per accedere ai bandi per concorrere all’assegnazione di una casa popolare. Grazie anche alle pressanti richieste ed appelli di Cgil e Sunia della Toscana, il Consiglio Regionale, su proposta della Giunta, ha proceduto a modificare la norma, cancellando il requisito dei 5 anni di residenza, prima Regione in Italia a deliberarlo senza attendere l’intervento della magistratura in conformità ai pronunciamenti della Corte Costituzionale. Finalmente si è chiuso un capitolo che di fatto bloccava assegnazioni e nuovi bandi e che stava mettendo in difficoltà molti Comuni e, soprattutto, migliaia di famiglie toscane in attesa di poter partecipare ai bandi comunali.
Il rischio di un’impugnativa aveva messo in stand-by i bandi di molte amministrazioni comunali, che però non potevano più arginare le pressanti richieste dei cittadini. Il risultato raggiunto con l’approvazione del provvedimento speriamo sia di buono auspicio anche per altri aspetti che governano l’edilizia pubblica. Primo fra tutti la celerità dell’assegnazione dei tanti alloggi popolari comunali vuoti, in attesa di ristrutturazione, ad oggi oltre 3000. Attese lunghissime, ingiustificate e intollerabili, vista la disponibilità di risorse messe a disposizione per lo scopo dalla Regione e in considerazione delle migliaia di famiglie che legittimamente da anni attendono una soluzione al loro disagio. Adesso i Comuni potranno partire con i loro bandi, per tentare di soddisfare il bisogno di alloggi a canone sociale, per venire incontro alle migliaia di famiglie toscane di lavoratori e pensionati che versano in stato di precarietà abitativa e che confidano in una soluzione abitativa pubblica”.

Fratelli d'Italia Arezzo

Dichiarazione di Francesco Lucacci, presidente di Fratelli d'Italia Arezzo:

"Nella legge regionale sugli alloggi popolari è stata introdotta la storicità della residenza come criterio premiale per l’assegnazione della casa. I nostri consiglieri si sono impegnati affinché non fossero sullo stesso piano persone residenti in Toscana da anni con coloro che vi pervengono da pochi giorni, chiaramente per arginare l'assegnazione delle case agli immigrati. I nostri consiglieri hanno chiesto di introdurre punteggi premiali in graduatoria a seconda degli anni di residenza nella nostra Regione: con tale sistema sarà possibile garantire criteri equi nell’elaborazione dei bandi. Un grande ringraziamento al gruppo consiliare di Fratelli d'Italia ai consiglieri Torselli, Petrucci, Fantozzi, Veneri e Capecchi."

Fratelli d'Italia Toscana

Dichiarazioni del consigliere Diego Petrucci, componente della Terza Commissione, e Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano.

“Grazie al lavoro di Fratelli d’Italia è stata introdotta, nella legge regionale, la storicità della residenza come criterio premiale per l’assegnazione degli alloggi popolari. Siamo riusciti a modificare la proposta di legge approvata dalla Giunta che recepiva in ottica immigrazionista la sentenza della Corte costituzionale in materia: metteva sullo stesso piano persone che vivono in Toscana da anni con chi fosse entrato da pochi giorni nel nostro Paese. Abbiamo così fermato una norma del tutto iniqua visto che le case popolari sono state costruite con il lavoro dei nostri genitori. Se la Corte ha deciso che la residenzialità non può essere un vincolo di esclusione dall’assegnazione degli alloggi, grazie a Fratelli d’Italia diventa un criterio per acquisire più punti in graduatoria. Un nostro emendamento alla legge regionale sugli alloggi Erp introduce un sistema graduale di punteggio a seconda degli anni di residenza: sarà dato 1 punto a chi è residente da 3 anni, 2 punti per 5 anni, 3 punti per 10 anni, 3,5 punti per 15 anni e 4 punti a chi risiede da 20 anni. Inoltre, vengono considerati anche gli anni di permanenza in graduatoria (mezzo punto per ogni anno di permanenza in graduatoria, fino a un massimo di sei punti). La nostra attenzione sulle case popolari non si esaurisce con questo intervento. Abbiamo infatti presentato in Commissione una proposta di risoluzione di Fratelli d’Italia che chiede, in sede di Conferenza Stato-Regioni, di agevolare la stipula di convenzioni e protocolli d’intesa con gli Stati esteri, in particolar modo quelli da cui proviene il 70-80% dei richiedenti delle case popolari. Questo per dare la possibilità ai comuni, o alle aziende di gestione, di poter accedere ai catasti immobiliari esteri. Così sarà possibile verificare che siano esclusi dalla richiesta di alloggi popolari coloro che hanno diritti reali su proprietà immobiliari in Italia o all’estero”.

Lega regionale

Nota di Marco Casucci, consigliere regionale della Lega.

“Sottolineando il fatto che approvare una nuova Legge sulle case popolari non fosse di così stringente necessità-siamo, comunque, soddisfatti che, alla fine, la maggioranza abbia capito come un nostro specifico emendamento potesse renderla decisamente più equilibrata, anche perché quelle iniziative, proposte inizialmente pure da altre forze dell'opposizione, non le ritenevamo sufficienti. Dopo una lunga e complessa battaglia in aula ed in commissione Sanità abbiamo quindi deciso di ritirare i nostri 2000 emendamenti a fronte, come detto, dell’approvazione di una nostra proposta che prevede, per i cittadini extraeuropei, richiedenti alloggio Erp, il dovere di presentare apposita documentazione patrimoniale del Paese in cui hanno la residenza fiscale, ai fini della verifica della situazione economica del nucleo familiare. In sintesi significa, grazie a noi, avere una sostanziale equità nell’attribuzione degli agognati immobili. Fermo restando l’annosa questione relativa alla penuria di case Erp e la fatiscenza di molte che per questo motivo non possono essere assegnate. Insomma la nostra iniziativa è nel solco del buonsenso e cerca, dunque, di dare il proprio fattivo contributo su una tematica naturalmente molto sentita dai tanti cittadini che, purtroppo, attendono magari da anni di poter avere a disposizione una casa abitabile”.

Articolo aggiornato alle 14,36 del 16 settembre

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