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"Bilancio di genere", la Sud Est è apripista a livello nazionale

L’organizzazione del lavoro “tarata” sulle esigenze delle donne. Il progetto innovativo è partito a gennaio

La Asl Toscana sud est è capofila di un innovativo progetto nazionale sul “Bilancio di genere”, promosso da Anaao Toscana in collaborazione con il Laboratorio MeS - Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il progetto è partito a gennaio 2020 e i primi risultati saranno illustrati il 6 marzo a Firenze, alla presenza del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone.
L’organizzazione del lavoro, la conciliazione lavoro-famiglia, la distribuzione dei carichi assistenziali, gli avanzamenti di carriera, la retribuzione, il mobbing, la discriminazione: tutto questo, valutato e considerato dal punto di vista delle donne che lavorano in Sanità. Uomini e donne hanno infatti necessità e predisposizioni diverse. Questo deve essere tenuto in considerazione anche in ambito lavorativo, soprattutto in un settore come la Sanità dove ci sono molte donne, in tutti i ruoli.
Le responsabili scientifiche del modello sono Concetta Liberatore, Milena Vainieri, Paola Cantarelli e Chiara Barchielli. 
“Questo modello del bilancio di genere, di cui siamo orgogliosamente gli sperimentatori, sarà esteso alle altre Aziende sanitarie ed ospedaliere della Toscana – dichiara il direttore generale Antonio d’Urso - Si tratta di definire le best practices da attuare nella gestione e organizzazione del personale medico e sanitario. Una innovazione importante, legata al concetto delle “Pari Opportunità” che altrimenti resta solo un parola astratta. Nella Sud Est, invece, ci piace concretizzare e questo progetto servirà a migliorare il benessere nel lavoro, partendo dalle donne, avendo poi una ricaduta positiva su tutto l’ambiente”. 
La Sud Est dedica risorse e tempo alla questione del “genere”, attraverso alcuni strumenti come il CUG (Comitato Unico di Garanzia). E’ un organismo paritetico (con membri a designazione aziendale e sindacale) che ha compiti di promozione delle politiche di conciliazione vita/lavoro, contrasto al mobbing ed ad ogni forma di molestia o discriminazione. Opera anche attraverso la raccolta di segnalazioni che lavoratrici e lavoratori possono presentare (casi di mobbing, casi di discriminazione o anche semplicemente clima di malessere in ambito lavorativo, ecc). 
Senza considerare il grande lavoro che sta portando avanti la “Promozione ed etica della salute”, che spazia dal Codice Rosa all’educazione alla salute, dalla Medicina di genere alla cooperazione internazionale, fino alla salute dei migranti e all’empowerment per le cronicità. Ha, quindi, nelle proprie corde la tutela del benessere, in una visione etica di accessibilità e di equità, attraverso un approccio trasversale tra le diverse aree e i settori della sanità e dell’integrazione tra gli ambiti di programmazione.

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