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Banca Etruria. La replica del procuratore Rossi: "Non tratto normative bancarie"

E' stato attraverso un articolo apparso sulla prima pagina del Fatto Quotidiano che è emerso come, il procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi avesse ricevuto un incarico dal Governo in qualità di consulente del Dagl. Un dettaglio confermato...

E' stato attraverso un articolo apparso sulla prima pagina del Fatto Quotidiano che è emerso come, il procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi avesse ricevuto un incarico dal Governo in qualità di consulente del Dagl.

Un dettaglio confermato dallo stesso magistrato che, poche ore dopo l'uscita dell'articolo, replicò spiegando i dettagli del suo "ingaggio".

A suscitare perplessità è stata la concomitanza degli eventi e degli incarichi. Ad inizio settimana Roberto Rossi ha aperto un'inchiesta - la terza - riguardante le vicende dei risparmiatori di Banca Etruria.

E' stato proprio in considerazione di questo che, prima i media e poi la politica nazionale, hanno chiesto delucidazioni sul suo ruolo ricoperto a Palazzo Chigi.

Ben più fresca è invece la notizia che il Consiglio superiore della Magistratura, lo stesso organo che ha conferito l'incarico al Dagl a Rossi, ha aperto un fascicolo su di lui.

Le ragioni? Sempre le solite. Riuscire a delineare una volta per tutti i contorni di questa vicenda e, al contempo, dare risposta alla richiesta presentata dal membro laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin, che aveva chiesto di verificare se vi fossero profili di incompatibilità data l’attività di consulenza del pm. E' all'indomani di questo ultimo dettaglio che Rossi, attraverso una nota stampa, precisa la sua posizione. "In relazione alle notizie diffuse dai media circa l'incarico di consulente del Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi da me ricoperto - spiega il procuratore capo di Arezzo - ritengo doveroso precisare come detto incarico è stato conferito nell'ambito di un Dipartimento che prevede, al proprio interno, la presenza di magistrati ed avvocati dello Stato (a riprova del carattere esclusivamente tecnico dell'incarico stesso).

Detto incarico, a seguito di richiesta da me presentata in data 23 luglio 2013 (Presidente del Consiglio on. Enrico Letta, capo Dipartimento dott. Carlo Deodato), è stato espressamente autorizzato dal Consiglio Superiore della Magistratura su unanime parere espresso in tal senso dal Consiglio giudiziario di Firenze, Consiglio del quale è membro di diritto il Procuratore Generale.

Successivamente il CSM ha autorizzato la proroga dell'incarico sino al dicembre 2015.

L'incarico consiste nel fornire pareri giuridici su testi normativi in materia di diritto e procedura penale (mai occupato di normative in materia bancaria o finanziaria in genere), non ha alcuna connotazione politica (altrimenti mai sarebbe stato autorizzato dal CSM) ed in relazione ad esso non ho mai percepito alcun compenso né ho mai richiesto alcun rimborso di spese, anche perché, svolgendosi tale incarico mediante scambio di testi normativi e di pareri tramite mail (senza quindi necessità di recarsi fisicamente a Roma), non avevo spese di cui chiedere il ristoro".

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