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Buonasanità, lettera di ringraziamenti di un lettore per gli operatori della Fratta e di Arezzo

Malasanità: termine che spesso sentiamo ripetere nei tg o che leggiamo nei quotidiani. Tutti quanti sappiamo che cosa sia la “malasanità” o, per lo meno, ne abbiamo un’idea. Il fatto è che non ci si stupisce quando ne sentiamo parlare: ci si...

Malasanità: termine che spesso sentiamo ripetere nei tg o che leggiamo nei quotidiani. Tutti quanti sappiamo che cosa sia la “malasanità” o, per lo meno, ne abbiamo un’idea. Il fatto è che non ci si stupisce quando ne sentiamo parlare: ci si abitua a tutto, anche alle cose più negative. Ma è giusto estendere questo concetto a tutta la “sanità”? La risposta è no. Assolutamente no! Certo, parlo per la mia esperienza personale, non voglio mettere in dubbio che esistano casi deplorevoli all’interno delle strutture ospedaliere, ma a me e a mio padre, fortunatamente tutto ciò non è accaduto.

In questo momento sono accanto a lui, è sedato, ed in pratica sto aspettando che mi lasci per sempre. E’ dura, molto dura star qui ad aspettare. I minuti sembrano ore e le ore giorni. Però, fra i tanti pensieri che si affollano nella mia mente, affiora in me insistente il desiderio e la necessità di dire grazie a tutti coloro che in questi ultimi anni ho conosciuto all’interno delle strutture ospedaliere della Fratta e di Arezzo. A tutti coloro che hanno curato ed assistito mio padre malato di leucemia linfatica cronica.

Persone eccezionali: professionali, cordiali, gentili, disponibili, umanamente vicine al paziente ed al familiare. Parlo dei medici del reparto di ematologia, cardiologia e pneumologia di Arezzo e di quelli del reparto medicina della Fratta, ma non solo loro, parlo del personale infermieristico e più in generale di tutti quelli che operano in questi reparti.

E come non menzionare tutti gli operatori del day hospital di Arezzo?( quinta scala piano 0 ) . Sono le persone che vorresti trovarti davanti quando la salute ti volta le spalle… E credetemi: non è poco e non è così scontato. Perché una cosa è la professionalità ed altro è aggiungere ad essa la volontà di aiutarti, di darti un chiarimento, una parola di conforto, di abbracciarti o, addirittura commuoversi e piangere con te. Tutto questo ho trovato nel servizio pubblico ospedaliero. Se sono meravigliato che le cose funzionino come dovrebbe? No, non è questo il punto. Riconoscenza, di questo si tratta. Il minimo che posso fare è dire grazie a tutte queste persone perché hanno fatto per me e mio padre tutto quello che potevano e molto di più.

Lettera firmata

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