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Banca dati delle strutture ricettive, firmato il decreto applicativo. Il plauso di Confartigianato Arezzo

Lancini e Terziani: "Strumento utile a combattere abusivismo e concorrenza sleale"

Banca dati sulle strutture ricettive finalmente al via. Questo dovrebbe innescare un circuito virtuoso in un settore che negli ultimi anni aveva visto una crescita vertiginosa, accompagnata spesso dal mancato rispetto delle normative e da fenomeni di concorrenza sleale. La banca dati, invece, nasce come uno strumento di trasparenza che dovrebbe contribuire non poco a combattere l'abusivismo.

L'associazione turismo di Confartigianato Arezzo plaude alla notizia della firma del decreto applicativo da parte del Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. La presidente Barbara Lancini e la vicepresidente Elena Terziani esprimono ad una voce la soddisfazione del comparto.

"Questa firma - spiegano Lancini e Terziani - era attesa da due anni e mezzo, ovvero da quando era entrato in vigore il decreto legge 30 aprile 2019, n. 34 che la istituisce. Questa banca dati, che finalmente renderà omogenei i dati delle strutture ricettive su base nazionale, prevede una serie di parametri idonei ad individuare la struttura ricettiva. Parametri come la tipologia degli alloggi, l’ubicazione, la capacità ricettiva, gli estremi dei titoli abilitativi richiesti ai fini dello svolgimento dell’attività ricettiva, il soggetto che esercita l’attività, anche in forma di locazione breve, il codice identificativo regionale, o laddove questo non sia stato adottato, un codice alfanumerico generato dalla banca dati stessa".

"La banca dati - continuano Lancini e Terziani - è uno strumento che condividiamo, proprio perché la sua attivazione garantisce trasparenza e correttezza. Diventa perciò uno strumento utile a combattere l'abusivismo e a tutelare gli operatori corretti che operano nella filiera del turismo. Ma è anche uno strumento di tutela del consumatore, che è messo in grado di conoscere la struttura a cui si affida, ed è utile a combattere l'evasione fiscale e l'evasione di tributi come la tassa di soggiorno che i Comuni impiegano per migliorare i servizi turistici."

"Questa previsione - concludono Lancini e Terziani- segue la logica della legge 86 del 2017 della Regione Toscana e va nella direzione che la nostra associazione sollecita da tempo anche a livello comunale, ovvero la ricerca di soluzioni che possano contrastare l'abusivismo, pur nel rispetto della privacy, evitando di danneggiare le strutture che rispettano la legge e di perdere risorse preziose per l'erario e per gli stessi Comuni che hanno istituito la tassa di soggiorno."

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