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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ponte Ranzo di Sestino, Giorgi: "Tra panorami eccellenti e segnaletica invasiva, no al cartello selvaggio"

Presa di posizione di Giuseppe Giorgi sulle condizioni di questo angolo della provincia di Arezzo

Un luogo affascinante, ma che presenta qualche problema. Giuseppe Giorgi, consigliere nazionale del Pd, lancia la segnalazione su questo angolo della provincia di Arezzo.

"C’è un luogo, al limite orientale della provincia di Arezzo che annuncia tesori ambientali, ricchezze orografiche, vestigia antiche del municipium arroccato sulle Terre Alte: è Sestino con il suo celebre Antiquarium, con la riserva naturale del Sasso di Simone, il parco di Ranco Spinoso, il pigro scorrere del fiume Foglia.

Scrivo di posti amati, di una Valtiberina alta, forse anche appartata, ai più sconosciuta per luoghi, bellezze, profumi e paesaggi. Gli stessi aretini la conoscono poco.

Sali fino al passo di S.Cristoforo e da lì in discesa costeggi boscaglie antiche, case isolate immerse nel verde e immote, in lontananza, vegliano il tuo viaggio, come sentinelle, il Sasso Simone e il Simoncello, piattaforme che si ergono verso il cielo tra Toscana e Montefeltro, lassù dove il Granduca Cosimo inventò e realizzò la Città del Sole e poi giù fino al Ponte Ranzo che annuncia Sestino e indica la svolta verso il Sasso Simone.

Il Ponte Ranzo è il passaggio obbligato per chi viene da Arezzo, è la fine e il principio di un viaggio che illustra panorami verdi, da valorizzare, per la loro disposizione ambientale incontaminata, per i colori, per le maestà e cappelline che dall’antica via romea di S. Cristoforo costeggiano la strada che vi giunge dopo i tornanti valtiberini.

Il Ponte Ranzo appare come un grande spiazzo sotto cui scorre placido il torrente che oltre si farà fiume, è il luogo a me consueto, dove si annuncia il mio ritorno all’heimat, a casa. Uno spiazzo che ogni volta mi colpisce per la segnaletica, certo l’indicazione per Pesaro, per la Petrella Massana alle pendici del Sasso, per San Donato con il suo Castello e Le sue Ville ma anche una segnaletica invasiva che sembra crescere continuamente, ho contato più di 30 (dicesi trenta) segnali stradali che invadono lo spiazzo.

Una segnaletica obbrobriosa, inutile, ripetitiva, che violenta un paesaggio d’eccellenza.

Più oltre in località Castello di San Donato con la Torre Ravennate che svetta, c’è l’abbandonato Centro di Documentazione dei dipinti di scuola riminese riscoperti nella chiesa che semplice e vetusta accoglie i visitatori, i pellegrini e i credenti attorniata da uno splendido prato verde vegliato da tigli odorosi. Centro di Documentazione dimenticato, da restaurare nei suoi vetri rotti, da riaprire per studiosi e viaggiatori amanti dell’Arte questo sì da promuovere insieme al Ponte Ranzo liberato dai tanti segnali inutili.

Il cartello selvaggio al Ponte Ranzo deturpa e inquina uno dei piaceri più cari alla vita: il bel vedere."

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