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Martedì, 23 Aprile 2024
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Baby gang. I giovani di Futuro Aretino: "Nessuno fa niente. Chi governa non si è accorto che la città è cambiata"

Dall'associazione arriva la riflessione all'indomani degli arresti dei nove componenti della "Famiglia Montana". Accorato l'appello alle istituzioni: "Quando chi governa inizierà a fare piuttosto che urlare alla galera?"

“La galera è giusta per scontare i propri errori e reinserirsi nella società. Ma non è giusto sottovalutare un problema che rischia di assumere forme più gravi”. I ragazzi di Futuro Aretino, associazione di under 30 impegnata nella promozione di corretti stili di vita tra i più giovani, non ci stanno e a coloro che vorrebbero etichettare il fenomeno “baby gang” come meri episodi di micro criminalità, scelgono di rispondere sostenendo che in realtà il fenomeno trova ragioni molto più profonde e che, la “l’assenza di buoni maestri nella vita pubblica” e la “cecità di chi pur di non intervenire preferisce commentare, sbraitare” non aiutano a comprendere cosa si cela dietro a questi fatti.

Le indagini e poi gli arresti: la ricostruzione dei fatti

A marzo il 20enne W.R. è stato arrestato poiché ritenuto il capo di una banda dedita a rapine, piccolo spaccio e aggressioni. Reati commessi, come documentato dalla squadra mobile e dalla municipale, a danno di giovanissimi vittime del branco. Sulla scia di questo primo arresto gli inquirenti sono riusciti a delineare i contorni di una gang, auto identificatasi come “famiglia Montana”, attiva nel territorio. Soltanto lo scorso 24 maggio sono state 9 le misure cautelari (6 custodie in carcere e 3 collocamenti in comunità) emesse dal tribunale per i minorenni di Firenze su richiesta della procura della Repubblica. I destinatari hanno tutti tra i 16 e i 17 anni. L’ipotesi investigativa, confermata dalle autorità giudiziarie, inquadra la baby gang come una vera e propria associazione a delinquere caratterizzata da posizioni gerarchiche ben definite e con la possibilità di fare carriera al suo interno. Una fotografia pesante per la quale il gip del tribunale dei Minori di Firenze nell’ordinanza di arresto ha ritenuto opportuno sottolineare anche come "entrare nella gang per alcuni dei suoi componenti poteva essere una forma di riconoscimento sociale.

Futuro Aretino: "La galera non è un buon primo passo"

Ed è proprio sull’aspetto delle problematiche sociali, carburante per tali fenomeni, che sono intervenuti i componenti di Futuro Aretino. “Il grande lavoro delle forze dell’ordine - scrivono dall’associazione - non basta a sedare il disagio dilagante nella nostra città. Così come non basta e non è bastata la repressione quotidiana che, giustamente, viene portava avanti. Nella nostra visione di società, che crediamo piuttosto corretta, le istituzioni dovrebbero lavorare per intercettare le situazioni di disagio e proporre soluzioni se non per risolverle, quanto meno per contenerle. La delinquenza è una scelta e chi delinque deve essere punito nei modi e, si spererebbe, nei tempi previsti dalla legge. Non esiste giustificazione alla violenza, alla delinquenza, alla criminalità. Ma non esiste nemmeno giustificazione alla cecità di chi pur di non intervenire preferisce commentare, sbraitare, fregandosene di cosa si nasconde dietro tali fenomeni. Cattivi esempi, moralità inesistente, valori sbagliati e pressoché totale assenza di buoni maestri nella vita pubblica sono tra gli elementi che fomentano questo tipo di atteggiamento. Viviamo in una società che insegna quotidianamente ai più giovani che per conquistare una posizione nel mondo è necessario fare soldi con ogni mezzo, anche illegale, e che delinquere è figo, è giusto per uscire da determinate condizioni di vita o anche solo per divertirsi. La nostra società ha per anni sottovalutato temi come l'immigrazione di seconda e terza generazione, la droga, l’importanza dell’istruzione. Il disagio dilaga ovunque e nessuno fa niente. La rabbia cresce e nessuno fa niente. I giovani se ne vanno e nessuno fa niente. In sostanza, in questo Paese, in questa città, nessuno fa niente. Probabilmente chi governa Arezzo e chi l'ha governata negli ultimi 20 anni non si è ancora accorto che la città è cambiata, assomiglia sempre più a realtà grandi, cosmopolite, e piano piano ne sta acquisendo tutti i problemi”.

L'appello: "Le istituzioni non sottovalutino il problema"

“Quando smetteremo - continuano dall'associazione - di chiudere gli occhi e inizieremo a lavorare realmente per un futuro migliore? Quando chi governa si assumerà le responsabilità del proprio mandato e inizierà a fare piuttosto che urlare alla galera? Perché è giusta, la galera, se prevista dalla legge per scontare i propri errori e reinserirsi nella società. Perché può anche essere giusto il 'calcio in culo' a chi continua a delinquere imperterrito. Ma non è giusto sottovalutare un problema che rischia di assumere forme più gravi dimenticandone le origini. Chi sbaglia deve pagare. Ma non solo chi sbaglia fattivamente. Anche chi si nasconde dietro un dito e invece dovrebbe fare mea culpa. Il tempo dei conti da saldare arriverà, e la storia è solita ricordare molto bene i capitani che decidono di non affondare con le proprie navi. Non vogliamo fare polemica ma invitare a riflettere”.

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