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Capo della "baby gang" dietro le sbarre. La vicesindaca Tanti: "Lo vedrei bene a pulire i bagni pubblici"

Chiara e dura la condanna da parte dell'amministrazione comunale di Arezzo nei confronti degli episodi portati alla luce in seguito all'arresto del 20enne identificato come capo di una banda dedita a derubare e malmenare giovanissimi

È ferma la condanna da parte della vicesindaca di Arezzo, Lucia Tanti, nei confronti del 20enne identificato - e arrestato - come capo della gang che nei mesi passati ha seminato il panico tra i giovanissimi derubandoli e malmenandoli. La vicenda è quella portata alla luce dagli agenti della squadra mobile che sono riusciti a identificare il capo di un gruppo di ragazzi, molti dei quali minorenni, dedito a atti di ordinaria violenza.

“Sono felice dell’arresto - spiega la vice Tanti - ovviamente, al momento, il carcere è il luogo dove deve rimanere questa persona. Credo che per lui sia indispensabile avviare un percorso di riflessione sulle proprie scelte di vita. Qui siamo davanti ad un individuo che ha deciso di non rispettare le regole di civile convivenza incentivando e spalleggiando altri a seguirlo. Chiaramente mi auguro che per lui si avvii un percorso di recupero ma, prima di questo, mi sembrerebbe doveroso che facesse ammenda, chiedesse scusa alla città e si rendesse disponibile per attività socialmente utili. A pulire i bagni pubblici lo vedrei molto bene. Vorrei che chiedesse scusa così”.

Una posizione non certo nuova all’amministrazione comunale che, sulla giustizia riparativa, ha puntato molto. In tal senso, soltanto qualche settimana fa, il Comune di Arezzo ha sottoscritto un protocollo con il quale viene previsto che chi commette alcune tipologie di illeciti possa risarcire la collettività con attività utili. Nel caso specifico, i reati individuati come punibili attraverso procedure di giustizia ripartiva sono quelli commessi al volante. “Ovviamente - prosegue l’assessora - non stiamo parlando di incidenti con gravi conseguenze su terzi ma bensì, ad esempio, di divieti di sosta non rispettati, tamponamenti dovuti alla distrazione, utilizzo del telefono e altro. Ecco per chi trasgredisce sono previste delle attività da svolgere gratuitamente per la città. Credo che questo principio dovrebbe essere applicato anche ad altri ambiti. Noi ci crediamo molto”.

Sulla questione delle baby gang e sul crescendo di episodi di microcriminalità e vandalismo aventi come protagonisti i più giovani, il dibattito cittadino continua ad infiammarsi, tanto da dividersi tra chi vorrebbe pene più severe e chi invece invoca l’intervento di un sistema di assistenza sociale più presente. “Nei mesi estivi - specifica l’assessora - qualche genitore è venuto da me per lamentare preoccupazioni riguardanti strani “giri” ed episodi quanto meno inusuali con protagonisti dei ragazzi. A tale proposito ritengo doveroso ribadire la necessità di iniziare a chiare le cose col proprio nome. Qui non siamo davanti a dei ribelli o personaggi affascinanti. Abbiamo difronte delle persone che scelgono di delinquere e che, nelle loro scelte d’azione non riescono a sentirsi realizzate. Ebbene tutto questo non è né giustificabile né, tanto meno, emulabile. I nostri figli hanno bisogno di esempi positivi e dunque, l’occasione è giusta, famiglie, istituzioni e scuola devono lavorare affinché, ciascuno per quanto di propria competenza, atteggiamenti violenti e criminali vengano scoraggiati”.

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