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Bertelli acquista l'edicola di piazza San Jacopo. Il titolare: "Non poteva chiudere dopo 70 anni"

Aperta nel 1953, gestita sempre da Piero Scartoni: "Ho buttato là la proposta, Patrizio l'ha accettata". Il presidente di Prada salva un altro simbolo di Arezzo, dopo il Caffè dei Costanti e la Buca di San Francesco. L'edicola è stata ritrovo di sportivi, frequentata anche da Brera e Pasolini

Patrizio Bertelli, presidente del Gruppo Prada, ha acquistato la storica edicola di piazza San Jacopo di Arezzo, gestita ormai da 70 anni da Piero Scartoni. Un atto d'amore da parte dell'imprenditore della moda per la sua città e i luoghi simbolo di Arezzo. E' il terzo nell'arco di pochi mesi dopo la riapertura in piazza San Francesco del ristorante La Buca di San Francesco e l'acquisto del vicino Caffè dei Costanti, atteso ora da lavori di ristrutturazione prima della nuova vita.

Il passaggio di mano dopo 70 anni

Mister Prada ha accolto la richiesta di Piero Scartoni, 90 anni appena compiuti e una vita spesa al servizio degli aretini. Nella trattativa un ruolo chiave l'ha giocato l'avvocato Giovanni Gatteschi, persona di fiducia di Bertelli. "Ho buttato là l'idea, non pensavo che accettasse" dice oggi Piero, mentre accoglie con immutato sorriso nel suo "chioschino" i clienti dall'ottobre '53. L'edicola di Piero, gestita assieme alla figlia, rischiava di chiudere: invece non abbasserà la saracinesca. La continuità è assicurata. Il passaggio di consegne è stato già formalizzato. "Ufficialmente da settembre ci sarà una nuova gestione - aggiunge Piero - nel frattempo continuiamo noi, in attesa che il nuovo proprietario trovi qualcuno a cui affidare l'attività".

Bertelli compra l'edicola di Piero Scartoni in piazza San Jacopo

L'edicola di Piero: un centro di gravità permanente

L'edicola di Piero Scartoni è una finestra sulla città di Arezzo da 70 anni, Piero era poco più che maggiorenne quando l'aprì. E prima ancora, fin da ragazzino, faceva l'edicolante ai Bastioni di Santo Spirito. Ha visto ogni mutazione cittadina, comprese quelle assurde che sconvolsero la piazza dell'edicola negli anni '60. Nel 1967 venne infatti abbattuta la chiesa del XII secolo intitolata a San Jacopo per fare spazio ai grandi magazzini de La Rinascente - Upim. Su quel lato rimase in piedi soltanto l’edicola di Piero Scartoni.

Da Gianni Brera a Pasolini

"Qui era ritrovo di sportivi - racconta Piero - veniva Manlio Bacigalupo oppure Omero Tognon, quando erano allenatori dell'Arezzo". E con loro i calciatori amaranto, che bazzicavano "Da Cecco". "Ma non solo loro - aggiunge - da qui è passato l'arbitro Concetto Lo Bello o il giornalista Gianni Brera". Con la mente Piero sfoglia l'album dei ricordi: "Ho servito più volte il maestro Pier Paolo Pasolini". L'artista frequentava Arezzo perché veniva spesso a trovare l'amico Ninetto Davoli, che negli anni '60 faceva il militare alla Cadorna. "E poi i politici - continua Piero - da Luciano Lama a Walter Veltroni".

Lo scherzo degli juventini e un velo di tristezza

"Ne ho viste tante - aggiunge - compresa la mia edicola pitturata di bianco e di nero. E me lo fecero un bello scherzo, vai. Di notte, dopo che la Juve vinse lo scudetto, si misero all'opera. Quando arrivai la mattina, io interista, ci rimasi di sale". Continua a sorridere, cullato dai tanti ricordi. Oggi, dopo decenni a vendere giornali, finalmente Piero potrà andare in pensione. Anche se con un velo di tristezza, per la crisi della carta stampata. "I dati sono eloquenti, nessuno legge più. La morte della lettura significa che il Paese sta andando verso il baratro", conclude con un po' di amarezza.

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