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Bibbiena, a rischio il punto nascita. Bernardini: "No alla chiusura, sì al rafforzamento"

“Il punto nascita di Bibbiena non può essere oggetto di scambi con servizi accessori, ma deve rimanere come presidio di qualità per il nostro territorio che, se da un lato è marginale dal punto di vista geografico, è particolarmente fortunato per...

“Il punto nascita di Bibbiena non può essere oggetto di scambi con servizi accessori, ma deve rimanere come presidio di qualità per il nostro territorio che, se da un lato è marginale dal punto di vista geografico, è particolarmente fortunato per la qualità di vita. Nascere qui significa nascere nella pace e in un luogo che accoglie, rispettando i tempi della madre e del bambino”.

Con questo assunto il Sindaco Daniele Bernardini dice un “no” secco alla chiusura del punto nascita, paventata nella Conferenza zonale socio-sanitaria, tenutasi questa mattina presso il comune di Bibbiena. Bernardini fa riferimento al Patto sui servizi socio sanitari, sottoscritto qualche tempo fa dicendo:

“In quel documento si parlava espressamente di una specializzazione del nostro nosocomio, su alcune attività chirurgiche particolari. A distanza di molto tempo tutto ciò non è stato attivato. Mi oppongo al tentativo presunto di far diventare questo una possibile merce di scambio per far chiudere il punto nascita”.

ospedale-bibbienaI punti imprescindibili – secondo il sindaco e presidente della Conferenza socio-sanitaria Bernardini – sono due: innanzi tutto la non chiusura, ma subito dopo il potenziamento del servizio in termini qualitativi e di sicurezza. Bernardini commenta ancora:

“Pochi anni fa il nostro punto nascita era cresciuto in tutti i sensi e veniva definito all’unanimità un fiore all’occhiello della Usl8, tanto che molte donne venivano portate addirittura da Arezzo per l’esperienza del rooming-in, della cura ad personam che viene fatta per madri e bambini, per la particolare situazione di serenità che il contesto del Casentino offriva ai neo genitori. Questo ha portato il nostro centro ad ottenere l’importante riconoscimento di Ospedale amico dei bambini. Poi cosa è accaduto? Non ci è dato sapere nel dettaglio, ma si può intuire dal crollo dei parti: qualcuno ha smesso di lavorare per noi. Noi vogliamo, al contrario, che il punto nascita di Bibbiena venga riconosciuto come presidio di qualità proprio per la sua marginalità e vengano mantenuti e rafforzati gli standard di sicurezza”.

Il sindaco di Bibbiena va oltre ed insiste:

“ Da un lato si parla di aree interne, di difesa delle realtà montane e svantaggiate e dall’altro si toglie alle stesse il pane e l’acqua: come definire questa se non una contraddizione? La Regione deve dirci cosa intende fare in modo chiaro. Dare al Casentino altri servizi in cambio della maternità, significa togliere al Casentino un qualcosa di assolutamente necessario per le nostre mamme, le loro famiglie, già messe a dura prova dal trovarsi in una situazione logisticamente svantaggiata; questo conferma la volontà ed un disegno complessivo della Regione di togliere un pezzo alla volta, risorse dal nostro ospedale, per accentrare i servizi ospedalieri nelle città e quindi alla chiusura del nostro presidio.

Il Casentino, come altre situazioni in Italia, si presta proprio come luogo prescelto per una maternità naturale, in cui madre e bimbo possono vivere il parto e le ore dopo lo stesso, in una situazione di assoluta tranquillità nel rispetto dei ritmi naturali della vita e per favorire l’allattamento al seno, oggi universalmente riconosciuto e fortemente consigliato per madri e neonati”.

Il sindaco di Bibbiena commenta ancora:

“prima delle elezioni, voglio rammentarlo a chi si fosse dimenticato, le promesse fatte sull’ospedale andavano in tutt’altra direzione” e continua dicendosi “deciso nell’andare avanti in questa difesa strenua del nostro punto nascita, “cuore e fulcro di un presidio che vuole crescere e diventare sempre più significativo in termini strumentali e di servizi”.

Lo stesso sindaco invita i cittadini a partecipare ad ogni incontro che verrà fatto in futuro in questa direzione, ponendosi come punto di riferimento per quei cittadini e comitati che intenderanno attivare iniziative volta alla difesa di questo bene prezioso per la comunità. Bernardini annuncia poi che nel prossimo consiglio verrà portata la raccolta firme per il referendum abrogativo per la legge 28 del 2015 relativa al riassetto della Usl.

Il commento del consigliere regionale Stefano Mugnai

«Giù le mani dal punto nascita del Casentino. Per preservare il servizio sanitario rivolto a mamme e bebè siamo pronti alle barricate. La Regione metta nero su bianco le reali intenzioni di prospettiva per l’ospedale di Bibbiena»: è la reazione del Vicepresidente della Commissione sanità e Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai. E se l’interrogazione alla giunta regionale per chiedere chiarezza sulle prospettive dei servizi nel presidio casentinese è già in cantiere, con tanto di richiesta di risposte in forma scritta, Mugnai alza il tiro contro le ipotesi di impoverimento complessivo del sistema-salute in una vallata, il Casentino appunto, in cui già la raggiungibilità dei servizi è genericamente messa a dura prova dalla morfologia del territorio. «Al giochino del ‘se tu dai qualcosa a me’, nel caso specifico il reparto di ginecologia, ‘io poi do qualcosa a te’ ma chissà cosa e chissà quando – attacca Mugnai – noi non ci stiamo. Non ci sta la popolazione. E noi, insieme ai cittadini, siamo più che pronti a metterci di traverso a questo sistema che già abbiamo visto portare avanti con altri ospedali che sono stati sfogliati come carciofi e asfissiati fino a ridurli all’inessenzialità. Chiudibili, insomma. Molti di questi, come Bibbiena, erano fiori all’occhiello ma non sono stati innaffiati di proposito finché sono appassiti irrimediabilmente. Non consentiremo che in Casentino si porti avanti lo stesso sistema».

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