Solo il 22,9% dei bambini aretini frequenta gli asili nido. Tanti: "Un gap da coprire con i fondi del Pnrr"
L'amministrazione sta valutando profili da inserire nella cabina di regia per la progettazione delle linee strategiche per intercettare i fondi del Piano nazionale di rinascita e resilienza
L'Europa si è posta un obiettivo sugli asili nidi, arrivare al 33% di bambini tra gli 0 e i 2 anni che li frequentino. Il dato di per sé non sembra altissimo, ma la condizione di partenza non è proprio in linea e quindi c'è del lavoro da fare. Accanto a questo si pone una delle mission del Pnrr, il piano nazionale di ripartenza e resilienza, che stanzia 4,6 miliardi per la creazione di 228mila nuovi posti negli asili nido in Italia.
E Arezzo? Il dato di cui si è in possesso è provinciale, lo fornisce un'infografica del Sole 24 Ore: gli asili aretini sono sotto di 10 punti percentuali perché il dato Istat del 2019 fotografa un quadro dove solo il 22,9% di bambini tra gli 0 e i 2 anni frequentava gli asili e con l'arrivo del Covid questo dato potrebbe anche essere peggiorato.
Ne è consapevole il comune capoluogo, quello che ha il maggior numero di posti negli asili e la più ampia popolazione.
"Per noi il Pnrr si baserà su 3 linee strategiche - spiega la vicesindaca Lucia Tanti - e cioé scuola, sociale e sanità e poi ambiente e cultura. Per quanto riguarda la scuola, il gap che dovremo raggiungere segna il nostro obiettivo, è il punto di riferimento da qui al 2026. Quale progettazione? Un po' prematuro rispondere visto che stiamo assumendo personale per comporre la cabina di regia per il Pnrr."
Ai vertici della classifica e in fondo
Intanto in cima alla classifica stilata delle province che sono più vicine a questo obiettivo europeo c'è Trieste che è l’unica che con il 33,6% di bambini sotto i due anni all'asilo, lo ha raggiunto e superato. Sono vicini al target anche Gorizia con il 32,8%, Bologna con 32,6 e Firenze con 31,9%. Viene definita poi drammatica la situazione del Mezzogiorno d'Italia con le province di Reggio Calabria all'1,9%, Vibo Valentia con 1,8% e addirittura Caserta con lo 0,7%.
Nelle zone dove ci sono pochi bambini iscritti agli asili nido si verifica anche più spesso il fenomeno di una bassa occupazione femminile nella fascia tra i 25 e i 34 anni.