Braccialetti per la ricerca: sprint finale per sostenere il progetto Mitofusina 2. L'ondata di solidarietà di Arezzo

I braccialetti si trovano ovunque: li vedi al polso degli aretini mentre sono al bar per prendersi un caffè, li puoi trovare nelle vetrine di alcuni negozi che hanno deciso di sostenere l'iniziativa di babbo Roberto, e negli ultimi giorni si sono visti anche al braccio di un concorrente aretino di Uomini e donne, sugli schermi di Mediaset.

La scommessa di Roberto Russo, babbo di Gaia, sta dando risultati esaltanti. Perché adesso tanti parlano di Mitofusina 2, la possibile cura per la sindrome di Charcot-Marie-Tooth 2A, malattia rarissima che ha colpito la ragazza quando aveva solo 13 mesi. Grazie anche alla raccolta fondi attraverso la vendita di braccialetti che da subito è diventata popolare.

"Per trovare una cura - racconta il giovane babbo casentinese -, metterla a punto e passare alla fase di sperimentazione però servono molti soldi". E così lui, da alcuni anni a questa parte, ha deciso di fare qualcosa di propria iniziativa raccogliendo fondi per l’Associazione Progetto Mitofusina 2 che sostiene il Centro Dino Ferrari, dove viene portata avanti la linea di ricerca. Roberto e sua moglie Simona hanno così iniziano a organizzare raccolte fondi: in pochi anni sono riusciti a oltre 53mila euro. E adesso questa iniziativa che sta muovendo i cuori degli aretini. Mentre all'orizzonte si staglia una notizia positiva: "Perché la ricerca sta dando buoni frutti e se tutto andrà bene in pochi anni sarà possibile sperimentare un farmaco". 

Intanto gli ordini per i braccialetti continuano ad arrivare a cascata, così come i selfie scattati per testimoniare la volontà di sostenere l'iniziativa. 

Le fascette colorate in silicone (dal prezzo di 10 euro) sono disponibili fino a fine mese. Sprint finale dunque per contribuire all'iniziava. er partecipare all’iniziativa è possibile contattare Roberto sul suo profilo Facebook.