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Banca Etruria. Cisl: "I dipendenti non sono truffatori ma vittime"

Arriva direttamente dalla Cisl di Arezzo un lungo commento di Elisa Artusio, responsabile FIRST Cisl, circa l'attuale situazione riguardante i dipendenti delle filiali di BancaEtruria. Di seguito la nota stampa diffusa dal sindacato sotto forma...

Arriva direttamente dalla Cisl di Arezzo un lungo commento di Elisa Artusio, responsabile FIRST Cisl, circa l'attuale situazione riguardante i dipendenti delle filiali di BancaEtruria.

Di seguito la nota stampa diffusa dal sindacato sotto forma di intervista.

Tutti i giorni emergono nuovi particolari sulla vicenda Bancaetruria. I dipendenti come vivono l'attenzione mediatica e il susseguirsi ininterrotto di notizie su indagini, avvisi di garanzia, proteste e accuse di ogni genere?

Sì, accuse di ogni genere. I dipendenti sono al limite della sopportazione. Dal fatidico annuncio del 13 dicembre 2013, non è stato che l'inizio di un inferno. Il colpo finale comunque è arrivato la sera del 22 novembre 2015. Come dipendenti ci siamo resi subito conto che quello che veniva spacciato come l'unico modo possibile per evitare guai peggiori a imprese, correntisti, depositanti e obbligazionisti senior sarebbe stato comunque una tragedia per moltissimi risparmiatori e di conseguenza anche per i dipendenti che, sul rapporto di fiducia con la clientela della banca, devono fondare la loro attività.

Secondo voi un salvataggio senza il sacrificio dei risparmiatori sarebbe stato possibile?

Lo sarebbe stato ed è ancora possibile. La nostra organizzazione sindacale, questo fatto, lo ha evidenziato fin da subito e continua a dirlo ottenendo, tra l'altro, l'appoggio di diverse associazioni di risparmiatori e di numerosi giornalisti finanziari. Ammesso che esista, da parte del governo, una reale volontà di tutelare i subordinatisti e che, da parte della Banca d'Italia, vi sia, finalmente, un'assunzione di responsabilità dopo anni di manchevolezze.

In che modo.

Sarebbe sufficiente che l'azionista unico delle nuove 4 banche, che è l'ente di risoluzione, autorizzasse un aumento di capitale a titolo gratuito con l'emissione di azioni senza diritto di voto, ma che dessero diritto ad una parte delle plusvalenze che senza ombra di dubbio emergeranno dalla gestione della bad bank; ovviamente tali titoli azionari o obbligazioni speciali dovrebbero essere assegnate ai risparmiatori in ragione dell'importo della perdita da loro subita.

Si ipotizza sempre più spesso il reato di truffa: dunque i dipendenti sapevano che avrebbero creato un danno al cliente quando gli hanno venduto le subordinate?

Non scherziamo. I truffatori non sono certo da ricercare dietro il bancone o dietro le scrivanie delle nostre filiali. Le obbligazioni quando sono state emesse presentavano un profilo di rischio medio ed erano considerate titoli liquidi. Certo erano subordinate cioè, in caso di default, sarebbero state rimborsate dopo le passività più garantite come conti correnti, depositi e obbligazioni ordinarie, ma nel 2006, nel 2010 e anche nel 2013 ancora il bail in non esisteva, le banche venivano salvate sempre con il cosiddetto bail out, cioè con l'intervento dello Stato. Pertanto nei fatti era praticamente impossibile che una banca potesse fallire. La nostra poi era un'azienda quotata in borsa ed i dipendenti potevano accedere alle medesime informazioni di cui disponeva il mercato: non una virgola di più altrimenti si poteva configurare il reato di insider trading. Anche noi organizzazioni sindacali quando chiedevamo ai tavoli di trattativa informazioni sull'andamento dell'azienda ricevevamo sempre e solo informazioni ufficiali allineate a quanto riportato nei comunicati stampa: in buona sostanza venivamo sempre rassicurati che tutto andava bene, che la banca era solida, con tanti clienti anche nuovi e con moltissima liquidità disponibile. Poi in fondo la dimostrazione della buona fede dei dipendenti credo sia data soprattutto dal fatto che i dipendenti che,in proprio o tramite i propri familiari, hanno sottoscritto le famigerate obbligazioni subordinate sono quasi 500 e intorno ai 1200 sono quelli che detenevano nel loro portafoglio le azioni della banca. Quale è la tesi che siamo ladri e pure stupidi? Perché bisogna essere stupidi per rubare dal proprio portafoglio!!!

Si dice che i dipendenti percepivano premi in denaro per la vendita delle obbligazioni.

Ecco appunto, lo ha detto qualcuno che, mascherato e con la voce camuffata, si è spacciato per un collega, io credo che fosse solo un mistificatore. In ogni caso era molto male informato perché in Bancaetruria sono parecchi anni che non esiste un sistema incentivante e anche quando era previsto noi organizzazioni sindacali avevamo preteso che l'eventuale incentivo si percepisse per il raggiungimento di risultati di buona gestione della banca e mai, voglio sottolineare MAI, per la vendita di un singolo prodotto, tantomeno per la vendita di un prodotto proprio come le obbligazioni subordinate.

E le famose mifid? le avete truccate quasi tutte come sostiene qualcuno?

Il questionario Mifid eè un'autocertificazione basato sulle risposte che il cliente fornisce e poi firma, dopo averne verificato la veridicità, non è previsto che l'operatore debba chiedere dei documenti comprovanti l'esattezza di quanto dichiarato. Non capisco quale potesse essere l'utilità di manomettere la risposta relativa al titolo di studio, se è a questo che si riferisce. Il questionario Mifid è composto da molte domande di vario genere; non credo che l'algoritmo che sottende alla pesatura dei vari quesiti possa essere influenzato da una singola domanda; ritengo invece che forse, e dico forse, le opzioni di risposta relative alla domanda sul titolo di studio potessero essere causa di confusione ed abbiano potuto indurre involontariamente i clienti a fornire una risposta non in linea rispetto a quanto realmente posseduto, ma è solo una mia ipotesi.

Ritornando a questioni di carattere più generale, cosa pensa che possa succedere ora. I dipendenti sono salvi, come ha più volte dichiarato il presidente del consiglio Renzi o invece voi sindacati avete ancora dei timori?

La storia che tutto è stato fatto per mettere in sicurezza i posti di lavoro non corrisponde alla realtà. La salvezza dei posti di lavoro non può prescindere dall'esistenza del necessario rapporto di fiducia tra una banca e il suo territorio. Credo che la maldestra soluzione trovata ha, invece, fatto dei danni quasi irreparabili se non si esce da questo enorme equivoco che vuole mettere in contrapposizione i dipendenti della banca rispetto ai suoi clienti. Noi lavoratori abbiamo subito in questi mesi minacce, insulti; ci hanno mandato buste contenenti proiettili, ci hanno esposto i cappi davanti alle filiali, c'è stato il caso della bomba, qualcuno ha augurato la morte a noi ai nostri figli ed ai nostri genitori, qualche dipendente non è stato invitato alla festa di Natale dell'asilo perché gli altri genitori non gradivano la sua presenza! Credo che sia ora di smetterla di indirizzare l'opinione pubblica verso falsi colpevoli come i lavoratori, perché questo probabilmente ha solo l'effetto di distogliere l'attenzione dalla ricerca dei veri colpevoli di questo disastro che non sono i lavoratori. Anzi i lavoratori, al pari dei clienti, non vedono l'ora che questi siano individuati e puniti. In ogni caso questa storia, anche se riusciremo a mantenere i livelli occupazionali, ha già fatto perdere ai lavoratori di Bancaetruria la tranquillità, la credibilità e quella stessa dignità del lavoro che anche Papa Francesco ha indicato più volte come viatico per la salvezza dell'uomo.

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